Regole di scuderia: viva il comfort

Dopo il lavoro è importante far stare bene il nostro cavallo mettendolo nelle condizioni di riposare nel modo più confortevole: continuiamo con le nostre #5regole di scuderia, semplici quanto fondamentali

Milano, 11 giugno 2018 – Continuiamo con questo piccolo vademecum del dopo-lavoro equestre: una specie di breviario del governo per i nostri cavalli, regole molto semplici e apparentemente banali ma che sono i fondamenti del suo benessere.

Regola numero 3: quando si tolgono i finimenti, la sella e i paracolpi dopo il lavoro controllare con meticolosità che non ci siano fiaccature od abrasioni sulla pelle del cavallo, così da ovviare a qualsiasi problema in tempo ed evitare guai più seri. 

E poi pulire il cavallo, docciandolo se necessario e   asciugarlo come si deve,  sempre facendo in modo che sia pulito e si possa sentire bene e quindi riposi in una situazione di comfort: questo è molto importante, perché fa parte delle sensazioni positive che costruiscono l’abitudine del cavallo ad aspettarsi cose piacevoli dal lavoro con noi ed è un dettaglio che nessun groom o cavaliere professionista omette di curare.

Il cavallo si deve sentire bene: questo è l’obiettivo da perseguire per averlo sempre al top.

Senza contare che ogni cavallo si merita, semplicemente, di potersi rilassare dopo il lavoro nel modo più completo: e la ricerca del comfort non è una prerogativa umana, anche i cavalli la apprezzano parecchio.

Vi sembra un suggerimento banale? fate un po’ una statistica di quanti cavalli, anche solo nel vostro maneggio, vengono sbattuti in un box dopo aver lavorato e sudato ancora mezzi umidi, con una coperta gettata al volo sulla schiena “così non prende freddo” in qualunque stagione e hanno ancora il segno di sella e sottopancia quando li sellano la volta dopo…accettiamo scommesse sul fatto che un consiglio così semplice abbia, evidentemente, sempre bisogno di essere ripetuto.

Qui un approfondimento sui Kelpies, i cavalli di acciaio di Falkirk (Scozia) realizzati dallo scultore Andy Scott