Piazza di Siena: Bruno Chimirri, cuore azzurro

Dopo aver vinto le ultime due edizioni della Coppa delle Nazioni dello Csio di Roma, il cavaliere calabrese non sarà in squadra dopodomani per sua stessa scelta, nonostante fosse stato inserito dal c.t. Duccio Bartalucci nei quattro titolari: una decisione di alta responsabilità…

Roma, mercoledì 22 maggio 2019 – Guardate bene questa magnifica fotografia di Massimo Argenziano. Ingranditela con il pulsante in alto a destra. Guardate il viso e l’espressione di questo cavaliere. Un viso stravolto dalla tensione, dalla fatica, dall’emozione, dalla gioia incontenibile che spinge per uscire da un corpo e da un cervello che per un minuto e mezzo circa non hanno avuto altro obiettivo nella loro vita che chiudere un percorso senza far cadere una sola barriera… Lui è Bruno Chimirri. Il cavallo è Tower Mouche. Cavallo e cavaliere hanno appena saltato l’ultimo ostacolo del secondo percorso della Coppa delle Nazioni dello Csio di Roma 2018: terminando senza alcun errore l’intero impegno e dando così all’Italia la vittoria! Che cosa abbia voluto dire concludere quel percorso senza errori e cosa abbia voluto dire vincere così la Coppa delle Nazioni di Piazza di Siena – la sua seconda, tra l’altro, dopo quella vinta nel 2017 – è spiegato con eloquenza massima dall’espressione di Bruno Chimirri in questa fotografia. Questo non è un momento: questo è il momento. Il momento che qualunque atleta di qualunque disciplina sportiva sogna di poter vivere prima o poi nella vita: il momento liberatorio che collega l’impegno fisico e mentale alla vittoria, obiettivo massimo e finale di qualunque impresa agonistica.

Ebbene, guardando questa fotografia si capisce perfettamente quello che deve aver provato Bruno Chimirri nell’autoescludersi dalla squadra italiana che dopodomani, venerdì 24 maggio, affronterà la Coppa delle Nazioni scendendo in campo da detentrice del… titolo. Quel titolo per conquistare il quale lui l’anno scorso ha dato la stoccata finale e decisiva dopo le prestazioni formidabili di Luca Marziani su Tokyo du Soleil, di Giulia Martinengo Marquet su Verdine, di Emanuele Gaudiano su Caspar.

“Ho lo stomaco in fiamme”, confessa il campione azzurro senza alcun pudore. “Ho passato giorni tremendi interrogandomi su quello che sarebbe stato meglio decidere. All’inizio dell’anno io ero sicuro che questa sarebbe stata una stagione perfino migliore per il mio cavallo rispetto a quella scorsa. Poi ho avuto io un infortunio che mi ha tenuto fermo per un po’ dando così una battuta d’arresto alla routine del lavoro e della preparazione di Tower. Ci siamo fermati, insomma: e alla ripresa è comunque andato tutto bene, però mi sono reso conto che Tower non era ancora al meglio. La Coppa delle Nazioni di Roma non si può affrontare se non si è nella forma migliore, ma soprattutto se non si è certi di poter dare il cento per cento… Così alla fine mi sono deciso, pur soffrendo come una bestia: e ho detto a Duccio Bartalucci che forse sarebbe stato meglio sostituirmi… Ripeto: ho lo stomaco in fiamme, ma sono sicuro che sia stata la decisione giusta per il bene della squadra”.

Quindi l’obiettivo per Tower in questa Piazza di Siena è conquistare la qualifica per disputare il Gran Premio Roma? “No, l’obiettivo è riportare il cavallo nella sua forma migliore. L’obiettivo è la Prima Divisione di Coppa delle Nazioni, circuito dal quale non possiamo e non dobbiamo assolutamente uscire. L’obiettivo è il Campionato d’Europa e la qualifica per le Olimpiadi. Questi sono gli obiettivi. E io voglio giocarmi un posto in squadra con il mio cavallo al meglio delle sue possibilità”.

Ecco, questo dice Bruno Chimirri. Quindi: guardiamo bene questa fotografia. E ripensiamo alle parole che abbiamo appena letto. Le parole di Bruno Chimirri.