Emilio Bicocchi: e ora il Gran Premio!

A Ginevra il cavaliere toscano è l’unico (forse… ) tra gli azzurri ad aver conquistato il diritto di partecipare al Gran Premio Rolex di domani. E per il secondo anno consecutivo…

Ginevra, 9 dicembre 2017 – Lorenzo de Luca questa sera parteciperà alla finale Top 10 Rolex Ijrc, primo italiano capace di raggiungere tale prestigioso traguardo nella storia del salto ostacoli. Per lui l’obiettivo sarà duplice: il risultato migliore possibile (ovvio) ma anche l’ultima possibilità di qualificarsi per il Gran Premio Rolex di domenica. Tra i concorrenti che non sono già qualificati, infatti, il migliore accederà alla favolosa gara di domenica pomeriggio: quindi c’è ancora incertezza…

Chi invece la certezza l’ha guadagnata senza alcun dubbio è Emilio Bicocchi. Un’ennesima formidabile prestazione su Ares ieri sera nel Grand Prix Credit Suisse gli ha garantito il biglietto per domani. Non c’è da stupirsi del resto: il binomio Bicocchi/Ares ha vissuto nel 2017 una stagione davvero meravigliosa.

Emilio Bicocchi: sarebbe azzardato dire che lei non ha mai montato bene a cavallo come nel corso dell’ultimo anno?

«Mah, non so… Sono grato di questo giudizio. Diciamo che è quello che si spera di fare sempre: migliorare in continuazione, è quello che si cerca di fare ogni giorno quando si monta a cavallo. Ogni giorno deve essere un piccolo passettino in avanti. Mi auguro che sia così».

Lei non ha questa sensazione?

«Penso di sì. Di sicuro in questo Ares mi dà una grossa mano: è un cavallo abbastanza classico, quindi quando si monta un cavallo del genere e il morale è alto e tutto funziona allora ci si può concentrare di più sui singoli dettagli, sulle cose piccole che però spesso sono quelle che fanno la differenza. È quello che cerco di fare».

Il cavallo in effetti ha mantenuto un livello di prestazioni altissimo, soprattutto nella seconda parte di stagione.

«Sì, è vero, in tutti i Gran Premi cui ha partecipato ha sempre fatto zero, almeno nei percorsi base. Una bella costanza. Adesso speriamo domani… !».

Quali sono le caratteristiche dei percorsi nei quali lui eccelle, e quali invece le cose che lo possono mettere in difficoltà?

«Non saprei rispondere francamente, anche perché a questo livello di concorsi le difficoltà ci sono tutte: altezza, profondità, tecnicità, trasparenza e delicatezza degli ostacoli… Basta solo che un cavallo abbia una piccola carenza nei confronti di anche solo uno di questi aspetti e il risultato non viene. I cavalli che sono a questo livello grosse difficoltà non le devono avere. E se le hanno, non arrivano a questo livello… ».

Cosa si aspetta per domani? Cosa crede che possa succedere?

«Eh, bella domanda… Siamo qui per fare bene, quindi vediamo. Spero che il direttore di campo metta dei percorsi un po’ più lineari, con un po’ più di spazio. Questo è un giudizio del tutto personale, ma i percorsi che ho trovato fino a questo momento non li ho apprezzati particolarmente: in un campo gigantesco come questo, praticamente per le dimensioni è come se fosse un campo ostacoli all’esterno, sono stati costruiti percorsi con distanze cortissime dove è difficile prendere un’andatura, ostacoli vicini agli angoli, linee corte… insomma, secondo me non sono state sfruttate al meglio le caratteristiche eccezionali di questo campo».

Speriamo che la gara migliore dell’anno sia domani, ma altrimenti quale è stato nell’arco della stagione il momento migliore, la prestazione migliore di Ares?

«Il Gran Premio di Calgary (4° posto, n.d.r.). Un concorso troppo speciale».

Cosa ha pensato in quei momenti, durante quei giorni, durante quel Gran Premio?

«L’unica cosa che ho chiesto all’inizio dell’anno a Roberto Arioldi: ho detto guarda, il cavallo è sempre a disposizione ovviamente come sempre è stato in passato e come sempre sarà in futuro, ma la cosa a cui tengo di più con lui è fare il Gran Premio di Calgary… Era uno dei miei obiettivi fin dall’inizio dell’anno: ed è andato tutto molto bene. Quello è un campo che si adatta molto ad Ares: spazi grandi, servono mezzi e forza, quindi è proprio il suo campo. E senza peccare di presunzione direi che sarebbe potuto andare anche meglio di come è andata, perché in seconda manche ho fatto proprio un errore un po’ di rilassamento. Ma ci avrei messo la firma su un risultato del genere».

Il Campionato d’Europa invece? Ci sono stati quei due errori nella finale a squadre…

«Sono stati due errori direi tecnici. Il cavallo era molto in forma e saltava molto bene. Abbiamo fatto una prova con delle stinchiere un po’ diverse con le quali il cavallo saltava molto bene e in modo spettacolare, però me lo hanno un po’ squilibrato… Quei due errori vengono da questo. Diciamo che sarebbe stata una cosa da fare un pochino prima, che poi quel tipo di lavoro mi è servito per il resto della stagione».

Ares lo considera il miglior cavallo della sua vita, oppure Kapitol d’Argonne…

«Sono due cavalli molto diversi, ma entrambi eccezionali».

Sarebbe stato l’ideale averli insieme…

«Sarebbe stato un sogno!».

A lei manca in scuderia un cavallo che possa fare da spalla ad Ares, no?

«Eh sì. Diciamo che fino a un mese e mezzo fa avevo Call Me, che poi ha avuto un piccolo infortunio e quindi Ares è rimasto da solo. Da gennaio spero che Call Me ritorni. E poi ho un paio di cavalli a casa che l’anno prossimo penso possano darmi qualche soddisfazione».

La vittoria della Coppa delle Nazioni di San Gallo che sensazioni le ha fatto provare?

«Un successo grandissimo…Meno male che c’erano gli altri, perché io ho fatto otto il primo giro e quattro il secondo! Ma le squadre sono così: a volte mi è capitato anche di fare doppi zeri e non vincere. Onore agli altri miei compagni, quindi. In ogni caso una bella soddisfazione».

Il 2018?

«Il Campionato del Mondo. Dobbiamo riuscire a qualificarci per le Olimpiadi. L’obiettivo è quello. Dobbiamo farcela».

Il 2018 arriverà. Intanto domani qui a Ginevra arriva il Gran Premio Rolex. In questo Gran Premio, Emilio Bicocchi e Ares nel 2016 hanno fatto una gara favolosa, mancando il barrage a causa di un errore in percorso base: «Un errore mio», aveva detto il cavaliere azzurro a gara terminata, «non c’entrano fortuna o sfortuna… A quell’ostacolo ci sono arrivato troppo vicino, colpa mia». Essere nuovamente tra i qualificati per affrontare la gara anche quest’anno è un segno di merito e di valore. Il valore di Emilio Bicocchi e il valore di Ares. Un grande valore.