John e Michael: i leoni di Sua Maestà

La Gran Bretagna vince la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena dominando gli avversari: grazie in particolare alle prestazioni dei due inossidabili e favolosi fratelli Whitaker

Roma, maggio 2016 – Una Gran Bretagna composta da due ‘vecchi’ campioni, un giovane ormai affermato, e una ragazza in piena fase di lancio si è assicurata la Coppa delle Nazioni a Piazza di Siena lasciando gli avversari a due errori di distanza. Non è tanto l’entità del distacco a rendere favolosa questa vittoria, quanto piuttosto il modo in cui si è svolta la storia di questo successo. I britannici hanno costruito una solida fondamenta nella prima manche chiusa a zero penalità con i percorsi netti di Ben Maher su Tic Tac, di Jessica Mendoza su Spirit T (parentesi: lei nel 2014 ha vinto il bronzo individuale e l’oro a squadre nel Campionato d’Europa juniores di Arezzo poi l’anno seguente ha fatto il Campionato d’Europa seniores ad Aquisgrana: le fasi young rider e under 25 saltate senza batter ciglio… ) e di John Whitaker su Ornellaia, con il solo Michael Whitaker su Cassionato – terzo a partire della squadra – con penalità, nove per la precisione.

Nella seconda manche Maher chiudeva a 8, Mendoza a 4: a questo punto le sorti della gara erano nelle mani dei due formidabili fratelli Whitaker. Michael entrava in campo con l’aria di dire: ok, adesso si fa sul serio; e infatti sul serio montava facendo chiaramente intendere a cavallo e pubblico che non ci sarebbe stata altra possibilità rispetto al percorso netto. Quindi zero. Quando poi entrava John la situazione era tale per cui fino a 4 penalità la vittoria era assicurata: da 8 (comprese) in su barrage con Francia e Stati Uniti, appaiate a 12 penalità. E lo spettacolo meraviglioso è stato proprio questo: vedere questo stupendo campione affrontare il percorso volendo ottenere l’unico risultato che avrebbe dato la vittoria alla sua squadra in modo netto e perentorio, cioè lo zero. Lasciamo stare le possibili quattro penalità, che se viene un errore poi sale l’ansia e ne viene facilmente un altro e poi è tutto da rifare: no, bisogna chiudere a zero. Ecco il campione vero: quello che ottiene il miglior risultato possibile nel momento in cui lo deve ottenere. In quel momento, e non in altri momenti: quando serve. John Whitaker con la sua aria modesta e dimessa, con il suo sorriso appena accennato, con il suo sembrare uomo dedito esclusivamente ai lavori della campagna se privo di giacca stivali e cap (lui ha sempre detto che ciò che lo rilassa di più è guidare il suo trattore sui campi della fattoria di famiglia), cavaliere di centinaia di cavalli e campione dalle mille vittorie, lui si è stagliato su Piazza di Siena come l’ombra di un gigante, costringendo il pubblico presente ad alzarsi in piedi per tributargli non un applauso bensì un’ovazione.

Francia e Stati Uniti hanno subito una leggera flessione nella seconda manche terminando appaiate al secondo posto con identica distribuzione delle penalità: 4 in prima, 8 in seconda manche, Penelope Leprevost su Vagabond de la Pomme e McLain Ward su Azur autori di un bellissimo doppio netto. Poi la Germania protagonista di una bella rimonta nel secondo turno, unica squadra capace di migliorarsi con 9 e 5 penalità. L’Olanda, che ha pagato il crollo del super binomio Dubbeldam/Zenith con 4/16. Il Canada, in cui un altro caso eclatante è stato lo 0/13 di Tiffany Foster su Triple x. E infine la nostra Italia affiancata alla Svezia (grandiosa Malin Baryard su Cue Channa con uno 0/0 sublime) per chiudere la classifica.

27 maggio 2016

La classifica completa

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