Tréve, la guerriera che non ha vinto il suo terzo Arc de Triomphe

Perdere o non vincere, quale è la differenza? ma la cavalla francese rimarrà comunque una luminosa stella del turf

Milano, ottobre 2015 – Questo post è per condividere con voi anche una altra sfaccettatura di quella corsa fantastica che è stato l‘Arc de Triomphe di domenica scorsa: una occasione storica persa per Tréve, la femmina arrivata quarta ma che inseguiva il record di una terza vittoria nell’Arc, una impresa mai riuscita nemmeno ai maschi.

Lei, la mademoiselle francese era ovviamente al centro della scena ed è stata una delusione cocente per i cuori bleu d’oltralpe non vederla tagliare il traguardo vittoriosa. Non solo per gallica galanteria, ma perché davvero la piccola baia ha provato a scrivere un pezzo di storia del galoppo: non c’è riuscita, ma il tentativo era già di per sé qualcosa di grandioso.

Questo è il nostro piccolo omaggio a lei, che non ha vinto ma ci ha provato comunque con tutto il cuore: era un articolo comparso l’annos scorso sulla Gold Edition di Cavallo Magazine dedicata all’Anno del Cavallo, il 2014.

Buona lettura!

Il trionfo di Tréve, la regina di Parigi

Nel mondo del turf il 2014 resterà per sempre l’anno di Tréve, la piccola cavalla che ne ha riscritto la storia vincendo per due volte consecutive l’Arc de Triomphe, il monumento delle corse al galoppo in terra di Francia. E in quasi un secolo di storia (l’Arc si corre dal 1920) questa impresa era riuscita soltanto ad altri sei cavalli, uno dei quali era il nostro mitico Ribot.

E’ la seconda femmina ad ornarsi di questo doppio alloro e per di più francese DOC: immaginatevi quindi l’entusiasmo del suo entourage e di tutto il paese per questa vittoria ottenuta in una corsa alla quale non era nemmeno stata iscritta da puledra, il che la dice lunga sulla sua capacità di sorprendere anche gli stessi suoi allevatori.

Infatti la storia di Tréve non è quella di una campionessa predestinata, anzi: ma è una bellissima storia e siamo davvero felici di potervela raccontare.

Tréve è nata nel 2010 presso l’Haras du Quesnay di Deauville, un piccolo paradiso per purosangue creato all’inizio del XX secolo da William Vanderbilt ed acquistato dalla famiglia Head nel 1958.

Piccolina, baia scura, un fiocco di neve in fronte e balzana al posteriore sinistro – balzan da uno, non lo vuol nessuno. E infatti alle aste degli yearling Tréve passa del tutto inosservata: ad agosto nemmeno una mano alzata per lei ed altrettanto ad ottobre, quando la figlia di Motivator e Trévise viene ritirata da Alec Head, il suo allevatore, una volta che l’offerta del battitore era scesa all’offensiva quota di 22.000 € ed affidata alla figlia di lui, Christiane che tutti chiamano Criquette.

Criquette è non soltanto una allenatrice di cavalli da galoppo, ma discende anche da una dinastia di allenatori e allevatori e fantini. Se si guarda il suo pedigree ci si accorge che è fatto solamente di gente di cavalli dal bisnonno in giù, e gente di cavalli che ha successo. Lei stessa ha già vinto un Arc de Triomphe nel 1979 con Three Troikas: una puledra allevata dal padre, portata in pista coi colori di scuderia della mamma e montata dal fratello di Criquette, Ghislaine.

Una vittoria di famiglia, perché la famiglia è sempre importante ma nel mondo dei Purosangue ancora di più; e se andiamo a vedere anche la genealogia di Tréve abbiamo una conferma di questo assioma. Già, perché se guardi un Purosangue non vedi soltanto un cavallo, quattro gambe una criniera e fammi vedere il giro di cinghie se è abbastanza ampio per aver fiato. No, quando si guarda un Purosangue si devono vedere anche tutte le lineette nere che si allungano dal suo nome verso destra, e su ogni lineetta c’è scritto un nome: i genitori, i nonni, i bisnonni e via dicendo di quel cavallo, perché tanto di quello che può essere un cavallo da galoppo lo raccontano anche i suoi antenati.

E guardando quelli di Tréve salta agli occhi una cosa: che se anche i genitori erano due cavalli normali, non esattamente campioni conclamati grazie a loro nel pedigree è presente, per ben tre volte, Northern Dancer.

Ma chi era Northern Dancer? Nel 1987, quando fu ritirato dall’attività riproduttiva, era lo stallone più famoso ed importante del secolo: aveva 26 anni, era la prima volta che accusava problemi di fertilità ed aveva fino a quel momento generato 125 vincitori in corsa. Di questi 25 si sono classificati come campioni e 33 hanno vinto corse di gruppo 1, quelle più importanti di tutto il mondo. Eppure anche lui, esattamente come Tréve, al suo debutto in società passò inosservato.

I Purosangue Inglesi debuttano appena svezzati alle aste degli yearling, i puledri nati nell’anno: una passerella per i virgulti di una stirpe unica al mondo, nobilitata da secoli di corse maniacalmente registrate; ma lui, il puledrino Northern Dancer, era stato snobbato da tutti.

Nato in Canada nel 1961 era baio, piccolotto, poco più grande di un pony e con una testa inusualmente poco leggera: era stato messo in vendita per 25.000 $ ma nessuno pensò che valesse la pena di sborsare quella cifra per un robo del genere, con una lunga lista in fronte che scendeva un po’ storta verso la frogia sinistra e tre calzini bianchi, nonostante fosse nipote di Nearco, il grandissimo Nearco.

Ma i suoi allevatori credevano in lui: venne mandato in lavoro da un famoso allenatore e alla sua prima corsa Northern Dancer vinse per sei lunghezze e 3/4. Non ebbe una carriera lunghissima, si rovinò un tendine nel 1964 e venne ritirato e messo in razza. Ma aveva vinto 14 corse sulle diciotto disputate, ed era arrivato due volte secondo e due volte terzo in quelle peggio riuscite: tanto valse a dargli il diritto di dimostrare quanto valeva come stallone, e in questo fu il migliore di tutti tra i Purosangue moderni.

Da notare poi che in Tréve la genealogia riserva altre chicche di assoluta delizia allevatoriale: sua madre Trévise porta infatti in dote anche il DNA di Trillion, una cavalla che fu grande in corsa e anche come fattrice visto che produsse Tryptich (ancora meglio della madre in quanto a premi vinti): e dentro Trillion di nuovo troviamo tre volte Nearco e addirittura quattro volte Pharos, suo padre.

Ma adesso torniamo nel mondo reale, rimettiamo i piedi per terra e guardiamo ancora Tréve nel modo più bello e più vero, mentre galoppa. Guardatela mentre corre il suo secondo Arc de Triomphe, quasi nascosta accanto allo steccato dietro gli altri binomi. Il suo fantino di (quasi) sempre, Thierry Jarnet, non le chiede altro che di star loro attaccata fino all’ultima curva di questa impressionante corsa di 2.400 metri: poi prende la mira per trovare spazio e lascia andare la sua piccola, nervosa baia che improvvisamente aumenta i giri e avanza, avanza, avanza in modo prepotente e leggero e sfacciato, finendo regalmente davanti a tutti con due lunghezze di margine. Ha corso col cuore Tréve, ci ha messo tutto il suo carattere di piccolina tosta e caparbia in questa giornata di gloria arrivata dopo tre corse perse anche a causa di qualche problemino – ma ha vinto quando era più importante farlo e questo è proprio dei campioni come lei.

Uno dei tanti motivi per i quali i cavalli non finiranno mai di affascinarci è che di storie come quella di Tréve e Northern Dancer ce ne sono tante: ve ne ricordiamo alcune, e visto che si sta avvicinando il nuovo anno per il 2015 auguriamo a tutti di riuscire a viverne simile in prima persona.

E non pensiate che sia poi così difficile: perché i cavalli sono in grado di stupirci, sempre, ogni giorno che abbiamo la fortuna e il buon senso di passare con loro.

Pensando al 2015: Tréve sarà in lizza per il 3° Arc de Triomphe?

Subito dopo la seconda vittoria sua pista di Longchamp i proprietari della prodigiosa baia (la famiglia Head e lo sceicco Joaan bin Hamad bin Khalifa Al Thani) avevano annunciato il suo ritiro dalle corse. Ma pochissimi giorni dopo c’è stato un cambio di programma, e l’annuncio che Treve, vista la sua ottima condizione dopo la galoppata del trionfo, continuerà il lavoro in vista della prossima stagione di corse. Solo il tempo e i prossimi risultati diranno se è stata una decisione saggia: ma nessun cavallo ha mai vinto tre volte l’Arc, e la decisione dei proprietari è sicuramente coraggiosa e molto sportiva: sarebbe stato infatti più che giustificato il suo ritiro definitivo, metterla in gioco di nuovo vuol dire affrontare il rischio di una sconfitta che darebbe una nota negativa alle sue statistiche di gara. Ma se la piccola Tréve vincerà a Parigi una terza volta sarebbe l’unica, la sola, e la più grande di tutti.

7 ottobre 2015