Il Caitpr, sentinella e risorsa dell’ambiente: il report di Pescasseroli

Una razza ad alta vocazione ambientale: il Cavallo Agricolo Italiano da tiro pesante rapido e i suoi molteplici ruoli sul territorio sono stati i protagonisti del convegno di Pescasseroli: qui il report dell’evento

L’Aquila, 19 aprile 2018 – Un nuovo appuntamento per il CAITPR? questo l’auspicio dopo la giornata di Pescasseroli del 14 aprile scorso.

L’iniziativa è nata dalla volontà e dalla combinazione di intenti tra alcuni allevatori della nostra razza con i dirigenti del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Una coincidenza di interesse che già si propone di per sé come importante e che denota un obiettivo comune tra gli allevatori e questo prestigioso ente che vanta quasi un secolo di storia essendo uno dei Parchi storici del nostro Paese.

Il Parco d’Abruzzo fu ufficialmente istituito nel gennaio 1923, secondo solo per una manciata di settimane a quello del Gran Paradiso. Innegabilmente, si parla più sovente di rapporti non facili tra coloro che lavorano e abitano in una zona protetta e gli Enti deputati a tale protezione.

Quindi l’iniziativa d Pescasseroli già sotto questo profilo suscita interesse e curiosità perchè, in questa occasione, tutto è nato ed è stato condotto proprio nell’ottica di creare sinergia tra chi ha il difficile ruolo di proteggere l’ambiente e coloro che in quel territorio vivono ed investono nelle loro attività.

Il Comune Denominatore dell’evento è stato, infatti, il buon senso (la base di tutto, come sempre!): molto attenti e favorevoli gli ambienti tecnici e politici del Parco a vedere nell’allevamento della razza CAITPR una risorsa ambientale supplementare messa a disposizione dalle popolazioni del territorio ed altrettanto convinti gli allevatori che la presenza del Parco, con un atteggiamento di attenzione d parte dei responsabili dello stesso, possa essere un’opportunità per chi ci lavora e produce.

La giornata è iniziata con un articolato convegno impostato molto opportunamente su un modulo inter disciplinare dove però molto si è detto e molto si è sottolineato circa la realtà locale del CAITPR e delle sue diverse funzioni o possibilità di proficuo utilizzo: da sentinella ambientale per l’utilizzo dei pascoli come prevenzione di dissesti o rischi ambientali importanti, a quella del lavoro in bosco che è una realtà presente e radicata nella tradizione e che il Parco ritiene vada giustamente favorita, sino alle possibilità legate ad iniziative di carattere più turistico.

Insomma, il CAITPR quale elemento e componente della tutela e dell’offerta del territorio.

Nulla di nuovo sotto il sole. In molte aree a vocazione ambientale o anche solo turistica, specialmente all’estero, ma anche in Italia, le razze locali sono considerate non solo un patrimonio culturale e storico del territorio, ma anche come uno degli strumenti con cui far vivere e tutelare l’ambiente in modo sostenibile.

E’ importante registrare però che queste posizioni siano emerse ufficialmente. Ma dalla teoria alla pratica! In una sorta di alternanza tra possibilità e realtà, la giornata si è infatti conclusa con una presentazione di soggetti CAITPR.

La vetrina è stata anch’essa articolata nelle forme multi funzionali di presenza della razza che erano così ben emerse negli interventi del Convegno.

Ci si è trasferiti al Centro Ippico Vallecupa e, giusto per tradurre in pratica le linee guida del convegno, ai relatori è stato offerto un “passaggio” di trasferimento su una carrozza per escursioni trainata da un pariglia di CAITPR scortata da una pattuglia di Carabinieri Forestali della Stazione di Feudozzo montata su due splendidi esemplari di Cavallo Persano.

Poi sul campo, vi è stata un’altrettanto interessante alternanza tra presentazioni di riproduttori, tutti tra l’altro di qualità e di pregio a testimoniare anche il percorso di miglioramento dei propri nuclei prodotto nell’ultimo quindicennio dagli allevatori locali i quali possono vantare anche risultati di rilievo nelle passerelle nazionali di razza, con alcuni CAITPR e muli derivati (altro atout produttivo della razza nella sua multifunzionalità) impiegati realmente nel lavoro di esbosco nelle splendide faggete che sono uno dei marchi e dei biglietti da visita del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Un vero e proprio focus “dal vivo” sulla realtà che ha tradotto le parole in fatti reali ed in persone reali e vere quali gli allevatori CAITPR della zona. Nell’occasione, peraltro, i protagonisti locali sono stati innanzitutto gli allevatori residenti nel Parco: la famiglia Santercole, gli allevamenti Iannucci, D’Ottavio, Santarelli e Campana i quali sono stati, però, ben supportati da alcuni allevatori provenienti da altre zone dell’Abruzzo e del Lazio con i loro soggetti: allevamenti D’Angelo e Flaviani di Ovindoli, allevamento Santilli di Celano sino all’allevamento Francescangeli di Antrodoco (Ri).

Allevatori che quasi tutti operano e lavorano in altre aree protette, un primo passo verso l’obiettivo di rendere questo nuovo evento un appuntamento fisso annuale sotto la prestigiosa egida del Parco e, come si diceva poc’anzi,un primo passo in senso sinergico che si spera possa diventare simbiosi.

Ma anche un fatto importante che può costituire un primo esempio, una sorta di modulo, per altre realtà.

Il CAITPR è infatti una razza che, se nel caso del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise vanta ben 24 allevamenti presenti, ha anche una sorta di vocazione alla presenza nelle aree protette

Basti pensare che allevamenti CAITPR sono presenti in tutti i Parchi della dorsale appenninica e dove, quindi, l’esempio di Pescasseroli può trovare altrettanto seguito. Un appuntamento che nel tempo potrà divenire più articolato valorizzando, anche attraverso forme ludiche o di mostra, il lavoro di coloro che allevano CAITPR e lavorano con questa razza sul territorio.

Ed anche un importante momento per poter toccare con mano l’utilità della conservazione della Biodiversità della razza CAITPR.

Comunicato stampa Anacaitpr

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