Cavalli abbandonati: che fare? sono tanti

L’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente lancia un grido di allarme: secondo i loro calcoli in Italia i cavalli abbandonati o lasciati senza cure sarebbero 45.000

Roma, 6 giugno 2017  – Anche in Italia i cavalli a fine carriera stanno diventando un problema: come in Inghilterra e Irlanda, dove si moltiplicano i casi di abbandono che sfociano poi spesso in tragici eventi di cronaca.

La situazione sta diventando esplosiva: secondo i dati forniti da Aidaa i cavalli lasciati privi di cure o semi-abbandonati sarebbero ormai 45.000.

Al di là del numero in sé – tutto da verificare: non sappiamo su quali dati sia stato definito, al momento l’unico raffronto che abbiamo è quello con i dati inglesi che parlano di 3.400 cavalli a rischio – il problema esiste: riportiamo le osservazioni di Lorenzo Croce, presidente di Aidaa, che sono un ottimo spunto di discussione.

Qui qualcuno si riempie la bocca con le proposte di far diventare il cavallo un animale di affezione, proposta ovviamente da noi condivisa, ma prima occorre avere il coraggio di affrontare e risolvere la questione che riguarda decine di migliaia di cavalli che spesso vengono abbandonati negli stessi maneggi oppure liberati in un recinto e li lasciati senza alcuna cura, o ancora peggio venduti all’estero dove indipendentemente dal fatto che nella loro esistenza abbiamo assunto dei prodotti dopanti e nonostante i divieti vengono macellati e la carne poi rimandata in Italia magari anche grazie agli sconti fiscali concessi negli anni scorsi dai nostri governi sull’importazione di carne di cavallo e asino congelata“.

Le cose vanno dette come stanno – prosegue Croce – qui siamo di fronte a un dilemma balordo, da una parte siamo contrari allo sfruttamento dei cavalli nello sport, ma se non gareggiano finiscono nei macelliOccorre rompere questo orribile circolo vizioso e sedersi tuti insieme attorno a un tavolo senza pregiudizi dalle varie parti e trovare una soluzione alla questione dell’abbandono dei cavalli che rischia di diventare ancora più esplosivo nei prossimi anni“. 

Fonte: LaPresse