Autismo: tra la Tunisia e Palermo, uniti dalle bolle di sapone…e dai cavalli

Domani 9 ottobre 2016 il centro ANIRE di Palermo presso il Circolo Ippico Le Redini, in concomitanza con il centro tunisino di Mahdia ha voluto organizzare un evento in cui i bambini autistici potranno sperimentare le bolle di sapone a cavallo 

Comunicato stampa

Palermo, 8 ototbre 2016 – Il centro ANIRE di Palermo presso il Centro Ippico Le Redini di via Martiri XII Settembre in concomitanza con il centro di Mahdia ha voluto organizzare, in questa giornata speciale, un evento in cui i bambini autistici potranno sperimentare “le bolle di sapone a cavallo” . Si tratta di una tecnica molto usata in ortofonia per la coordinazione oculo-manuale del bambino ma mai, fino ad oggi, realizzata sul cavallo in movimento.

L’obiettivo di questa manifestazione è quello di aiutare ancor di più le famiglie nella gestione del figlio/a autistico suggerendo tecniche alternative alle classiche, da far fare ai propri figli nell’ambiente domestico, dimostrando loro il nostro presente e costante supporto.

La realizzazione dell’evento nello stesso giorno ed in contemporanea con il Centro Ippico di Mahdia simboleggia un ponte di solidarietà e amore tra le famiglie dei bambini autistici palermitani e le famiglie dei bambini autistici tunisini, con l’auspicio che in futuro si possano realizzare dei veri e propri gemellaggi e scambi internazionali.

“Quando il mondo del cavallo incontra il pianeta dell’autismo, è un universo che si espande”.
Maria Gabriella Incisa di Camerana, operativa in Tunisia da più di un ventennio presso il Centro Ippico Mahdia, una scuola di equitazione, affiliata all’Ente Nazionale Guide Equestri Ambientali (E.N.G.E.A).
Zoo.Ani.Me.C© è un progetto integrato di zooterapia, operante in stretta collaborazione con le associazioni locali di portatori di handicap.
Elaborato in collaborazione con il dottor Slim Annabi, neuropsichiatra infantile e per adulti, operativo a Tunisi, include molteplici attività di psicomotricità assistite da diversi animali, per stimolare ed accelerare i processi di apprendimento e di crescita del bambino, in una mediazione triangolare che si instaura tra animale, zooterapeuta e paziente.

MILLE BOLLE BLU PER LE FAMIGLIE DEI BAMBINI AUTISTICI.
Le bolle di sapone, bellissime per la trasparenza, i colori e la forma sferica perfetta, sono fonte di grande fascino sia per i grandi che per i più piccoli. Fragili, colorate, trasparenti, perfette, componenti preziosi dell’immaginario di ogni bambino.

Ed è proprio la loro fragilità che a renderle così affascinanti. A volte durano un attimo, a volte qualche secondo, a volte un po’ di più. E hanno anche la caratteristica di essere “vive”.

Avere a che fare con una bolla di sapone è avere a che fare con un oggetto fisico che si forma, che cresce e che si rompe. Una parafrasi della fragilità interiore.
E saranno proprio le bolle di sapone ad animare le due giornate “a porte aperte” che il Centro Ippico Mahdia organizza l’8 e 9 ottobre, all’occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, indetta la prima volta nel 1992 dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).
Le famiglie dei bambini con sindrome da autismo avranno modo di colloquiare con il Dr. Paolo Garello, psicologo e sociologo italiano, che sarà a loro disposizione per capire le migliori prospettive di crescita e le varie possibilità di interventi terapeutici.

“Brain, Horses & Welfare” è dunque un evento per affrontare le sfide e trovare soluzioni, in un clima di divertimento e Pet Therapy, dove il trattamento della “diversità” di una persona, viene considerata nella sua interezza, compresa la famiglia.
Questo weekend, dedicato alla sensibilizzazione della “salute mentale”, offrirà alle famiglie dei bambini con autismo, un approccio olistico per imparare a trattare allo stesso tempo, il corpo e la mente.

Nell’affrontare la sindrome dell’autismo, molte volte vengono trascurati elementi come la fatica, lo stress e la conseguente possibile depressione del nucleo familiare. La maggior parte dei genitori racconta di un percorso da “combattenti”, per anticipare la diagnosi e le terapie, senza perdere tempo prezioso. E se da un lato alcune associazioni sono vicine alle famiglie, i centri di accoglienza, con personale specifico qualificato, sono troppo affollati o insufficienti. Per potersi dedicare a tempo pieno del proprio figlio autistico, uno dei genitori si ritrova, a volte, a dover abbandonare il proprio posto di lavoro. È purtroppo il caso delle mamme con conseguente riduzione del reddito, in un sfinimento fisico e psicologico, “prigioniere” insieme al figlio di una routine con contatti sociali e divertimento ridotti ai minimi termini.

«Lo stress parentale è una componente assolutamente non trascurabile – sottolinea il dottor Paolo Garello – i genitori di bambini autistici sono a rischio particolarmente elevato di isolamento sociale, discordie coniugali e, in definitiva, anche di separazione. L’avanzamento di carriera diventa più difficile; vivono con maggiore ansietà e hanno una percezione più negativa delle loro capacità genitoriali. Infatti, per tutti, è sempre più facile dire agli altri che “tutto va bene”. Tuttavia, è difficile ammettere che “le cose vanno male”. Parlare dei propri stati d’animo, rivelando la propria vulnerabilità, sono atti che richiedono coraggio, esperienza e capacità. Tuttavia, bisogna trovare il coraggio, perché saper osare il cambiamento di se stessi e di ciò che si vive permette di comprendere meglio sé stessi e gli altri.» E per quel che riguarda le implicazioni terapeutiche, il dottor Garello sottolinea che: « al momento la comunità scientifica internazionale non è affatto concorde sulle reali cause dell’autismo, e sembrebbe che possano essere diverse pur conducendo allo stesso risultato. L’unica cosa veramente costruttiva che si può fare, oltre ad una diagnosi ed interventi terapeutici quanto più precoci, è agire sul recupero tecnico del bambino cosa che implica anche un addestramento alla miglior gestione anche da parte dei genitori. Ad oggi i risultati che si dimostrano maggiormente interessanti sono dovuti all’approccio della scuola cognitivo-comportamentale.».

Nessuno conosce il vero motivo per cui alcuni bambini autistici sanno parlare e altri no.

Temple Grandin, esperta mondiale di zootecnia affetta da autismo, ricorda che : «Da piccola, quando qualcuno mi parlava, tutti i suoni si ammassavano in un groviglio privo di senso».

Testimonianze come questa possono far pensare ad un disordine del sistema uditivo centrale ma l’intenzione comunicativa è indicativa del desiderio del bambino di comunicare.
«Le bolle di sapone mantengono viva l’attenzione del bambino, attirandone lo sguardo, primo passo verso la comunicazione. Anche soffiare nei palloncini è importante da un punto di vista terapeutico perché stimola la sintonizzazione emotiva – sottolinea Maria Gabriella Incisa di Camerana, responsabile da più di 20 anni del Centro Ippico Mahdia – La comunicazione è una componente essenziale dell’umana qualità della vita, intervenire quindi sulle abilità comunicative è importante e va fatto senza perdere tempo. Le bolle di sapone consentono di attivare una serie di giochi individuali, in coppia o in gruppo ed il fascino che esercitano consente di lavorare su sguardo, attivazione emotiva e attenzione congiunta. È possibile anche rinforzare la muscolatura della bocca con degli esercizi appositi, fra cui: soffiare in una cannuccia, soffiare delle candele, sospingere con il soffio delle palline da ping pong, ect., attività che devono mantenere il carattere ludico in modo da ottenere la piena attenzione e concentrazione del bambino. Se il bimbo autistico si diverte sarà più semplice interagire con lui e la complicità dei cavalli aumenta il divertimento. ».