Galoppo, la fine è qui: declassati il Presidente della Repubblica e il G.P. Milano

Anche distanza ridotta per il primo, e anticipo al 29 maggio per il secondo: l’agonia dell’ippica è finita, sta già cominciando la decomposizione

Milano, gennaio 2016 – Lo abbiamo detto già tante volte, l’ippica sta morendo, è un settore in agonia eccetera eccetera…beh, adesso è finita: siamo ufficialmente arrivati alla decomposizione del cadavere.

E’ quello che risulta chiaro dal declassamento di due nostre classiche di Gruppo 1 (quelle considerate di importanza internazionale), il Premio Presidente della Repubblica e il Gran Premio Milano che per ratifica dell’European Pattern Committee  stingono in Gruppo 2, oltre che dall’ulteriore bocciatura del Carlo Vittadini di Milano (da G2 a G3) e dell’Omenoni (da G3 a listed).

Sono le uniche retrocessioni europee del 2016, a parte una G3 svedese che decade a listed: per il resto tutte promozioni nelle tre categorie più importanti sulle piste di Gran Bretagna, Irlanda e Francia.

Si vede che lì qualcuno ci lavora nell’ippica, evidentemente.

Nota bene: se leggete l’ALbo d’Oro del Premio Presidente della Repubblica (prima del 1946 Omnium) e del Gran Premio Milano vi salta agli occhi un nome, quello di Sansonetto.

Era un PSI nato nel 1891, vinse 3 volte a Roma e 2 a Milano (solo relativamente alle corse di cui parliamo, sia chiaro) e la sua tomba si trova a Ferrara, davanti alla scuderia che porta il suo nome e faceva parte del Centro di Incremento Ippico (ex-Deposito Stalloni) inserito nell’ippodromo della città emiliana.

Fino a pochissimo tempo fa era ancora curata, con tanto di lapide con fotografia e la sua aiuola bella e ordinata attorno: adesso l‘ippodromo estense è chiuso, il Deposito Stalloni non esiste più, chissà se qualcuno avrà il buon gusto di pensare anche alla tomba di Sansonetto che divenne un gran razzatore per il mezzosangue dopo aver vinto tutto quello che poteva vincere in pista.

Ma è inutile farsi illusioni: se non ci si impegna per i cavalli vivi, figuriamoci per quelli morti.

Qui la fonte originale

Per la fotografia ringraziamo Silver Massarenti: grazie Silver!

22 gennaio 2016