Lorenzo Pianotti: il suo regno per un cavallino

Ci sono persone inseguite dai ricordi, altre da demoni, desideri o semplicemente troppo lavoro. Lorenzo Pianotti invece è inseguito dai cavalli giocattolo che non riescono a fare a meno di entrare nella sua vita: siamo andati nella sua casa sui Navigli, a Milano, per conoscere da vicino lui e la sua storia

Milano, 12 giugno 2018 – Trovarlo è facile: Massimo Polidoro lo ha inserito nella sua guida ´Milano insolita e segreta`, tra gli affreschi del Tiepolo e il museo dedicato a D’Annunzio.

«Ma il mio non è un museo» spiega divertito Pianotti «questa è solo la mia casa: dopo aver venduto il primo nucleo della mia collezione al Museo del Cavallo Giocattolo di Grandate, a Como pensavo di aver terminato un ciclo. Invece loro hanno continuato ad incrociare la mia strada: e come posso lasciarli andare?».

Evidentemente gli è impossibile farlo, la casa di Lorenzo è anche la casa di mille cavalli che ti guardano da ogni angolo: le pareti sono scaffalature continue che li offrono, li presentano e li lasciano vicini a chi ha voglia di guardarli e toccarli.

Come fossero pronti a ricominciare a giocare, appena lasciati lì da un bimbo felice. «In fondo sto cercando il bambino che c’è in me e il cavallo che desideravo tanto da piccolo. Ho cominciato a lavorare molto presto per mantenermi agli studi e aiutare la mia famiglia: attraverso questi cavalli giocattolo e le loro ferite mi immagino i ragazzini che li hanno avuti, le loro giornate e la loro vita. Cerco attraverso di loro la mia infanzia perduta e per questo i giocattoli nuovi, senza segni d’uso non mi interessano: vuol dire che non sono stati amati. Ognuno di questi invece mi ricorda una storia che adesso è diventata anche la mia e quella di chi li guarda».

E’ un perdersi sereno quello che si prova cercando il cavallino che, tra i tanti, può piacerci più di tutti gli altri.

Ce n’è per tutti i gusti: raffinatissime piccole riproduzioni del ‘700, cavallucci a dondolo rustici e ingenui coi pomelli rossi come ragazzotte di campagna e dondoli eleganti di epoca vittoriana.

E’ un esercizio curioso trovare il tuo, quello che sembra andare più comodo alla tua anima: noi siamo stati attratti da un cavallino di legno mezzo stinto e con un posteriore aggiustato in modo casalingo, tutto rigido e fatto in un solo pezzo ma con una curva del collo così garbata che non puoi fare altro che accarezzarlo.

«E’ un pezzo austriaco di fine ‘700» racconta Lorenzo «un prodotto artigianale delle valli tirolesi. Ma non ha mai importanza la loro provenienza o il valore intrinseco: il cavallo che vale di più è sempre quello che ti dice qualcosa, e ognuno di noi ha voglia di sentire cose diverse. E’ proprio per questa loro capacità di entrare in contatto con chiunque che voglio riuscire a metterli a disposizione di tutti: voglio condividere questo mio pezzo di vita che ne contiene tante altre trovando un posto dove fare un vero museo. Mi basterà esserne il curatore fino alla fine, poi lo lascerò alla città che vorrà ospitarlo e all’Unicef: le cose che ho non mi appartengono, le mie case da sempre sono piene di cose e colori ma nella mia testa c’è un sogno, e in quel sogno vivo dentro uno spazio bianco, pulito, pieno di luce e niente altro».

Uno spazio che conterrà, ci piace immaginare, un unico cavallo: quello che Lorenzo desiderava tanto da bambino e che, alla fine, lo troverà.

Chi è Lorenzo Pianotti

E’ nato a Messina ma ha vissuto a Palermo, Roma, Milano e New York. Istituto d’Arte a Messina, Accademia di Belle Arti a Palermo poi tanto lavoro per la moda ma per continuare a seguire il suo sogno non ha mai avuto paura di tirarsi su le maniche e in parallelo ha fatto il garzone in un cantiere edile, il commesso, il cameriere, il lavapiatti e poi finalmente il vetrinista, il modello, il disegnatore di tessuti e lo stilista. Ama dipingere quadri che somigliano a sogni, è un uomo distinto ed elegante che la vena affiorante di abilità pratiche fa sentire ancora più interessante e completo: racconta bene ma è anche capace di ascoltare in modo sensibile e attento. I primi due cavallini, Mario e Arturo, li ha comprati nei primi anni ’70 e battezzati con il nome di due amici che non ci sono più.

Tutti i suoi cavalli hanno un nome oltre che un’anima. Tra gli altri si sono occupati di lui e della sua collezione Class, Panorama, La Repubblica; il Museo del Giocattolo di Grandate da lui allestito ha vinto il premio Guggenheim per la miglior comunicazione.

Allo Spazio Arte Arnout di Milano dall’11 al 16 giugno 2018  ci sarà Coriandoli su Marte, una personale di Lorenzo Pianotti