La storia del cappello da cowboy

Dimmi che cappello hai e ti dirò chi sei. La storia del cappello e il casting Italian Cowboys

Bologna, giugno 2016 – Siete pronti al prossimo casting Italian Cowboys? Dove? Voghera Country Festival 2016! Quando 25 giugno! Come? Con il cappello!!!

La prima raccomandazione che facciamo a tutti per il casting di Italian Cowboys è: ‘portate il cappello!’ Certo, noi ne abbiamo sempre a disposizione da prestare, ma un vero cowboy/cowgirl non si presenterebbe mai senza il proprio cappello, perché sa bene che non si tratta solo di un accessorio ma di un simbolo, di una dichiarazione di identità e di status. La storia inizia quando John B. Stetson, figlio di un cappellaio del New Jersey, creò il ‘Boss of the Plains’, l’archetipo del cappello da cowboy -la leggenda dice quasi per caso, durante un viaggio per ripararsi dalle intemperie, ricavandone dall’immediata  vendita ben cinque pezzi d’oro-  e poco dopo aprì la sua prima fabbrica con un capitale iniziale di 100 dollari, ben 151 anni fa: da allora la Stetson sforna cappelli resistenti al sole e impermeabili, tanto da poter essere usati anche per bere, come diceva la pubblicità! Dal primo modello semplice, iniziarono le infinite personalizzazioni, legate alla classe sociale, alla provenienza, allo stile di vita, e la creazione di una miriade di altri modelli: cocuzzoli più alti o più bassi, appuntiti in ‘stile Montana’, con fascia realizzata con una redine intrecciata rotta o con una corda, di paglia anziché di feltro… Attori e personaggi celebri hanno indossato gli Stetson sullo schermo e nella vita, perché il marchio è ormai diventato sinonimo di ‘cappello da cowboy’ e allo stesso tempo di manifattura di qualità. E’ molto interessante vedere come vengono oggi realizzati gli Stetson a Garland, in Texas, in questo breve video (clicca qui).

E come si sceglie un cappello? Dipende naturalmente dall’uso che se ne deve fare, oltre che dai gusti personali, ma la prima raccomandazione, mai troppo ripetuta, è quella di preferire un cappello stretto a uno largo.. niente di peggio che doversi fermare a raccoglierlo durante una cavalcata o un ballo sfrenato! Altre raccomandazioni dagli esperti: la posizione di riposo del cappello dovrebbe essere in realtà rovesciata, per evitare che alla lunga si appiattisca; la parte superiore, infatti, è più resistente e perde meno facilmente la forma. Strano, eh?  Inoltre, mai appoggiare il cappello sul letto, porta sfortuna! Se accade, come rimediare? Le leggende metropolitane dicono ‘sputa nel cappello, poi buttalo a terra e saltaci sopra!’… beh, noi non ve lo consigliamo!!! Ma ci sono tante alternative: il nostro regista Giulio, ad esempio, ha preferito un cappello australiano di pelle… e voi, di che cappello siete? Raccontatelo scrivendoci a italiancowboyswest@gmail.com!