Palermo: i lavoratori dell’ippodromo chiuso per mafia protestano

Chiedono la riapertura della struttura, chiusa per rischio mafia dall’8 marzo scorso: erano stati loro a sollecitare l’intervento delle forze dell’ordine

Palermo, 20 aprile 2017 –  I lavoratori dell‘ippodromo palermitano sono scesi in piazza davanti al Teatro Massimo per chiedere che venga riaperta la struttura al centro di indagini e chiusa per rischio di infiltrazioni mafiose.

Driver, artieri, coloro che si occupano della manutenzione dei cavalli e delle strutture, 400 persone che non lavorano dall’8 marzo (una ventina impiegati nell’ippodromo e 380 nell’indotto) chiedono che le indagini proseguano ma che l’ippodromo torni a funzionare.

«Le indagini esistono da un vita, nell’ippodromo nel calcio e in tutti gli sport del mondo. Chiudere un ippodromo ci sembra una decisione eccessiva. Le indagini si possono fare con l’ippodromo aperto – dice Giovanni La Rosa rappresentante dei guidatori – Non abbiamo compreso ancora oggi il perché della decisione del Ministero dell’Agricoltura che ha deciso la chiusura».

«Siamo qui per sollecitare la riapertura dell’ippodromo con tutte le misure necessarie per a contrastare l’illegalità – dice Giovanni Cascio presidente della Ires, la società che gestisce le corse – Noi chiediamo un aiuto alle autorità e alle forze dell’ordine per contrastare il rischio di infiltrazioni. Non abbiamo ancora avuto risposte. Siamo stati noi a sollecitare la presenza delle forze dell’ordine».

Comunicato ANSA