Fortissimamente Leslie: un approfondimento con Mrs. Desmond

Ve l’abbiamo fatta conoscere sul numero di Aprile 2018 di Cavallo Magazine, ma ci piace approfondire con voi alcuni concetti che stanno particolarmente a cuore a Leslie Desmond, l’addestratrice e amazzone americana che è stata allieva diretta del grande Bill Dorrance

Bologna, 8 maggio 2018 – Leslie Desmond è stata allieva di Bill Dorrance, uno dei padri della moderna horsemanship made in Usa, e gira il mondo da anni per aiutare a risolvere i problemi di cavalli e cavalieri.

Vedere, guardare, osservare: è quello che fa Leslie con i suoi grandi occhi azzurri, limpidi e diretti come le sue parole. Nessun proclama preventivo, niente annunci mirabolanti: Leslie entra in scuderia con noi e si mette in un angolo, silenziosa e attenta. Comincia dall’inizio, da quando Ruggero prende fuori dal box il suo Storm e comincia a vestirlo.

Non c’è particolare che le sfugga o ritenga di poco conto, il comfort del cavallo in ogni momento è la sua stella polare e ha frasi asciutte e chiare che vanno dritte allo scopo: quello di farti capire cosa è meglio fare, e perché.

Da «La testiera è come un paio di jeans, devi slacciarla prima di metterla!» ad un più ampio «Ai cavalli le cose devi chiederle, non ordinarle», Leslie non ha mai paura di essere didattica e soprattutto non ha nessuno snobismo: si sente chiaramente che non c’è nozione, per quanto semplice e scontata, che lei non ritenga meritevole di essere ripetuta e spiegata se vede che è necessario. 

Noi con questa gallery vogliamo sottolineare alcuni dei punti fondamentali del suo metodo: eccoli, tutti per voi, ordinati secondo la didascalia di ciascuna foto.

A me la staffa, please – Leslie spiega che c’è un valore aggiunto quando un cavallo capisce come porgere la staffa al cavaliere. “Prima di mettere la sella ad un cavallo giovane dedico tempo qui dietro, da tutti e due i lati. In questo modo, quando è ora di montare in sella, il cavallo sa che tu sei un amico e anche che tu hai una buona ragione per stare lì”. Da questa posizione sul lato sinistro, lei chiede al cavallo di andare avanti, indietro, a sinistra e a destra e lo stesso dall’altra parte. “Un cavallo preparato in questo modo può capire le tue intenzioni attraverso il “feel” che gli dai ed al “timing” di ogni movimento. Un cavallo del genere difficilmente fraintenderà e rifiuterà una richiesta che tu gli farai dalla sella. 

Occhi che vedono – Quando Leslie vede un cavallo per la prima volta presta moltissima attenzione al modo in cui lui muove i piedi. “Il modo in cui un cavallo usa i suoi zoccoli è molto importante” spiega Leslie. Fa notare ai suoi allievi quanto peso è caricato su ogni piede, e indirizza la loro attenzione su quale parte di ciascuno zoccolo il cavallo usa di più. Spiega le ragioni per le quali il cavallo decide di distribuire il suo peso come fa. “Senza piedi sani e pienamente funzionali resterai presto senza cavallo”, osserva. “La gente lo sa da secoli. Il vero problema oggi è che alla maggior parte delle persone non interessa molto sapere come funziona realmente un cavallo. Per tante persone il cavallo è solo uno dei tanti oggetti a disposizione. Io voglio cambiare questo atteggiamento”.

Se lo rilasci vale di più – Leslie spiega che un cavallo capisce istintivamente come e quando alzare il garrese, le spalle e la schiena quando è RILASCIATO dalle redini e dagli aiuti di gamba del cavaliere. “Quando i piedi sono in equilibrio, e le redini del cavaliere sono fatte scendere nell’incavo della spalla i cavalli istintivamente cercano di trovare un diagonale su cui equilibrarsi e da questa posizione stabile tendono a rilasciare gli anteriori (e la base dell’incollatura) verso il punto più alto”, dice Leslie. Mostra che un cavallo può facilmente comprendere la richiesta di elevare l’avantreno quando questa è fatta da terra. Così con questo concetto acquisito e compreso come base, il cavallo apprezza il valore di questa esperienza e può progredire in questo esercizio alle andature superiori, come vediamo dalla sua capacità di spostare il peso in alto e all’indietro sui posteriori anche mentre sta avanzando. “Questa capacità naturale dei cavalli può soddisfare molti cavalieri orientati verso il lavoro di scuola”, dice  Desmond. Tuttavia, nella speranza di riunire un cavallo che non è ancora pronto a capire a cosa serve la riunione, i cavalieri che agiscono tirando le due redini, contemporaneamente all’uso di entrambe le gambe, di solito spostano il peso sugli anteriori del cavallo e non sul posteriore. “Questo fraintendimento è ricorrente in ogni tipo di equitazione” dice Leslie “e gli effetti collaterali di questo approccio alla riunione sono le incollature rovesciate e le schiene insellate dei cavalli che ricevono tali indicazioni dagli aiuti del cavaliere. La buona notizia è che una condizione equina più atletica, per forma e funzione, ci viene messa a disposizione quando il cavaliere o l’istruttore include il punto di vista del cavallo nel condizionamento e nell’educazione della sua mente e del suo corpo”.

Tacco-punta, tacco-punta – Un piede che appoggia prima il tallone assicura un equilibrio ottimale ed incoraggia il cavallo montato. Leslie spiega ai presenti che quando un cavallo procede sulle punte, cioè l’opposto di quanto la natura ha previsto è più incline ad inciampare, cadere, gestire male i cambi di galoppo, l’indietreggiamento, le transizioni e quant’altro richiede movimento. Leslie incoraggia le persone i cui cavalli sono messi in questa condizione a non arrabbiarsi, punendoli e correggendoli, aumentando la quantità di esercizio quando il cavallo non si mostra in grado di eseguire manovre elementari da terra o dalla sella. Leslie ha osservato che “Affinché questo cavallo possa muoversi comodo e sicuro, deve potersi muovere correttamente. Affinché ciò possa accadere, il cavallo deve poter interpretare gli aiuti del cavaliere in modo accurato, ma questo può succedere solo se i suoi piedi sono mantenuti in modo da poterli usare appropriatamente, come natura ha progettato”.

E con un poco di relax la richiesta va giù –  Un cavallo che vive in box durante l’inverno è felice della possibilità di rotolarsi in un posto soffice e asciutto. Secondo Leslie, i cavalli con l’urgenza di rotolarsi non possono prestare grande attenzione ai tuoi obiettivi di addestramento o alla tua lezione, a meno che tu non sia determinato a rendere la loro esperienza il più difficoltosa possibile. “So che è più facile addestrare un cavallo quando i suoi bisogni primari sono soddisfatti, e non mi costa niente più che una manciata di secondi lasciare ad un cavallo giovane la gioia di rotolarsi: così dopo sarà attento e disponibile a quello che gli chiederò” spiega Leslie.

E’ qui la testa? Cercando di soddisfare la sua naturale curiosità e partecipare al momento senza stare addosso a Leslie, questo cavallo ha capito benissimo il succo della sua richiesta. “Per favore collabora con me per sistemare la capezza, fletti l’incollatura a sinistra e lascia i piedi dove sono” è stata la sua richiesta: e lui lo ha fatto, bene.

Ecco lì’, proprio lì…grazie! Questo cavallo sta apprezzando molto un massaggino fatto tra le vertebre C2/C3, Leslie per questo usa spesso un dente di cavallo. I cavalli scuderizzati in box per la maggior parte del tempo accumulano molte tensioni e affaticamenti in quel punto, a causa dello stare fermi con l’incollatura più o meno nella stessa posizione per ore mentre guardano là fuori, verso la libertà. In questo modo li aiutiamo a stare meglio: non è certo come metterli al paddock, ma insomma…

Energia+squilibrio=Rodeo! Quando un cavallo rallegra, in assenza di un solido diagonale che gli assicuri il corretto equilibrio nel movimento in avanti, abbiamo le impennate. Chiaramente qui il cavallo ha il posteriore destro retratto dietro a quello sinistro e non è pronto a muoversi in avanti. Nel corso della dimostrazione questo giovane cavallo ha sgroppato e si è impennato più volte, fino a che è stato chiaro che Leslie era pronta ad aspettare che entrambi i diagonali fossero pronti a svolgere il loro lavoro. Leslie ha osservato che i cavalli maneggiati e lavorati da terra solo a mano sinistra e con una longia troppo corta sono più propensi a comportarsi in questo modo rispetto ai cavalli che vivono con altri in branco, o lavorati ad entrambe le mani e con una longia di adeguata lunghezza.

Io sto qui, tu sei lì: è chiaro. Il concetto è stato  bene assimilato da questo cavallo.

Una mano tarpa l’altra – I cavalli che sono girati, condotti e governati prevalentemente da sinistra hanno difficoltà a mantenere la fluidità dell’intero corpo a destra quando si chiede loro di muoversi lateralmente a sinistra e in avanti,  e al contempoin un arco destro-flesso . Leslie dice che ha visto cavalli fare grandi miglioramenti nella locomozione e nel comfort fisico generale quando la conduzione è più bilanciata, e quindi fatta anche da destra, e il cavallo si esercita maggiormente nell’utilizzare il diagonale sinistro per supportare le transizioni verso l’alto e le volte.

Sei disconnesso? Qui abbiamo un altro esempio di disconnessione tra anteriore e posteriore. Quando questo giovane cavallo riceverà più attenzioni dietro le spalle e da tutte e due i lati, e quando gli sarà fatto vedere come seguire le indicazioni della lunghina, o di una redine diretta, anche sulla sua destra, potrà riorganizzare il suo corpo in modo da rendere il diagonale sinistro in grado di fare il lavoro corretto mentre continua a sportarsi verso destra. Al momento non ha avuto indicazioni su come farlo, e si vede.

Dolce sentire – Non si è più soli quando un amico condivide la sua quiete con te.

Ecco, questo è il riassunto, molto conciso e molto superficiale, di uan giornata con leslie: abbiamo usato le immagini per avere la scusa di approfondire alcuni suoi cocetti, ma ovviamente Leslie è molto di più: se volete conoscerla anche voi di persona, date un’occhiata qui per il suo prossimo clinic italiano che si terrà al Cattle Ranch di Granarolo dell’Emilia dal 25 al 27 maggio 2018.

P.s. Un ringraziamento particolare a Eugenio Remus, (anche perché, ma non solo) me lo aveva detto: “Attenta Cri, questa donna crea dipendenza!”