Una Murgese sul campo da golf: cronaca di una galoppata mai fatta

Dal post su Facebook di un amico al ricordo di una galoppata mai fatta su un campo da golf con Vaniglia, cavalla Murgese: e delle proprietà educative di un rastrello…

Modena, 8 marzo 2018 – La vignetta è divertente: un binomio al galoppo pancia a terra in mezzo ad un nugolo di golfisti terrorizzati, ovviamente lo sfondo è quello verdissimo di un campo da golf e il titolo dice tutto – “Il desiderio di ogni cavaliere”.

Eh già, perché sarebbe bello davvero galoppare in una cornice ideale come quella regalata da un campo da golf: erba cortissima e ben rasata (spesso Bermuda, la stessa dei campi da Polo per la cronaca), un bel fairway invitante, un contorno elegante di alberi e cespugli ben curati. Peccato sia severamente proibito, ovviamente, e la galoppata golfistica debba rimanere per forza nel mondo dei sogni.

Ma modestamente una volta io nel 1990 ce l’ho quasi fatta: grazie a quella grandissima manigolda che era Vaniglia, la mia cavalla Murgese.

Con lei eravamo sempre in giro in passeggiata, che le sue doti di Caterpillar si esprimevano al meglio in campagna; in quel periodo la tenevo a San Vito di Modena, scuderizzata da Giancarlo Venturi che con tanta gentilezza e pazienza ci insegnava, un po’ alla volta, ad essere meno rustiche di quanto la nostra indole ci suggerisse.

Ma le passeggiate nei dintorni ci esaltavano sempre, specialmente seguendo il corso del Tiepido, un torrente che scende verso il Panaro traversando anche la zona delle prime colline dalle parti di Colombaro nel comune di Formigine: sia scendendo che salendo il suo corso potevamo ricrearci in santa pace, grazie al piede fenomenale della mia morellona che non temeva niente e nessuno che avesse un’origine naturale (le biciclette, ahimé, non fanno parete di Flora & Fauna per cui Vaniglia le odiava…ma questa è un’altra storia).

E durante una di queste belle passeggiate ci eravamo d’improvviso trovate in una specia di sogno: una volta risalita la breve ripa del Tiepido in un punto che ancora non conoscevamo ci eravamo trovate dentro un meraviglioso campo di un incantevole verde smeraldo, curato in modo impeccabile e avanziamo per qualche passo in quello che a noi sembra davvero un sogno ad occhi aperti.

A me si era aperto il cuore, a Vaniglia anche: ho stampate negli occhi le sue orecchie nerissime su quello sfondo color Irlanda che puntano decisissime in avanti mentre la testa si solleva e l’incollatura si alza e il posteriore si mette sotto giusto quel tanto che basta per….ma accipicchia, cosa inquadrano le orecchie della Vanì? un omino.

Un omino che corre. Più precisamente: un omino che corre agitando un rastrello, adesso che si avvicina lo vedo meglio ma con chi ce l’ha? mi giro sulla sella, dietro di noi non c’è nessuno, anche la Vaniglia si guarda dietro la groppa quando mi volto, io a destra e lei a sinistra.

L’omino diventa sempre più grande, è chiarò che ce l’ha con noi e poi stanno arrivando anche altri due gruppi di persone, che intanto trascinano delle strane…sacche da golf?!?

Udiomama, eravamo entrate nel campo del Modena Golf & Country Club: appena ho realizzato la cosa abbiamo girato tacchi e ramponcini e ci siamo reinfilate sul Tiepido, al nostro posto, trottando via dignitosamente come se niente fosse successo…ma quella galoppata non fatta l’abbiamo avuta sul gozzo per un po’, santapaletta.

Quando sono tornata lì per giocare, tanti anni dopo, e la gentile signorina alla reception mi ha chiesto se ero già stata da loro ho detto di no: era un po’ troppo complicato spiegarle i precedenti.