Thornton: le dichiarazioni dopo l’autopsia del cavallo

I primi esiti dell’autopsia di Flogas Sunset Cruise sono stati riassunti dal dott. Peter Cronau, il veterinario testimone che ha presenziato all’autopsia per mio conto

Bologna, 18 ottobre 2016 – Kevin Thornton (ITA) ha rilasciato nuove dichiarazioni dopo l’autopsia del cavallo morto in pista a Cagnes sul Mer (FRA) il 10 ottobre 2016, durante la giornata di riposo del concorso ippico di salto ostacoli internazionale Gpa Jump Festival. La Fei non ha rilasciato un referto ufficiale sulle cause di morte del cavallo Flogas Sunset Cruise.

Lunedì 10 ottobre 2016: un giorno che non dimenticherò mai e la cui memoria resterà indelebile nella mia vita. In quel giorno ho perso un cavallo, un amico, un compagno di squadra ma se questo non fosse già abbastanza, è anche il giorno in cui ho subito un’aggressione personale sui social e su analoghi media, alimentata da bugie e inesattezze. Dal momento della mia partenza dal concorso – che non mi stancherò di sottolineare è stata frutto della mia unica volontà – ho sperimentato tutti i generi di emozioni che si possano provare.

Referto autoptico!

I primi esiti dell’autopsia di Flogas Sunset Cruise sono stati riassunti dal dott. Peter Cronau, il veterinario testimone che ha presenziato all’autopsia per mio conto.

Secondo il dott. Cronau né sudore o tracce di sudore (aree incrostate, cambiamenti sulla superficie della pelle ecc.) erano visibili sul mantello del cavallo. Ha inoltre rilevato che la cute non riportava alcun danno. Ciò si riferisce anche a segni di speroni e frusta. In merito alla causa della morte, non ci sono ancora risultati definitivi. Non sono stati rilevati elementi patologici-anatomici, né un aneurisma dell’aorta né rotture di altri vasi sanguigni né lesioni cardiache, che possano essere messi in relazione con la morte improvvisa del cavallo. Devono a questo punto essere svolte altre indagini, compresi gli esami del sangue.

Sulla base di quanto rilevato, le dichiarazioni per le quali mi si accusava di aver sottoposto il cavallo a un lavoro eccessivo (alla corda o sotto la sella) devono essere smentite visto che è dimostrato che il cavallo non era sudato quando è morto. Anche le dichiarazioni secondo le quali avrei abusato il mio cavallo con frusta e speroni sono altrettanto false.

I primi risultati dell’autopsia confermano al contrario quanto da me dichiarato sull’incidente l’11 ottobre scorso, ovvero che ho montato il cavallo per 15-20 minuti, senza assolutamente sottoporlo a un lavoro troppo pesante o eccessivo e che non l’ho sottoposto ad alcun maltrattamento.

Visto che stiamo ancora attendendo di conoscere la causa della morte, ritengo che questa testimonianza sia sufficiente ad esonerarmi da qualsiasi accusa di comportamento scorretto.

Uno sguardo al futuro

La eco di questa tragedia ha raggiunto un numero incredibile di persone in tutto il mondo. Ho intenzione di assumermi la mission affinché una simile situazione non capiti ad altri in futuro. Quanto mi ha visto protagonista prova oltre ogni ragionevole dubbio il potere dei social media e l’effetto negativo che possono esercitare sulla società. L’attuale consapevolezza della sanità mentale delle persone di qualsiasi età è un tema di grande rilievo: sono stato abbastanza fortunato da avere intorno a me molte persone che mi hanno aiutato a superare questo difficile momento e anche se le nuvole non sono ancora sparite, la luce si sta facendo strada. I social possono rovinare una vita, una professione, il futuro e alterare l’equilibrio di una mente. Quindi esorto tutti, la prossima volta, a ponderare bene i fatti prima di lanciare accuse, fare commenti o condividerli: non si sa quale sia l’entità del danno che si può fare. In quel frangente, ero perso. Non sapevo da che parte girarmi e cosa fare. Vorrei cogliere questa opportunità per creare una associazione di ‘aiuto’ per cavalieri di ogni età e livello con base originaria in Irlanda, che in caso di situazioni difficili come la mia o in qualsiasi altra situazione che possa emergere nel nostro sport, possa fornire la presenza di una persona alla quale rivolgersi per un consiglio in caso di emergenza, con contatti per un supporto legale, psicologico o per consulenze veterinarie. Auspico che questa iniziativa venga accolta favorevolmente dalla comunità equestre dal momento che gli stress nella nostra vita crescono in maniera proporzionale all’investimento di tempo e di risorse che impieghiamo per raggiungere il nostro sogno. Questa associazione potrà essere utile per fornire un supporto a coloro che si dovessero trovare ad attraversare i momenti bui della disperazione.”

Kevin Thornton