Eleganza e tradizione: e i cavalli vanno agli attacchi

La XXIII Sfilata di Attacchi tenutasi a Siviglia lo scorso fine settimana ci offre l’occasione di approfondire due discipline delle redini lunghe poco conosciute, ma molto affascinanti

Milano, 17 aprile 2018 – La XXIII edizione della Sfilata di Attacchi in occasione della Real Maestranza di Siviglia, che si è svolta lo scorso fine settimana nella città andalusa, ci offre il destro di parlare di due discipline equestri affascinanti: gli Attacchi di Eleganza e Tradizione.

Che offrono l’incredibile opportunità  di dimenticare frenesia e traffico di strade e tangenziali per ritrovarsi in un mondo a parte, dove il sole brilla sulla vernice lucida dei legni che scivolano lungo i sentieri ghiaiati, magari attaccati ad un Hackney temperamentoso o ad una pariglia di serissimi Polacchi.

Dagli anni trenta in poi macchine, camion e trattori hanno sostituito carrozze, calessi e carri non soltanto sulle strade ma anche nelle rimesse, pochissimi legni si sono salvati dai falò e dall’incuria.

L’esperienza delle persone riguardo a cavalli ed attacchi è andata perdendosi e lo scopo di questi concorsi è mantenere in vita ciò che è rimasto di quel patrimonio culturale, intrecciato da sempre alle lunghe redini di splendidi equipaggi.

Un sapere molto particolare, tecnicamente nuovo anche per chi già conosce i cavalli “normali”, quelli da sella per usi più o meno sportivi.

Ma come funzionano questi concorsi? Ogni equipaggio si presenterà davanti ai tre giudici presenti che, uno dopo l’altro, lo esamineranno prima da fermo e poi in movimento; il guidatore dovrà rispondere alle domande che gli verranno poste ed eseguire i movimenti richiesti.

Per quanto diverse siano le strutture delle due diverse tipologie di veicoli (anche se ben restaurato, un legno antico mantiene delicatezze strutturali che ne impongono un utilizzo diverso da quello di una riproduzione in materiali hi-tech), le regole sono le stesse: e la prima di tutte è la sicurezza, deve essere questa il chiodo fisso di chi attacca.

Dall’addestramento del cavallo e del guidatore alla scelta del legno e dei finimenti più adatti soltanto una cura meticolosa ed una attenzione maniacale per i dettagli possono evitare problemi.

La prima causa di incidenti in questa disciplina sono le rotture di finimenti e l’attenzione che viene posta al loro stato e mantenimento non ha nulla a che fare con l’estetica: un finimento bene ingrassato non è soltanto più bello ma anche più sicuro di uno non curato, e quindi non controllato.

La seconda regola fondamentale è domandarsi il perchè delle cose: c’è sempre una motivazione squisitamente pratica dietro ogni piccolo particolare di finimenti, legni, tolettature del cavallo, abbigliamento del guidatore e dei suoi passeggeri.

Ed è per questo che diventa importante recuperare la cultura di chi attaccava per diletto o necessità nei tempi in cui il cavallo era l’unico motore del mondo.

Sapere come si vestiva a dovere un cavallo evitava fiaccature e incidenti: la braga troppo bassa o il collare non della giusta misura su di un prato verde e tranquillo sembrano poco importanti, ma se il cavallo così mal vestito dovesse veramente lavorare diventerebbero un grosso problema.

Chi si presenta davanti al giudice di un concorso d’eleganza deve avere ben chiaro in mente che non si tratta di una sfilata delle vanità, non saranno certo gli strass di una bella passeggera o il prezzo dei finimenti a colpire in modo positivo l’occhio del giudice: ma i particolari che devono raccontare la consapevolezza di chi li ha curati, l’attenzione verso il cavallo e le sue necessità.

E infine la passione del guidatore, che si vede tutta nell’addestramento dei suoi cavalli: i migliori per queste manifestazioni sono quelli che non creano problemi di gestione, ben lavorati e agli ordini, che possano permettere una passeggiata piacevole e tranquilla anche nel caso si volesse uscire per i viali di un parco cittadino.

Il legno

Riproduzione di un pezzo d’epoca od originale restaurato che sia, deve essere impeccabile: attenzione quindi alla manutenzione ma anche all’accuratezza delle finiture, che la dicono lunga sulla competenza di chi si è occupato della costruzione o del restauro: la candela in un fanale originale, la pulizia degli ottoni, lo scopo di un nottolino apparentemente dimenticato possono innescare disquisizioni interessantissime e sorprendenti, che si trascinano dietro pezzi di storia quotidiana dei secoli scorsi.

Mozzi delle ruote non coerenti tra di loro, particolari anche minimi sostituiti con approssimazione, colori non compresi tra quelli tradizionalmente utilizzati per quel particolare tipo di legno sono dettagli costati qualche frazione di punto a molti concorrenti. Il rispetto dell’originale, per quanto possibile e compatibile con l’utilizzo pratico ai nostri giorni, è sempre premiato dall’ammirazione del Giudice.

Evitare di attaccare un cavallo che non abbia le physique du rôl adatto al legno che abbiamo scelto: un pony attaccato ad una carrozza a quattro ruote troppo grande per lui fa perdere molti punti al suo guidatore.

Lo stesso pony farà invece una splendida figura con un Governess Cart o una deliziosa, frivola “cestina”: occorre solo assecondare la sua personalità ed esaltare le sue qualità, senza mortificarlo con un compito troppo gravoso. 

Il cavallo

Sereno, alla mano, bel modello, in ottima condizione: è questo il ritratto del cavallo ideale per i Concorsi di Tradizione ed Eleganza.

Il Giudice valuta attentamente gli appiombi, la ferratura (se di tipo correttivo fa sospettare qualche acciacco agli arti), il governo della mano, l’addestramento del cavallo e i suoi movimenti.

I soggetti molto in avanti spesso guadagnano punti per il movimento ma possono perderne all’esame da fermi che può durare alcuni minuti, e l’equipaggio deve dimostrate tutta la calma necessaria a consentire una piacevole conversazione tra proprietario e giudice.

Per gli attacchi di Tradizione la tolettatura del cavallo dovrebbe essere la più semplice possibile, senza trecce a criniera e coda: la buona cura quotidiana del cavallo risulta evidente anche dallo stato dei suoi crini che si vogliono quindi ben visibili, non nascosti da acconciature più o meno ricercate. Spesso le code sono tenute troppo lunghe e fluenti, molto più sicuro regolarle alla giusta misura: si evita così che si impiglino nei finimenti procurando fastidio al cavallo durante il lavoro. 

I finimenti

Stato e regolazione dei finimenti sono molto importanti perchè da loro dipendono la sicurezza dell’equipaggio e il benessere del cavallo: una redine che si rompe a causa del cuoio tropo secco può causare tragedie, un cavallo spaventato da qualche spiacevole incidente è difficilmente recuperabile a un compito delicato come quello del carrozziere.

Per questo occorre prestare la massima attenzione a prevenire per quanto possibile ogni tipo di problema: scegliere i finimenti più adatti alla taglia del soggetto e al tipo di legno, regolarli con attenzione e cura, mantenerli in ottimo stato sono i tre comandamenti principali degli attacchi.

Poi le sottigliezze formali: stile del materiale di selleria che deve accordarsi all’epoca e al tipo di legno, coerenza dell’insieme (nello stesso equipaggio sono tollerate decorazioni leggermente differenti tra un cavallo e l’altro se però almeno le cifre del proprietario e il tipo di cuoio sono identici per tutti), competenza tecnica nello scegliere tra le diverse soluzioni possibili (ad esempio per una carrozza a due ruote i bracciali porta-stanghe saranno affibbiati alla dorsiera mentre per una a quattro ruote si dovranno scegliere dei semplici portastanghe).

Tra gli errori più comuni visti tra i concorrenti: regolazione scorretta di giungole, braga e tirelle, collari troppo stretti. 

Il guidatore

Spesso il guidatore è anche il proprietario dell’equipaggio ma l’eventuale distinzione tra le due figure è importante, perché il giudice vuole parlare solamente con il proprietario durante la prova.

Deve quindi essere in grado di riconoscerlo immediatamente grazie ad alcune convenzioni: se l’attacco è guidato dal proprietario almeno le redini sono in cuoio color naturale (quelle in cuoio nero sono riservate al cocchiere, quindi un dipendente), solo i proprietari attaccano con le giungole metalliche, e soprattutto è il proprietario che una volta arrivato davanti al giudice lo saluta.

Istruire bene groom e passeggeri per evitare ogni tipo di confusione e facilitare quindi il compito di chi deve valutare il vostro equipaggio

I groom

Corretti, veloci e silenziosi: si fermano davanti alla testa del cavallo quando l’attacco è fermo, risalgono agilmente al loro posto dopo che si è messo in movimento.

Parte fondamentale dell’equipaggio e che spesso è formato da famiglie al gran completo – papà alle redini, mamma nei panni del groom e figlioli come serissimi e perfetti passeggeri. Attaccare unisce, è uno dei tanti risvolti positivi di questa disciplina così affascinante. 

I passeggeri

Non sono necessari, ma possono dare quel tocco in più di classe se sono curati ed eleganti quanto il resto dell’equipaggio: gli abiti e il cappello di una signora sedute a cassetta accanto al guidatore dovrebbero essere per quanto possibile in accordo con i colori dell’attacco, senza stravaganze o dettagli sopra le righe. Sempre e rigorosamente: tutti a capo coperto, signore e bambini compresi.

La differenza tra Eleganza e Tradizione

La prima prevede il concorso di legni originali o repliche fedeli,  con l’equipaggio che viene valutato tenendo conto della tenuta di guidatore, groom e passeggeri, dei finimenti e della carrozza e delle condizioni dell’insieme; il concorso di Tradizione invece prevede, oltre a questa valutazione solo apparentemente formale dell’equipaggio, anche un percorso fino a 15 km. per dare prova delle andature dei cavalli e una prova su percorso ad ostacoli mobili, con porte un po’ più larghe di quelli riservati agli attacchi sportivi.