Il Bel Paese dei cavalli italiani? a Marbach è Young

A  Marbach, in Germania, l’Associazione Italiana Allevatori   assieme alle cinque Associazioni Nazionali di Libro Genealogico dei cavalli  Bardigiani, Haflinger, Maremmani, Murgesi ed Agricoli Italiani da Tiro Pesante Rapido hanno riscosso un ottimo successo e tanti riconoscimenti da parte degli organizzatori e del pubblico locale

Comunicato stampa Passione Caitpr

Marbach, 15 ottobre 2016 – Calato il sipario sull’evento internazionale che si è tenuto di recente a Marbach, in Germania, e che ha visto coinvolta l’Associazione Italiana Allevatori come Organizzazione Allevatoriale del Paese ospite assieme alle cinque Associazioni Nazionali di Libro Genealogico (Bardigiano, Haflinger, Maremmano, Murgese e Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido), si sono registrate subito “a caldo” la soddisfazione per una partecipazione qualitativa e molto apprezzata – dagli organizzatori e dal pubblico – e l’orgoglio dei diversi Team Italiani che hanno vissuto con tanta emozione questa esperienza tedesca.

L’Hengstparaden, la cosiddetta “parata stalloni”, si tiene a Marbach ogni anno nell’ultimo fine settimana di settembre ed il primo di ottobre, in una struttura sita nello splendido scenario delle Alpi Sveve, nel distretto di Marbach Gomadingen, perno dello stato del Baden-Württemberg che ha alle sue spalle una storia lunga oltre 500 anni.

Un evento particolare, dal sapore unico che mescola nelle giuste proporzioni spettacolo, cultura, tecnica e tradizione finalizzandosi ad un target che spazia dalle famiglie agli addetti ai lavori.

Una miscela vincente per lo sutd di Marbach che nel 2014 ha festeggiato il 500° anniversario dalla sua fondazione, avvenuta nel 1514, e che negli ultimi 60 anni ha visto evolversi nella magica “arena” un gran numero di show provenienti da ogni Paese del mondo ad ammaliare il folto pubblico che riempie immancabilmente diecimila posti paganti a sedere in occasione per l’Hengstparaden.

Presenti nella giornata inaugurale del 25 settembre il Ministro dell’Agricoltura Peter Hauk, la medaglia d’oro nel “completo” alle ultime Olimpiadi di Rio Micheal Jung, nonché Norbert Rier, cantante dei Kastelruther Spatzen, gruppo folkloristico molto apprezzato dai cultori delle tradizioni e del territorio altoatesino.

Un esempio su tutti di sicuro la “mandria d’argento” che ha estasiato tutti gli spettatori e che rappresenta oltre la scenicità insita nella presentazione spettacolare di questo armento di fattrici arabe, il più ampio messaggio legato al grande lavoro di selezione sui ceppi genetici originari da cui provengono i soggetti, che affianca le razze autoctone su uno standard qualitativo davvero importante.

L’Italia, Paese ospite 2016 scelto per l’incredibile variabilità della propria biodiversità in campo equino, detentore un patrimonio genetico molto consistente e variegato, è scesa in campo con le cinque razze di Libro Genealogico Bardigiano, Haflinger, Maremmano, Murgese ed Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido” ed ha saputo raccogliere l’invito degli organizzatori, destreggiandosi nel palinsesto delle diverse uscite con i propri Team anche in spazi integrati con numeri al di fuori dei cosiddetti “momenti di razza”, come nelle “poste ungheresi” con i giovanissimi Filippo Nassi e Filippo Gozzi rispettivamente con i propri Maremmani e Bardigiani, nonché nelle presentazioni morfologiche e in attitudine insieme con gli allevamenti autoctoni.

Ed è forse proprio questo l’aspetto più bello e di certo più significativo dell’esperienza tedesca.

Un ritorno sulle scene internazionali con tanti giovani nei diversi Team (da 12 a 60 anni) che hanno rappresentato in campo come nel back-stage, altrettanto impegnativo un po’ per la distanza e un po’ di certo anche per la durata (20 settembre – 4 ottobre), il messaggio più bello che è quello della continuità in un ambito allevatoriale.

Un ambito che sebbene provato dal particolare momento storico ed economico trova la forza nella passione di quanti ci credono tutti i giorni ed hanno il coraggio e l’entusiasmo di trasmetterlo alle new-entry, forse perché come scriveva Gabriele d’Annunzio nel 1918  “[…] siamo quel popolo di poeti, artisti, pensatori, navigatori…” che portano sempre nel cuore la propria terra.