Catania, asta dei cavalli di Ambelia: risponde la direttrice dell’I.I.R. Sicilia

Ieri si è svolta l’asta dei 22 Purosangue Orientali messi in vendita dall’Istituto di Incremento Regionale siciliano: alle critiche mosse in merito risponde la commissaria straordinaria dell’istituto, dottoressa Concetta Torrisi

Catania, 16 marzo 2017 – Dopo le polemiche dei giorni scorsi riguardo all’annuale asta dei cavalli Purosangue Orientali dell‘Istituto Incremento Ippico per la Sicilia che si è regolarmente tenuta ieri mercoledì 15 marzo 2017, una precisazione della Commissaria Straordinaria dell’Istituto, dottoressa Concetta Torrisi:

«Scopo dell’ente è quello di salvaguardare le razze equine autoctone siciliane in via di estinzione. Alleviamo con continuità dal 1880, nella tenuta Ambelia in Val di Militello di Catania, purosangue orientale, sanfratellano, asino ragusano e asino pantescricorda la dottoressa «non facciamo riprodurre tutti indistintamente per farne carne da macello ma scegliamo solo i cavalli che riteniamo idonei in accordo con l’Anica (l’Associazione Nazionale Italiana Cavallo Arabo). L’asta – racconta Torrisi – viene svolta da più di vent’anni ed è un momento atteso dagli allevatori per poter acquistare soggetti di  razza. Per partecipare ogni allevatore deve avere un codice aziendale che viene rilasciato dall’Asp. Secondo la legge, anche l’azienda che possiede un solo cavallo, deve essere registrata all’anagrafe equina nazionale. Quindi, sia animali che acquirenti sono assoggettati alle norme di polizia veterinaria».

In aggiunta alle parole della dottoressa Torrisi ricordiamo inoltre che, nonostante i cavalli in questione siano effettivamente DPA, ben difficilmente un Purosangue Orientale può venire considerato un animale appetibile per i macellai: manca, semplicemente, di una quantità redditizia di massa muscolare.

In quanto al fatto che potrebbero venire acquistati per le corse clandestine, risulta ancora più difficile credere che chi si diletta in tali mafiosi passatempi sia così ingenuo da andarsi a comprare i cavalli tramite un’asta ufficiale, presentando quindi documenti che in caso di fermo, controllo o sequestro del cavallo (quelli di Ambelia ovviamente sono tutti regolarmente microchippati) farebbero immediatamente risalire a lui.

Senza contare che, per le corse clandestine, vengono richiesti Purosangue Inglesi (molto veloci) e non Purosangue Orientali (molto resistenti, non tanto fast): al malavitoso piace vincere facile, mica si presenta in corsa con il limitatore di velocità.

Nell’asta di ieri 17 soggetti hanno trovato un acquirente, tanti anche fuori regione: tutti i compratori di ieri sono allevatori regolarmente registrati, i PSO di Ambelia spesso vengono avviati alle gare di endurance.

L‘Istituto Incremento Ippico Sicilia, il cui direttore è il dottor Alfredo Alessandra, è attualmente commissariato in quanto la Regione Sicilia non ha ancora nominato il  Consiglio di Amministrazione.

In quanto alla delicatissima questione DPA o NON DPA, osiamo ricordare: la selezione di una razza non si fa senza selezione, direbbe monsieur de la Palisse.

Senza la scelta dei riproduttori migliori un certo tipo di cavallo è inevitabilmente destinato a degenerare, quindi morire, perché semplicemente non troverebbe lavoro.

Poi chi non è adatto a fare il riproduttore può ovviamente essere ottimo nello sport o in un altro tipo di lavoro e/o impiego: ma non tutti, non sempre. Purtroppo.

Forse a volte bisognerebbe ricordarsi che i cavalli sono ancora qui, di fianco a noi uomini, perché hanno sempre trovato il modo di rendersi utili – saltando, galoppando, trottando, portandoci a divertire in campagna, trainando qualsiasi cosa avesse almeno un par di ruote: se li facciamo diventare dei soprammobili senza scopo, in 25 anni diventeranno più rari dei rinoceronti bianchi.

E’ davvero quello che vogliamo?

Qui l’articolo dal quale abbiamo tratto la citazione della dottoressa Torrisi