Irlanda: Cruising, il campione clonato due volte

Il famoso stallone irlandese, celebre per la qualità dei suoi prodotti in ambito sportivo e morto nel settembre scorso, ha due repliche viventi

Kildare, febbraio 2015 – Chissà cosa pensava Cruising quando ha annusato il muso dei due yearling quasi identici che gli avevano portato vicino al paddock per una bella fotografia-ricordo: si sarà accorto che avevano qualcosa di molto, molto familiare? probabilmente no, e la curiosità di Cruising sarà stata la solita che ogni stallone ha verso i puledroni che gli capitano nei paraggi.

Ma in realtà quella fotografia ritrae, teoricamente, lo stesso cavallo rappresentato in tre copie diverse: i più giovani infatti sono cloni del grigio, nati da un campione del suo DNA prelevato nel 2011.

L’idea è stata dei proprietari e allevatori di Cruising, i signori McCan dell’Hartwell Stud: lo stallone Irish Draught è nato e creciuto nella loro scuderia e ci ha vissuto sino al settembre scorso, quando è morto all’età di 29 anni. Rivelatosi eccellente in razza come padre di ottimi cavalli da salto e completo, il cavallo nato da Sea Crest e Mullacrew da giovane era un po’ birichino: era praticamente impossibile portarlo a meno di 500 yarde da un asino, non li sopportava assolutamente.

Ma era poi diventato un grande saltatore e, per colmo di fortuna,  trasmetteva le sue qualità sportive ai figli.

Al momento della sua morte i proprietari avevano detto di avere prelevato da lui il materiale genetico necessario ad una eventuale clonazione ma che stavano ancora pensando se utilizzarlo o meno; invece due cloni (Cruising Airish e Cruising Encore) erano già stati fatti nascere nel 2011, e quest’anno sono pronti e disponibili per le monte come novelli stalloni.

Trasmetteranno lo stesso identico materiale genetico di Cruising, tutta roba di ottima qualità quindi: ma che senso allevatoriale ha rimettere in circolo gli stalloni cloni di un cavallo che ha già prodotto una serie notevolissima di figli? non si corre il rischio di saturare il mercato con cavalli che avranno un bel numero di altri consanguinei (a scapito della varietà genetica) e di prendere una scorciatoia commercialmente valida, ma che potrebbe rendere paradossalmente sterile di nuovi, diversi campioni quella che era la patria dell’allevamento equino per eccellenza? d’altra parte la clonazione di un cavallo costa circa 100.000 sterline, logico che l’allevamento cerchi di rifarsi dalle spese facendoli funzionare come stalloni.

Per evitare i rischi di cui sopra ricordiamo che, per il Purosangue Inglese, si evita perfino di ricorrere alla monta artificiale: solo quella naturale, infatti garantirebbe un numero “logico” di cavalli vicini geneticamente all’interno dello stesso gruppo equino, senza il pericolo di impoverirne la preziosa variabilità genetica.

Proprio per questi motivi i casi di clonazione dei cavalli sono oggetto di discussione e hanno richiesto chiarimenti ufficiali riguardo ai soggetti sportivi e soprattutto alla loro registrazione nei vari stud-book di appartenenza.

18 febbraio 2015