Bartalucci su Roma: perché ho deciso così

In questa nostra intervista il selezionatore azzurro spiega le ragioni che stanno dietro alle convocazioni dei cavalieri italiani in vista dell’imminente Csio di Piazza di Siena

Bologna, 15 maggio 2018 – Duccio Bartalucci ha vissuto Piazza di Siena in tutti i ruoli possibili fin da quando vi ha debuttato giovanissimo come cavaliere. E da allora senza quasi mai interruzione: o in sella come protagonista in campo, oppure a piedi con incarichi tecnici e organizzativi di qualche tipo. Sono quindi circa cinquant’anni che tra lui e il più importante concorso ippico italiano c’è un rapporto quasi indissolubile. Adesso Bartalucci vivrà la prossima Piazza di Siena come selezionatore azzurro, ruolo ricoperto tante volte in passato: però questa è la prima per lui dopo il periodo di Roberto Arioldi alla guida della nazionale di salto ostacoli. Oggi Duccio Bartalucci e la Fise hanno ufficializzato la lista dei cavalieri convocati per la ottantaseiesima edizione dello Csio d’Italia (si veda l’articolo correlato di cui in questa pagina è pubblicato il link): ecco le considerazioni espresse dallo stesso Bartalucci circa le scelte stabilite in tal senso.

Partiamo subito illustrando due esclusioni che sono parse piuttosto sorprendenti. La prima è quella di Filippo Bologni…

«Filippo ha un cavallo molto competitivo nelle gare veloci da 1.45 che è Quidich de la Chavee. Questa Piazza di Siena sarebbe stata quindi indirizzata per lui eventualmente in questo senso, ma con un cavallo non è che si possono fare quattro categorie tirando la gara ogni volta… Quindi Filippo verrà a Piazza di Siena convocato nel gruppo dei cavalieri che fanno la gara delle sei barriere il sabato: un po’ perché essendo stato lui il vincitore di questa stessa prova l’anno scorso è un giusto riconoscimento, un po’ perché così facendo potrà fare le due categorie da 1.45 dello small tour dei primi due giorni, che è esattamente il numero di gare che ritengo possibili per puntare a un risultato importante».

Però Bologni ha a disposizione anche il suo nuovo Lacan, con il quale ha vinto il Gran Premio del Test Event a Cervia domenica scorsa…

«Sì, è vero, questo nuovo binomio sta cominciando a dare riscontri di positività: che sono cominciati per l’appunto l’altroieri, prima ci sono state più difficoltà che situazioni facili. Ma è normale: ogni nuova coppia ha bisogno del suo tempo per crescere e consolidarsi. Il binomio Bologni/Lacan mi interessa moltissimo: il cavallo ha un curriculum di tutto riguardo e ha già saltato su campi importanti con ottimi risultati, e Filippo è un giovane emergente validissimo. Però credo sia più intelligente dare loro tempi di crescita graduali e gestiti con calma e lungimiranza. Al momento Filippo con Lacan l’ho indirizzato sullo Csio di Lisbona (31 maggio-3 giugno, n.d.r.), ma ci sto ancora ragionando: Lisbona è un concorso di un certo spessore dove può fare una buona esperienza, però lì non lo metterei in squadra, mentre invece un’opportunità migliore potrebbe essere lo Csio di Atene (7-10 giugno, n.d.r.) che è un concorso più tranquillo dove potrebbe fare la Coppa delle Nazioni come momento di crescita insieme al suo cavallo. Io quello che ho detto a Filippo è che deve ingoiare il rospo di non fare Roma diciamo a pieno regime perché in questo momento secondo me è intelligente fare come gli ho spiegato, e spero che a fine luglio possa essere pronto per fare magari lo Csio di Hickstead, dove il cavallo ha già saltato bene in passato con il suo cavaliere precedente. L’auspicio è questo, con un cavallo come Lacan si deve pensare di poter arrivare tra un mese o due a fare delle gare serie. Questo è un po’ il concetto».

La seconda esclusione è quella di Francesca Arioldi…

«Lei insieme a suo padre Roberto farà parte della nostra squadra a Lisbona. Francesca è fortemente allertata in funzione dei Giochi del Mediterraneo e quindi… Tra l’altro ho parlato a fondo con Roberto il quale è molto motivato a fare il cavaliere: ha un cavallo che ha mezzi e certamente con lui compone un binomio in crescita, e quindi anche in funzione del reperimento di risorse di rinforzo per il mese di luglio in cui avremo Falsterbo, Aachen, Hickstead e Dublino gli ho detto senti, anziché fare qualche gara individuale a Piazza di Siena che l’hai fatta un milione di volte se la tua velleità è quella di montare a un certo livello vammi a fare la Coppa a Lisbona che per me è molto interessante per vedere il rendimento del tuo cavallo. E così abbiamo concordato anche la presenza di Francesca. Per Francesca a me piacerebbe molto che… beh, insomma, l’ultima volta che abbiamo vinto un oro individuale ai Giochi del Mediterraneo c’era il nome Arioldi. Sarebbe bello che ci rimanesse!».

Dalle esclusioni passiamo alle certezze: Bruno Chimirri e Luca Marziani, oltre ai tre azzurri convocati di diritto grazie alla conquista delle medaglie nel Campionato d’Italia, e cioè Giulia Martinengo Marquet, Michael Cristofoletti ed Emilio Bicocchi.

«Certo. Chimirri e Marziani hanno fatto quest’anno una prima presenza importante in Coppa delle Nazioni a Samorin e hanno avuto un buonissimo inizio di stagione. Adesso dobbiamo cercare di tenere i loro cavalli di punta Tower Mouche e Tokyo du Soleil nella situazione ottimale, non partire in quarta e poi trovarsi in una situazione di disagio strada facendo. Bisognerà dosare un po’ le forze, un principio che deve valere per tutti».

La composizione della squadra di Coppa delle Nazioni con l’indicazione dei quattro titolari e della riserva la darà ovviamente il giorno precedente la gara…

«Sì, diciamo che dovremo vedere nella prova del giorno precedente i riscontri finali. Un’idea di base già c’è, chiaramente tutto è condizionato dal totale recupero della forma di Ensor de Litrange di Lorenzo de Luca che rappresenta il punto di forza della formazione. Il cavallo farà questa settimana due gare di rientro a Lier in Belgio e se tutto va bene dovrebbe arrivare a Roma al meglio. Purtroppo in questo avvio di stagione abbiamo avuto qualche contrattempo su situazioni di fisicità dei cavalli, quindi anche per scaramanzia preferisco non dire niente».

Sembra strano non avere in squadra un cavaliere dai risultati fenomenali come Alberto Zorzi.

«Purtroppo in questo momento i cavalli di maggiore esperienza di Alberto non sono utilizzabili. Alberto monterà Danique che ha fatto molto bene a Madrid, ma con lui non forma un binomio ancora così consolidato da pensare di poterlo impegnare in una Coppa delle Nazioni di Roma. Però a fronte della mancanza di Alberto Zorzi abbiamo un Emanuele Gaudiano molto in forma con i suoi cavalli migliori, e una Giulia Martinengo Marquet che con la cavalla Verdine, sua compagna di vittoria nel Campionato d’Italia, si è confermata bene a Mannheim».

Anche Piergiorgio Bucci è in un momento particolare con i suoi cavalli: molto positivo in prospettiva, no?

«Sì, esatto. Catwalk in funzione del Campionato del Mondo di settembre può essere un cavallo di grande rilevanza, ma è tornato in gara solamente una decina di giorni fa a Madrid dopo quasi due anni di assenza: viene a Roma, sì, ma con l’idea di portare avanti la preparazione. Io spero di averlo a luglio come risorsa per appunto i Weg di Tryon. Poi ha questi due cavalli, Diesel e Deniro, con i quali ha fatto benissimo ad Amburgo ma sono entrambi di nove anni e non mi sembra il caso di rischiare né uno né l’altro in una Coppa a Roma».

Paolo Paini ha fatto un recupero quasi miracoloso dopo il suo infortunio…

«Paolo è stato fantastico: una forza di volontà straordinaria e un recupero lampo. Lui doveva essere uno dei titolari della squadra di Coppa delle Nazioni a Samorin, ma poi ha avuto l’incidente che l’ha fermato. Si è ripreso al meglio e se malauguratamente da qui a Piazza di Siena dovesse esserci un contrattempo con qualcuno dei cinque cavalli della squadra, lui con Ottava Meraviglia sarà il sostituto».

Ci sarà il debutto di un cavaliere giovanissimo, Giacomo Casadei, che compirà 16 anni in settembre.

«Sì, credo sia una cosa molto bella. Il settore giovanile italiano sta sfornando dei talenti, è indiscutibile, da anni arrivano medaglie a livello europeo. Questo dimostra che dietro c’è un movimento positivo importante, le medaglie che vinciamo non sono certo una casualità. Giacomo Casadei è un po’ una punta di diamante della nuovissima generazione, è il cavaliere che rappresenterà l’Italia alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires, quindi la sua presenza a Roma in un certo senso è un riconoscimento per tutto il settore, per tutto il movimento giovanile, è il messaggio della federazione che dice ai giovani datevi da fare che avete delle opportunità. La sua convocazione è un atto di lungimiranza sportiva da parte della federazione».

Gianni Govoni, un cavaliere al quale non poter rinunciare…

«Per togliere Govoni dal gruppo di cavalieri da portare a Piazza di Siena diciamo che dovrei proprio… non so, non saprei nemmeno io. Il fatto è che Gianni una gara la vince sempre. Anche se gli manca il cavallo di punta. Fermo restando che Govoni è uno dei talenti più grandi che l’equitazione italiana abbia espresso negli ultimi trent’anni».

Un bel ritorno a Roma: quello di Massimo Grossato.

«Ecco, lì avevo un dubbio. Siamo partiti dallo Csio di Drammen l’altro giorno con un po’ di amarezza… Ai ragazzi ho detto che avevamo sbagliato un gol a porta vuota, ma che queste cose nello sport succedono… A Massimo ho raccomandato di non prendersela (in Coppa delle Nazioni con Lazzaro delle Schiave 0/15, n.d.r.), e poi lui ha fatto una bellissima gara in Gran Premio. Massimo Grossato è un cavaliere di eccellente bravura, e poi questo cavallo italiano, Lazzaro delle Schiave, mi piace moltissimo, vedo delle grandissime qualità in prospettiva. Però ero indeciso, ci siamo lasciati a Drammen così, con la mia indecisione per lui tra Lisbona e Roma. Poi però ho pensato che un viaggio pesante come quello per andare a Lisbona praticamente poco dopo aver fatto quello altrettanto pesante per Drammen sarebbe stato troppo per il cavallo… E poi in definitiva io voglio vedere questo cavallo a Roma, spero che riesca a qualificarsi per il Gran Premio perché voglio vederlo saltare lì: se la risposta ci sarà avremo una conferma in più circa il discorso dell’aumento delle risorse in prospettiva. E che Massimo Grossato possa essere una ottima risorsa in più è praticamente certo, la sua qualità di cavaliere è indiscutibile».

Paolo Zuvadelli e Antonio Alfonso hanno esibito un rendimento costante e positivo nel corso degli ultimi tempi.

«Paolo in Coppa delle Nazioni a Linz ha montato davvero molto bene, molto preciso, freddo, lucido, essenziale… molto bene, molto. Antonio è un cavaliere bravissimo, che personalmente ho sempre stimato tanto».

Luca Moneta monterà l’intramontabile Neptune Brecourt…

«Sì. Lui è invitato anche allo Csio di San Gallo, in Svizzera. Tutti e due però i cavalli non li possono fare… Ma so che lui ci tiene a Roma, in più è competitivo, può vincere una gara… Però gli ho detto adesso ti fermi un attimo, perché lui ha un tale entusiasmo che salterebbe tutte le settimane andando da Helsinki al Marocco senza problemi».

Luigi Polesello fa parte dei tre convocati under 25.

«È l’under 25 che fa parte della prima fascia in relazione a quanto è stato fatto negli ultimi due anni. Io sono partito dicendo che voglio rispettare il lavoro che è stato fatto dal mio predecessore e dalla Fise, e quindi… Polesello è un ragazzo che ha fatto molti progressi, ha un cavallo che può saltare qualunque percorso di Coppa e Gran Premio di qualunque Csio, e quindi adesso ha un’ulteriore occasione per valorizzarsi. Tra gli under 25 è quello che ha un cavallo già consolidato in questo momento per poter fare un Gran Premio Roma. Ma tengo a ribadire che abbiamo in generale dei ragazzi fortissimi, nei nostri giovani c’è una qualità veramente elevata».

Il terzo giovane con Casadei e Polesello è Giampiero Garofalo.

«Giampiero Garofalo è stato indicato dalla Young Riders Academy. La scelta è stata quella di sostenere e difendere per un cavaliere italiano il posto che sarebbe potuto andare a un giovane di un’altra nazione. Diciamo che ci siamo dati da fare affinché il posto della Academy venisse dato a un italiano: poteva anche essere di uno straniero, infatti. In sostanza, Garofalo è fortissimo, ma ce ne sono anche altri di giovani fortissimi, e quindi la domanda potrebbe sorgere ovvia: ma la risposta è che quello era un posto della Academy, quindi o lui oppure quel posto andava a uno straniero».