La riforma del Codice della Strada, niente cavalli nelle città: sarà vera vittoria?

Dal problema locale delle botticelle romane, che con tutta evidenza l’amministrazione Capitolina non riesce a regolamentare, si è passati a proibire su scala nazionale la circolazione agli attacchi se non in parchi e riserve naturali o in occasione di feste tradizionali, storiche e religiose. Che, tra l’altro, si tengono per la maggior parte proprio nei mesi estivi…

Roma, 11 luglio 2019 – I veicoli a trazione animale non potranno più circolare? questa sembra la formula scelta a Roma per “risolvere” l’annoso problema di botticelle, fiaccherai e c., accusati spesso di sottoporre a ritmi di lavoro troppo pesanti i cavalli di cui si servono e di farli lavorare anche durante le giornate di caldo troppo intenso.

Secondo l’emendamento al Codice della Strada  presentato dai deputati del M5S e approvato alla Camera due giorni fa «….ai veicoli a trazione animale sarà consentito circolare solo nei parchi e nelle riserve naturali. Mentre in occasione di manifestazioni pubbliche di carattere religioso culturale, storico e di tradizione popolare resterà in capo ai Comuni la facoltà di rilasciare la licenza per fini ludici, culturali e turistici. L’emendamento arriverà in Aula la prossima settimana per l’approvazione in prima lettura. Regole chiare e definite in linea con il regolamento M5S pronto anch’esso per essere discusso in Assemblea capitolina».

Da notare che non è prevista l’eccezione sportiva, e che la stragrande maggioranza delle feste religiose, culturali storiche e tradizionali si tiene proprio nei mesi estivi: quelli della calura tropicale da cui si sarebbero voluti salvare i cavalli delle botticelle, insomma.

Così, sembra a chi scrive, si butta via l’acqua sporca con il bambino dentro: non volendo, o non potendo, o non riuscendo a redigere un regolamento che regoli il lavoro dei cavalli delle botticelle romane e il loro benessere e a farlo rispettare, si proibisce “semplicemente” a tutti di attaccare.

Con le dovute eccezioni, certo: che essendo motivate da ragioni religiose, culturali, storiche e tradizionali se ne potrenno bellamente infischiare della temperatura ambientale, percepita o reale che sia e il benessere animale continuerà, così, ad essere allegramente affidato alla decenza morale dei singoli  – che, ahinoi, non è sempre graniticamente solida come si converrebbe.

Detto in soldoni, invece di fare in modo che chi attacca cavalli a qualsivoglia veicolo a trazione animale lo faccia solamente in precise condizioni di benessere minimo garantito, ci si affida alla discrezionalità delle amministrazioni locali per emettere i necessari permessi proibendo l’attività a priori se non in parchi e riserve naturali: e sappiamo bene come le amministrazioni locali (elette dai cittadini, che incontrano quotidianamanete al bar davanti alla brioche) siano agevolate nello svolgere il loro compito di controllo e gestione sulle attività più o meno storiche, tradizionali etc. etc. della cittadinanza (e Roma docet alla grande anche in questo campo).

E chi attacca per diporto, e si fa un giro con il proprio cavallo nelle strade del proprio o altrui comune? sarà da considerare un disgraziato cattiverrimo, o dovrà ogni volta chiedere un permesso al Sindaco, o si metterà alle redini lunghe nottetempo e clandestinamente?

Alla faccia dell’incremento dell’attività degli attacchi, da anni pazientemente cresciuta e curata specialmente da quelle associazioni di razza che grazie a questa vecchia/nuova forma di utilizzo trasforma tante probabili bistecche in cavalli che trovano un compagno di vita umano che passa il suo tempo libero con loro, divertendosi e facendoli stare bene che sì, lo diciamo forte e chiaro, ai cavalli piace lavorare con gli umani come si deve e che sanno rispettarli. Sì, anche attaccati, non solo montati.

E i cavalli delle botticelle e dei fiaccherai, che fine faranno? il divieto secco ne condanna al macello una parte che non vogliamo considerare superiore al 90% solo perché siamo inguaribilmente ottimisti, ma ricordiamo che la maggior parte dei cavalli addetti alle carrozzelle per turisti nelle varie città italiane sono per lo più ex-trottatori, classificati come DPA e quindi destinati alla produzione animale (senza stare a pignoleggiare sul fatto che anche i Non Dpa vengono notoriamente trasformati in macellabili tramite magate illegali più che frequenti, vedi casi di cronaca tra i correlati): non era meglio prevedere una dismissione graduale, nel caso, facendo rispettare nell’attesa quelle noiose delle regole del benessere animale? 

Perché intanto, tra una esternazione senatoriale e una approvazione, siamo di nuovo a metà luglio e prima di fine anno gli emendamenti al Codice della Strada non saranno operativi: altro agosto bollente con i cavalli delle botticelle al sole, insomma, gli daremo sollievo sventagliandoli con i comunicati stampa.

Alla fin fine, è come pensare di proibire a tutti l’uso della macchina perché qualcuno esagera con la velocità e ammazza gente per strada: forse che nonostante l’alto numero di eventi fatali dove muoiono persone (non animali, persone) si proibisce l’uso dell’automobile? no, lo si regolamenta attraverso il codice della strada e i controlli volti a farlo rispettare.

Multe, autovelox, fotored, palloncini, test alcoolici….a migliaia, centinaia di migliaia ogni mese, numeri impressionanti: non sarà impossibile il controllo del rispetto delle regole, se ci si riesce con milioni di automobilisti sarà certamente più facile con qualche centinaio scarso di originaloni che hanno la mania di attaccare cavalli, dai non sarà certo una questione di numeri…o forse sì?

E infine, quando si proibirà di montare a cavallo? perché se vogliamo essere rigorosamente ragionevoli, non è che ci sia poi questa gran differenza tra montare e attaccare: ma come sempre, esiste una misura nelle cose.

In tutte, anche nell’utilizzare un cavallo: ma pare che sia estremamente più difficile trovarla in ambito legislativo.