Odissea di Triglie: in bocca al lupo, puledrina

Questa volta non è solo un beneaugurante modo di dire: Odissea, puledra delle Murge, è stata assalita dai lupi quando era appena nata riportando gravissime ferite. Ma si è salvata: grazie al suo coraggio, all’amore della sua padroncina e al testardo ottimismo di tutte e due queste “ragazze” così speciali

Martina Franca, 24 giugno 2018 – Odissea di Triglie è una puledra delle Murge, nata nell’allevamento della famiglia Carone. Nelle Murge l’allevamento è semibrado per tradizione e necessità, ma negli ultimi anni c’è stato un aumento degli attacchi dei lupi agli armenti.

Sono molto frequenti casi in cui gli allevatori devono, letteralmente, piangere la perdita di capi di bestiame: ma non è molto frequente la caparbia, testarda volontà di salvare un animale ferito in modo così grave da sembrare quasi incurabile, non è frequente la capacità di affrontare il dolore a viso aperto e cercare di porvi rimedio, accettando di dovercisi immergere senza possibilità di fuga per dare una possibilità all’essere che è stato ferito.

Claudia Passiatore, 23 anni, ci è riuscita: e Odissea è stata così forte e implacabilmente coraggiosa da affrontare con la sua voglia di vivere un percorso che davvero richiama quel concatenamento di prove travagliate che ricorda il suo nome. 

A poco più di un giorno di vita è stata assalita dai lupi che le hanno letteralmente sbranato una parte del posteriore: ma Claudia e le altre persone che ha attorno non hanno mai gettato la spugna, e con la costanza e la dedizione che solo il vero amore può dare l’hanno curata.

E la cosa più bella è che Odissea e Claudia, dopo una prova tanto difficile, hanno conservato tutta la leggerezza e l’allegria di due puledrine, ohps pardon, di due ragazze?…insomma, la leggerezza e l’allegria che è propria della giovane età.

O forse, se volessimo fare della filosfia, di quella giovane età a cui non è stato risparmiato il proficuo allenamento di cose difficili da fare, e di scomodità di sopportare, e di compiti da sbrigare….ma questa diventa un’altra storia e non è il nostro campo.

Noi rimaniamo in quello dove Odissea galoppa spensierata con i suoi fratelli, e vi facciamo raccontare la sua storia – la loro storia – proprio da Claudia Passiatore.

“Già dalla fine di marzo, ogni notte, ci recavamo nel pascolo delle fattrici, desiderosi di assistere ai parti delle nostre cavalle.

La sera del 5 aprile Itaca entra in travaglio sotto i nostri occhi apprensivi, visto che qualche settimana prima un parto era andato male.

Alle 22:30 Itaca ha forti contrazioni e comincia a spingere, pochi minuti dopo, con un piccolo aiuto da parte nostra, finalmente il puledro era fuori.

Desideravamo tanto una femminuccia e siamo stati accontentati, finalmente la felicità aveva bussato alla nostra porta. Conducemmo madre e figlia in una corte riparata vicino casa, perché essendo il suo primo parto preferivamo monitorare la situazione.

Alle 3:00 di notte dopo esserci accertati che la piccola bevesse il latte, andammo finalmente a dormire.

Il giorno seguente abbiamo passato una giornata stupenda, la puledra è subito stata dolce e coccolona, abbiamo passato la mattinata sdraiate insieme al sole, mentre la mamma  pascolava; la sera stessa  invece, avendo sentito rumori sospetti e nitriti, siamo corsi da lei e abbiamo vissuto il momento più tragico di sempre: la puledra era stata attaccata da uno o più lupi che le avevano mangiato la coscia sinistra e parte di quella destra oltre a un grosso squarcio sul costato sinistro.

Subito ci siamo attaccati al telefono per cercare un veterinario ma, vista l’ora, nessuno era disposto ad aiutarci.

Fortunatamente possiamo sempre contare sull’aiuto del nostro amico Stefano, che, da oltre 700 Km. di distanza, ci ha consigliato sul da farsi e ci ha incoraggiato.

Così abbiamo provveduto a soccorrerla: in pochi minuti un box da parto era già pronto ad ospitare mamma e figlia e la piccola era già disinfettata e pulita.

La puledra non riusciva a sollevarsi da terra, quindi abbiamo dormito con lei per metterla in piedi ogni due ore e farla allattare.

E così  tra medicazioni e poppate ogni tre ore, giorno e notte, sono passati due mesi.

Ancora adesso ricordiamo il versetto che faceva per chiamarci e ringraziarci; e ci scende una lacrima.

Dopo questa avventura abbiamo avuto l’ispirazione per il suo nome, Odissea, che richiama anche il nome di sua madre Itaca (i cavalli Murgesi nati nel 2018 devono avere nomi che cominciano per “O”, n.d.r.). 

Abbiamo passato tanti momenti di sconforto, specialmente quando non riuscivamo a trovare la paglia per la lettiera che volevamo cambiare più volte al giorno per scongiurare il rischio di infezione; oppure quando la puledra esasperata delle iniezioni di antibiotico non voleva più farsi toccare il collo; o quando pensavamo che non sarebbe mai riuscita ad alzarsi da sola, o avevamo il timore di non riuscire più a sostenere le spese per le cure.

Tutte queste paure sono scomparse quando finalmente l’abbiamo vista  correre e saltellare felice con i suoi fratellini.

Da tutta questa disavventura, Odissea ci ha dato una grande lezione di vita, con la sua forza e volontà di andare avanti contro tutto e tutti, ci ha dimostrato una cosa molto importante: che volere è potere!”.

Sulla pagina Facebook di Claudia c’è questo album dedicato a Odissea: non guardatelo se non siete in grado di affrontre la visione di immagini molto crude, quelle dei primi giorni dopo l’attacco.

Noi vi facciamo vedere Odissea e Claudia come sono adesso, senza dolore e senza paura.