Elezioni Fise 2017: la candidatura al consiglio federale di Alessandro Zanini

L’imprenditore bolognese si candida al consiglio federale da indipendente: “Per me non fa differenza se il presidente sarà Marco Di Paola o Vittorio Orlandi: l’importante è lavorare per il bene dello sport, con un consiglio che non sia fatto solo da consiglieri signorsì”

Bologna, 5 gennaio 2017 – Ormai le elezioni per il rinnovo delle cariche federali sono all’orizzonte e il mondo dello sport equestre è in gran subbuglio: dalle molte parole circolate sui social network adesso si passa ai fatti. Così dopo la candidatura di Federico Roman nel ruolo di rappresentante dei tecnici ma da indipendente (cioè fuori da liste e da incanalamenti presidenziali), è ora la volta di Alessandro Zanini. L’imprenditore bolognese ha lanciato la sua candidatura al consiglio federale proprio come Federico Roman: da indipendente. Uomo di lunghissima esperienza nel mondo dell’equitazione, presidente dal 1984 del Gruppo Emiliano Sport Equestri (uno dei centri italiani di maggior prestigio) a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, cavaliere dilettante, già consigliere federale per un quadriennio con la presidenza di Mauro Checcoli e per altri quattro anni con Cesare Croce, Alessandro Zanini le cose le sa per averle vissute in prima persona. Con anche una buona dose di umorismo caustico e divertentissimo: “Nel 1998 a Roma in occasione dei World Equestrian Games io ero lo sport coordinator: sto ancora aspettando di capire cosa volesse dire e cosa dovessi fare… ”. Ma battute a parte Zanini ha le idee chiare, ovviamente: “La mia candidatura è indipendente nel senso che il mio unico obiettivo è quello di mettermi al servizio della Fise e dello sport equestre. Una candidatura di esperienza, che ormai credo dopo tanti anni di avere. Per me non fa differenza se il presidente della Fise sarà Marco Di Paola oppure nuovamente Vittorio Orlandi: io sono fermamente convinto che entrambi si candidino alla presidenza per dare il meglio di loro stessi, puntando al benessere della base, dello sport e della federazione stessa, pur immaginando ciascuno un percorso diverso per arrivare al medesimo scopo. Credo inoltre che un consiglio composto da persone che non siano dei meri ‘signorsì’ possa servire moltissimo al benessere generale. Alla fin fine la differenza la fa la messa in pratica dei buoni propositi, e questo dipende dal lavoro del consiglio: perché se andiamo a guardare i programmi proposti dai vari candidati alla presidenza diciamo degli ultimi trent’anni… beh, sono tutti uguali”. Alessandro Zanini è comunque molto equilibrato e distaccato nei confronti di questa sua proposta: “Io credo di poter dare un buon contributo se non altro in termini di esperienza, come ho già detto. Se verrò votato bene, altrimenti me ne starò benissimo anche a casa mia”.