Abruzzo: cavalli vaganti sequestrati (ancora) dai Carabinieri Forestali

Nei mesi scorsi avevano causato diversi incidenti, rimanendone spesso vittima: sequestrati in questi giorni dai Carabinieri Forestali i cavalli lasciati incustoditi dai proprietari sui pascoli di Campo Felice, un problema che si trascina da anni

L’Aquila, 31 maggio 2019 – Ennesima operazione dei Carabinieri Forestali sulla piana di Campo Felice per catturare e mettere in sicurezza i cavalli che vagano senza custodia sui terreni demaniali,  con grave pericolo per la sicurezza del traffico sulle strade statali 584 e 696: molti gli incidenti da loro provocati involontariamente e in cui diversi animali sono rimasti uccisi. 

In sinergia con l’Arma  anche il personale del Servizio Veterinario dell’Asl dell’Aquila,  diretto dal Dr. Mario Mazzetti il Servizio di Polizia Locale coordinato dal suo Responsabile, il maresciallo Fabio Angelone.

Prima che a rimanerne vittima siano anche le persone e per porre fine allo strazio degli animali investiti, i militi della stazione di Torrimparte grazie anche ad una ordinanza di cattura emessa dal Sindaco di Lucoli hanno potuto organizzare una ulteriore cattura dei cavalli (dopo quelle già effettuate negli anni scorsi), lasciati pascolare bradi e senza controllo dai proprietari.

Spiega il Gruppo L’Aquila dei Carabinieri Forestali Abruzzo e Molise: «Le operazionisono iniziate dopo aver stipulato apposita convenzione con una stalla di sosta, sita a Capistrello, ove ricoverare gli animali catturati, già radunati in spazi recintati e disponibili siti sulla piana. I Carabinieri Forestali di Tornimparte, comandati dal Luogotenente Alfonso Paone, unitamente al personale del Servizio Veterinario-Sanità Animale di L’Aquila, dopo la cattura degli animali, svolgeranno accertamenti per individuare i rispettivi proprietari. Una volta identificati, verranno deferiti all’Autorità Giudiziaria per la violazione agli artt 636 (abbandono di animali nel fondo altrui) e 639 (offesa al patrimonio demaniale) del Codice Penale; inoltre, saranno sanzionati amministrativamente per la violazione dei termini della monticazione  e per la violazione di  quanto previsto dalla Legge Regionale n°3/14 per la mancata guardianìa. I cavalli che non hanno un microchip di riconoscimento verranno confiscati».

Nei giorni scorsi il sindaco di Lucoli, Valter Chiappini, aveva illustrato nei dettagli le motivazioni che hanno portato alla cattura dei cavalli: «In qualità di autorità locale di Pubblica Sicurezza con apposita Ordinanza ho dovuto adottare le misure necessarie atte a garantire la pubblica incolumità degli automobilisti sulle strade statati 584 e 696 che percorrono la piana di Campo Felice dopo che si sono verificati incidenti stradali in cui sono rimasti coinvolti cavalli, fortunatamente senza conseguenze fisiche per le persone. Grande attenzione è stata rivolta al fenomeno dalla Stazione Carabinieri Forestale di Tornimparte competente per territorio, che ha eseguito il sequestro, e che ha dato l’input, con opportuna segnalazione, per il contenimento del fenomeno di cui sono responsabili i proprietari degli animali che, in spregio di ogni regola di buon senso, detengono in ogni stagione dell’anno gli animali allo stato brado, inselvatichiti e senza controllo, disinteressandosene  completamente fino al punto da non adempiere alla identificazione degli stessi con l’applicazione di microchip che ne individuino la proprietà e da cui discendono le responsabilità del caso, sia civili che penali. Responsabilità che emergerebbero a loro carico nel momento in cui l’animale provocasse incidenti. Infatti la cattura degli animali fino, in numero di nove, aventi tutti microchip dal quale è stato possibile risalire al proprietario D.C.L., che li ha riconosciuti come propri, consentirà di elevare a carico dello stesso contravvenzioni per violazione alle norme regionali sul pascolo, nonché per la mancata custodia e malgoverno di animali e per gli aspetti penali legati alla vicenda. Un solo cavallo è stato rinvenuto senza identificativo ed è stato catturato e sequestrato. Molto probabilmente verrà confiscato se, all’esito della pubblicazione del rinvenimento all’albo pretorio del Comune, non si faccia avanti qualche allevatore che ne riconosca la proprietà. Cosa molto difficile poiché verrebbe sanzionato pesantemente anche per inosservanza alle norme di sanità animale».  

Conclude Chiappini: «Questi sono comportamenti opportunistici e spregevoli, perché questi allevatori sono persone che non vogliono assumersi alcuna responsabilità a danno della cosa pubblica e privata, ad onta della categoria, di cui fanno parte, invece, molti proprietari titolari di allevamenti che seguono pratiche etiche e non hanno mai dato problemi».

Qui la fonte della notizia, da Il Capoluogo d’Abruzzo