Palermo: nel macello lager clandestino c’era anche un cavallo

La Polizia di Stato ha sequestrato un macello clandestino a Palermo, nel quartiere Falsomiele: tra capre, maiali, galline e pecore anche una vacca e un cavallo

Palermo, 30 agosto 2018 –  C’era anche un cavallo tra gli animali che stavano per essere macellati alcuni  giorni fa in uno scannatoio clandestino vicino al quartiere Faslomiele, in una zona rurale a ridosso del capoluogo siciliano. 

Gli agenti della Polizia di Stato del commissariato Oreto-Stazione hanno effettuato un blitz che ha permesso loro di cogliere in flagrante reato un pregiudicato palermitano di 43 anni che stava macellando una capra girgentana per tre ghanesi: questi ultimi stavano filmando la scena per provare l’idoneità delle carni ai dettami islamici di macellazione, sarebbero state poi consumate durante la Festa del Sacrificio.

Oltre alla capra macellata e al cavallo nel locale fatiscente c’erano anche una vacca, 5 pecore, 3 maiali e diverse galline: l’ambiente era in pessime condizioni, gli animali detenuti al di fuori di ogni regola igienico-sanitaria.

Tutta l’area (circa 1000 mq.), gli animali e le attrezzature utilizzate per la macellazione sono ora sotto sequestro: il responsabile dell’attività clandestina è stato denunciato per inosservanza inosservanza sulla corretta identificazione degli animali, carenze igienico-sanitarie ed irregolarita’ dei criteri di protezione negli allevamenti.

Da notare il cavallo che non è di una razza da carne, chissà che ha fatto prima di essere messo lì in attesa di diventare bistecca clandestina non controllata e chissà che farmaci ha preso nel recente passato: e lui non lo avrebbero mangiato fedeli di religione islamica, sarebbe finito nel piatto di qualche palermitano.

Per l’Islam infatti la carne di cavallo non è apertamente proibita, come il maiale per intenderci, ma se ne sconsiiglia il consumo per rispetto verso il nobile animale: è invece vietato consumare quella d’asino domestico, che è considerato una risorsa troppo importante per essere destinata al consumo alimentare. 

 

Fonte: Agi