Barcellona, una delusione azzurra

L’Italia non si è qualificata per la finalissima mondiale di Coppa delle Nazioni: domani quindi gli azzurri faranno la Challenge Cup, una gara che certo non esalta gli umori…

Barcellona, 28 settembre 2017 – Non è andata bene, purtroppo. Anzi: è andata proprio male. Chiunque ami la squadra nazionale non può nascondere la delusione in questo momento. Non si può far finta di niente, proprio perché tutti avremmo voluto vedere l’Italia almeno arrivare alla finalissima, se non proprio lottare per le primissime posizioni: e su tutti, i nostri cavalieri. Quindi i primi a essere addolorati sono certamente loro. Adesso purtroppo la situazione non è allegra. Domani sera c’è la Challenge Cup, cioè la prova di consolazione. Bisogna cercare di fare il meglio possibile, ovvio, ma con un peso enorme sulle spalle: perché perfino la vittoria non contribuirebbe ad alleggerire la delusione, mentre una sconfitta non farebbe altro che incrementarla (come dire: una gara inutile… ). Lo sport va onorato sempre e fino in fondo, ma obiettivamente sarebbe quasi meglio non doverla affrontare, questa Challenge Cup: diciamocelo tra di noi e sottovoce… però è così.

Cosa non ha funzionato questa sera a Barcellona? Beh, è abbastanza evidente: Gitano sotto la sella di Juan Carlos Garcia ha collezionato più penalità in un solo percorso di quante ne abbia raccolte in tutta la stagione di Coppa delle Nazioni (cominciando con due errori sui primi due ostacoli: un incubo). Ma sarebbe stato un carico ininfluente se il quarto a partire avesse ottenuto un buon risultato. E il quarto è stato Bruno Chimirri, il quale è cavaliere di feroce determinazione e indiscutibile bravura: se nonostante la consapevolezza di essere decisivo per le sorti della squadra (la squadra: una ‘cosa’ che Chimirri ama con passione viscerale) il cavaliere azzurro non è riuscito a scongiurare o quanto meno contenere il passivo – infine di tredici penalità – vuol dire che per Tower Mouche non era proprio possibile fare diversamente. Garcia e Chimirri sono cavalieri eccezionali, non dobbiamo certo dirlo noi per renderlo evidente: questa sera è stata semplicemente una brutta sera per loro, come talvolta nello sport accade. E pensare che anche con otto penalità di Tower Mouche saremmo potuti rimanere nei primi per la finale di sabato sera, se la somma dei tempi ci avesse dato ragione su almeno due delle altre squadre raccolte nelle otto penalità (Belgio, Svezia, Svizzera e Irlanda: i neocampioni d’Europa sono rimasti ugualmente fuori, penalizzati appunto dalla somma dei tempi): quindi adesso racconteremmo un’altra storia… Ma lo sport è pieno di situazioni nelle quali il confine perfino tra disfatta e trionfo è labilissimo: questa sera ne dobbiamo prendere atto noi, purtroppo. Rimane la soddisfazione del percorso netto di Alberto Zorzi su Ego van Orti: un binomio in via di affiatamento sulle grandi gare, e per il cavaliere azzurro dopo la perdita di Cornetto è fondamentale poter contare su un soggetto di tal natura, soprattutto pensando al Campionato del Mondo del prossimo anno (che per noi sarà la prima possibilità di qualificazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020, non dimentichiamolo). E infine Emilio Bicocchi: uno zero che conferma il momento di grandissima forma e rendimento di Ares; un risultato bellissimo per il cavaliere toscano che sta mettendo in fila una dietro l’altra una serie di prestazioni davvero entusiasmanti.

Per concludere, quali le considerazioni che si possono trarre dopo questo pomeriggio? La prima, che è risaputa: il difficile non è tanto fare buone prestazioni, quanto piuttosto farle tutte insieme nel momento in cui servono. La seconda: i nostri cavalieri sono indiscutibilmente bravi, ma per la maggior parte di loro poter contare solo su un cavallo per le grandi gare è talvolta molto penalizzante. La terza, inevitabile: l’assenza di Lorenzo de Luca con almeno uno dei suoi cavalli al meglio della forma si sente da morire, idem per quanto riguarda Piergiorgio Bucci e Casallo Z, per non dire della perdita di Luca Marziani e Tokyo du Soleil proprio alla vigilia della gara di oggi. La quarta però è la più importante di tutte: quest’anno abbiamo gioito come non mai e abbiamo anche sofferto, ma nell’un caso come nell’altro dobbiamo amare e sostenere i nostri cavalieri e i nostri cavalli sempre e comunque, con tutta la nostra passione e la nostra forza, perché sono le sconfitte che rendono entusiasmanti le vittorie. E il sapore della vittoria quest’anno lo abbiamo gustato davvero a fondo…

LA CLASSIFICA DELLA PROVA DI OGGI

http://results.hippodata.de/2017/1393/docs/2_longines_fei_nations_cup_round_resultsteam.pdf