Ivrea: 18 cavalli tra le mani di Paolo Vicario

Il team è stato il protagonista assoluto della Fiera di San Savino, nel cuore della provincia italiana che possiamo sicuramente considerare tra quelle a più alto tasso di attacchi di tutto lo Stivale: un equipaggio meravigliosamente complicato da guidare, ci siamo fatti raccontare l’impresa

Ivrea, luglio 2016 – Nella Capitale del Canavese c’è una grandissima tradizione di attacchi d’eleganza e tradizione: da queste parti sono riusciti a conservare il gusto per le redini lunghe anche nei nostri tempi motorizzati, grazie a vari appuntamenti tradizionali che nel corso dell’anno permettono agli appassionati di darsi un obiettivo, una ragione per mantenere e curare la complessa gestione di un attacco a una o più pariglie.

Paolo Vicario è uno di loro: 43 anni da Baia Dora, nel comune di Ivrea, non solo ha la mania delle redini lunghe ma anche di quelle lunghissime, come quelle che sono state necessarie a guidare i 18 cavalli Gelderland che domenica scorsa hanno sfilato per Ivrea arricchendo la Festa di San Savino di una prestazione davvero eccezionale.

Paolo, ma come ti è venuta una idea del genere?

“Beh, non c’è mica tanto da dire: mi sono messo in testa di volere attaccare 18 Gelder (Kwpn, cavalli olandesi da attacchi) e mi sono studiato misure e accessori per poterlo fare, ho scelto i cavalli e poi da lì in base alle loro caratteristiche la posizione in cui metterli.

Quindi a gruppi di 6, poi 8, poi 10 e via in crescendo li ho provati: alla fine li ho messi insieme e siamo partiti. Davanti, di volata ho messo i miei due perché li comando a voce, poi collegando i cavalli tra di loro con i soli tiranti, senza alcun timone o barra fissa ho posizionato dietro di loro cavalli a cui riuscivo a trasmettere impulso anche a distanza. Era indispensabile, visti i 29 metri di cavalli e 34 di lunghezza totale dell’attacco compreso di carrozza.

E’ un lavoro che presuppone molta attenzione alle sensazioni che si provano guidando, difficili da spiegare, sensazioni che tu che guidi devi essere in grado di avvertire, capire e interpretare nel modo più corretto possibile.

Sono tutte cose che devi interpretare e condividere con ogni singolo cavallo: devi riuscire a fare sentire ogni soggetto a proprio agio, perché intervenire fisicamente con l’ausilio delle redini su di un singolo cavallo una volta attaccato diventa cosa impossibile: riesci a gestirli, sì, ma solo a pariglie”.

Perché hai scelto un attacco senza timone né barra fissa?

“Se tu hai i cavalli attaccati tra punta del timone e bilancini, e se tra ogni pariglia c’è un timone i cavalli sono vincolati da quello spazio. Se uno non tira o ha poco impulso e sta leggermente indietro poco cambia , gli altri sono comunque tutti nella posizione giusta .

Nell’attacco che ho proposto io invece se un cavallo sta indietro, di conseguenza stanno indietro tutti quelli che ha davanti e perdi il contatto delle redini: servono quindi tutti cavalli con impulso, che rimangano tutti in guida perché sul tiro”.

Quindi ti sei andato a cercare una complicazione, una delizia tecnica da risolvere rigorosamente in avanti. Chi sono i 18 Gelder che hanno fatto l’impresa?

“Victor e Winston sono i miei due cavalli, quelli a cui ho affidato la volata: poi a seguire Dado e Igor, Zara e Bimba, Joker e Rudy, Simon e Solero, Piotr e Piter, Zorro e Veleno, Kiss e Leander, Verona e Clazzina”.

Parlaci di Victor e Winston.

“Sono quelli di cui mi fido ciecamente, anche quando come questa volta per causa di forza maggiore non li vedo proprio; Victor è un cavallo elegante, molto schivo e riservato. E’ il compagno inseparabile di Winston che invece è esuberante e focoso, mente e motore di ogni mio attacco.

Sono entrambi affidabili, disponibili, instancabili lavoratori: con loro ho davvero un rapporto speciale, unico. Riesco a comunicare con loro anche solo con il pensiero, un fischio, un semplice brrr o un wooooh.

Domenica ad esempio sarebbe stato praticamente impossibile girare, se avessi dovuto farlo con le sole redini: ma io avevo perfettamente in mente le traiettorie da seguire perché il giorno prima le ho fatte a piedi, e loro le hanno perfettamente eseguite grazie alle indicazioni a voce.

Sinceramente, con le mie capacità e possibilità non avrei potuto fare di meglio o pretendere qualcosa in più da loro”.

E adesso come ti senti?

“Ripartirei immediatamente anche con venti, devo solo trovarne altri due adatti da aggiungere.

Ma prima di riprovarci, vorrei ringraziare chi mi ha aiutato a realizzare questo meraviglioso equipaggio.

I proprietari dei cavalli prima di tutti: Marco Pignocchino, Marco Gillono, Massimo Filisetti, Paolo Oberto, Luciano e Ellen Moirano, Giuseppe Ciapparella, Ivan Charlie, Bruno Givonetti, Piero Ghiggia, Clemente Raga Giorgio e Andrea Raga.

Il proprietario della carrozza e consulente tecnico Nicolotti Massimo; ” Il Cassettone ” di Giorgio e Elena Vignati che mi hanno fornito i finimenti; la mia consulente per l’immagine Adriana Furno e i collaboratori Serena Galli, Marco e Virginia Sategna, Valeria Nicolotti, Alessandro Perotti, Davide Ghi, Luca Oldani e Augusto Alessandro Mancuso, Renato Rizzo, Maia Daniele, Alessia Bosonin, Andrea , Lara e Nicolas Zanolli, Claudia Gili Meina, Alessandro Perotti Ghi , Davide , Luca Oldani e Augusto, Federico e Laura Rivan, Stefano Giorgio, Giada Givonetti e Bruno Arnodo.

Un ringraziamento particolare ai miei ragazzi Jacopo e Damiano e a mio padre Adriano, insuperabile tecnico.

Non ultimo vorrei ringraziare l’organizzazione Festa e Fiera di San Savino per la fiducia e la possibilità che mi è stata data”.

Bene, quindi il messaggio è chiaro: c’è mica nessuno che gli avanzano un paio di Gelderland belli in avanti?…

6 luglio 2016