Ippica: un dipendente di Capannelle minaccia di suicidarsi

“Non possiamo morire così. Vogliamo il posto di lavoro” Queste le parole del dipendente dell’ippodromo di Capannelle che, questa mattina, per protesta è salito su uno dei piloni di cemento dell’impianto minacciando di suicidarsi.

Roma, 4 marzo 2019 – “Non possiamo morire così. Vogliamo il posto di lavoro” Queste le parole del dipendente dell’ippodromo di Capannelle che, questa mattina, per protesta è salito su uno dei piloni di cemento dell’impianto minacciando di suicidarsi.

Una risposta disperata al comunicato che Hippogroup Capannelle ha diffuso la scorsa settimana in seguito all’ennesimo fallimento di accordo con Roma Capitale.

La società di corse nei giorni scorsi aveva dichiarato: “Il tempo è scaduto e restituiamo l’ippodromo Capannelle al Campidoglio cui spetterà l’obbligo di sorveglianza e manutenzione dell’impianto. Contestualmente, a malincuore, in questi giorni inizieranno le procedure di licenziamento dei nostri dipendenti, un centinaio, ai quali non possiamo più garantire la prosecuzione del rapporto lavorativo. La prima lettera di licenziamento a partire è quella dell’AD di Hippogroup, Elio Pautasso”.

La prospettiva del licenziamento che, allo stato attuale delle cose, sembra l’unica scelta possibile per Hippogroup ha naturalmente scatenato reazioni forti e pericolose tra i dipendenti dell’impianto romano.

Sabato il Comune aveva risposto:L’Amministrazione ed Hippogroup, a dispetto dei toni roboanti e minacciosi dell’ultimo comunicato stampa della società, continuano a lavorare e interloquire seriamente e per via ufficiale. La nota inviata ieri dalla società è ben più conciliante rispetto al comunicato e sottopone all’Amministrazione diversi punti, riportiamo di seguito i principali. La società afferma di non essere in grado di superare l’importo di 66.000 euro/anno: Roma Capitale ha infatti chiesto 66.000 euro/anno in attesa del pronunciamento giudiziale, lo ricordiamo, promosso da Hippogroup; la società ha presentato istanza ex art. 22 per l’applicazione delle norme transitorie in materia di concessioni: l’istanza è valida e, tramite il soccorso istruttorio, l’Amministrazione l’ha presa in carico e risponderà a breve; la società ha richiesto un canone certo (non a titolo di acconto) e nessun impegno per lavori, a partire dal 1 gennaio 2017 e fino all’indizione del nuovo bando: Roma Capitale non può derogare alla normativa vigente, questa specifica richiesta non è ricevibile”.

Continua la nota emanata dalla giunta capitolina: ”Stante la evidente e reiterata volontà di Roma Capitale di trovare una soluzione alla questione di Capannelle, così come palesato più volte in tutti questi mesi dalle azioni messe in campo dagli uffici del Dipartimento Sport, si conferma quindi la rinnovata intenzione di accettare ove possibile le proposte della Hippogroup, diffidandola dall’iniziare le procedure di licenziamento e di abbandono dell’impianto come impropriamente dichiarato in queste ore e sollecitandola a riprendere immediatamente le corse”.

Nella stessa giornata Hippogroup ha risposto nuovamente al campidoglio attraverso un altro comunicato: “La nota del Campidoglio è un’ammissione di colpevolezza, e contemporaneamente, una nuova presa in giro. Essendo venuto meno il rapporto di fiducia con l’assessore allo Sport Daniele Frongia e il suo Dipartimento, fatto che ha determinato l’assenza da parte loro, di una leale collaborazione diretta a trovare un’equa soluzione, i colloqui, tecnici e politici, con il Campidoglio potranno proseguire solo direttamente e unicamente con il Sindaco e il suo Gabinetto. Nel merito, nessuna delle contestazioni che Hippogroup muove alla dissennata gestione del dossier Capannelle, da parte dell’Assessorato allo Sport, testimonia la correttezza della nostra posizione.

Aggiungiamo che l’istanza ex art 22 è stata presentata il 6 agosto 2018 e la risposta, che per la prima volta otteniamo oggi è un’ulteriore dilazione ingiustificata: essa doveva arrivare definitiva, non interlocutoria come oggi, già in 4 novembre 2018. Attendiamo questa risposta.

Per quanto concerne la ridicola diffida a mezzo stampa che il Campidoglio presume di poterci rivolgere la rispediamo al mittente. Siamo noi a diffidare il Comune a interrompere i giochetti politici che vanno avanti da oltre 15 mesi. In assenza di concrete, reali, e amministrativamente valide novità confermiamo l’ineludibile avvio della procedura di licenziamento di tutto il personale conseguente alla riconsegna delle chiavi dell’impianto al Comune cui ribadiamo con forza, spetteranno gli oneri di sorveglianza, custodia e manutenzione. Le corse, il Campidoglio, se vorrà le potrà far fare a Zetema. Se ci riuscirà”.

Un botta e risposta che continua ormai da mesi senza nessun tipo di risultato concreto. A rimetterci di questa paradossale situazione sono i dipendenti dell’impianto di Capannelle, gli operatori della filiera ippica del Lazio e, più in generale, dell’Italia centrale e tutti gli appassionati di questo sport.