Caprilli, storia e modernità

“Caprilli, Storia e modernità” è l’editoriale di Beppe Boni su Cavallo Magazine di Aprile 2019, in edicola dal 30 marzo con l’allegato gratuito  Cavallo Junior, il giornale per i piccoli e giovani campioni del mondo del cavallo

Bologna, 1 aprile 2019 – “Caprilli, Storia e modernità” è l’editoriale di Beppe Boni su Cavallo Magazine di Aprile 2019, in edicola dal 30 marzo con l’allegato gratuito  Cavallo Junior, il giornale per i piccoli e giovani campioni del mondo del cavallo.

Da La Stampa, 6 dicembre 1907: “Il Capitano Caprilli ieri, alle 17:20 montando a cavallo sul corso Duca di Genova, cadde essendo al piccolo trotto, contrariamente a quello che alcuni giornali hanno pubblicato stamane. L’ipotesi più probabile è che sia stato colto da improvviso malessere; questa ipotesi è avvalorata dal fatto che, senza che il cavallo facesse il minimo scarto od altra difesa, fu visto il capitano barcollare e cadere pesantemente a terra, battendo il capo. Egli riportò la frattura della base del cranio…”. Si congedò dalla vita terrena così il capitano di Cavalleria Federigo Caprilli (Livorno, 8 aprile 1868 – Torino, 6 dicembre 1907), come forse avrebbe voluto. Lui grande cavaliere deceduto in un ‘incidente sul lavoro’. Il capitano Caprilli da quando è salito in cielo non è mai uscito dalla memoria collettiva di coloro che praticano e vivono il mondo dell’equitazione. Anzi, da allora la sua figura è stata valorizzata più di quanto non fosse accaduto quando era in vita. Succede con alcuni grandi personaggi: più compresi e celebrati dopo che durante.

L’ufficiale livornese è stato l’ideatore del Sistema naturale di equitazione, basato sul principio di permettere al cavallo un movimento il più naturale possibile. E da allora la svolta epocale impressa da Caprilli è rimasta una base dalla quale hanno preso ispirazione le varianti e le evoluzioni successive dell’assetto soprattutto con fini agonistici. Caprilli fu dunque un grande cavaliere ma anche un grande scienziato del montare in sella, cambiò la tecnica ma soprattutto la mentalità. Per questo a lui ancora oggi ci si riferisce nell’equitazione moderna.

In questi mesi, a 151 anni dalla nascita, la Fise e lo Stato maggiore dell’Esercito lo ricordano con una serie di iniziative che sarebbe utile seguire. Il marzo scorso il capitano della monta naturale è stato ricordato in un convegno che si è tenuto all’Accademia militare di Modena a cui seguiranno altre giornate di studio: il 17 giugno alla Scuola di Applicazione di Torino, il 30 settembre alla Caserma Santa Barbara di Milano e il 2 dicembre al 6° reggimento Lancieri d’Aosta di Palermo.
Questa bella carrellata caprilliana contribuisce a mantenere vivo il ricordo di un grande cavaliere che ha impresso una svolta tecnica e di cultura nell’equitazione ancora oggi energica e attuale.

di Beppe Boni – Condirettore de Il Resto del Carlino di Bologna e Direttore di Cavallo Magazine –
beppe.boni@cavallomagazine.it

 

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