Trasumanza, avviato Iter per Patrimonio dell’Umanità

Mandrie, greggi, pastori e cavalli: la Transumanza candidata patrimonio dell’umanità Unesco. La richiesta ufficiale é stata depositata il 27 marzo a Parigi, sede dell’Unesco.

Bologna, 28 marzo 2018 – La Transumanza, antica pratica di migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie e dei pastori che si spostano da pascoli situati in zone collinari o montane (nella stagione estiva) verso quelli delle pianure (nella stagione invernale) percorrendo le vie naturali dei tratturi, preservata dalle comunità dei territori rurali, è candidata a diventare patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco – United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization -.

– Il Progetto Candidatura della Transumanza –
E’ iniziato nel 2015 per iniziativa di un gruppo di azione locale del Molise che ha riunito tutti i pastori transumanti locali, cui si sono aggiunti quelli campani, laziali, pugliesi e abruzzesi. Nel 2017 il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha iscritto nel Registro nazionale della pratiche agricole storiche e delle conoscenze tradizionali la pratica della Transumanza. A precisarlo è il curatore del dossier di candidatura Pier Luigi Petrillo, nell’ambito del Gruppo di Lavoro Unesco del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Sempre nel 2017, precisa ancora l’esperto legale, l’Austria ha richiesto all’Italia di valutare la candidatura Unesco della Transumanza coinvolgendo anche le comunità del Nord Italia, in particolare quelle della Val Senales in Alto Adige. A fine 2017 l’Italia ha chiesto il coinvolgimento della Grecia e da novembre 2017 a marzo 2018 Italia (capofila), Grecia e Austria hanno lavorato al dossier coinvolgendo le rispettive comunità.

– La richiesta ufficiale –
E’ stata presentata ufficialmente il 27 di marzo alla sede Unesco di Parigi dall’Italia, Paese capofila insieme alla Grecia e all’Austria. A farlo sapere è il ministero delle Politiche agricole, che ha coordinato la redazione del dossier di candidatura, informando che è stato formalmente avviato il processo di valutazione internazionale che porterà alla decisione da parte del Comitato di governo dell’Unesco nel novembre 2019. «Ci riempie di orgoglio questa candidatura – ha detto il vice ministro alle Politiche Agricole da oggi con le deleghe del settore, Andrea Olivero in quanto è l’unica per quest’anno del settore agricolo e valorizza una pratica che rinnova il profondo legame tra uomo, prodotto e paesaggio».
Un’iniziativa apprezzata dalla Coldiretti che definisce la candidatura «un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori in Italia, un Paese dove ci sono 60 mila allevamenti spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni pecore, per la maggior parte in Sardegna». Plauso anche dal Centro di ricerca Biocult dell’Università del Molise che ha appena presentato una pubblicazione sulle potenzialità socioculturali ed economiche della transumanza nell’Appennino, parlando di «valorizzazione e rivitalizzazione degli spazi dedicati, così come delle pratiche e dei prodotti che ne derivano».

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Note generiche

Unesco
United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization e’ l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, istituita a Parigi 4 novembre 1946. E’ nata dalla generale consapevolezza che gli accordi politici ed economici non sono sufficienti per costruire una pace duratura e che essa debba essere fondata sull’educazione, la scienza, la cultura e la collaborazione fra nazioni, al fine di assicurare il rispetto universale della giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta delle Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza distinzione di razza, di sesso, di lingua o di religione.

“Patrimonio dell’umanità” – “diritti e doveri”
Un sito o “una proprietà immateriale” Unesco comporta certo prestigio e orgoglio,  é una “sorta” di marchio di eccezionale valore universale, riconosciuto da ogni dove del pianeta come patrimonio comune dell’umanità.
Nello stesso tempo comporta una grande responsabilità perché il “bene” Unesco deve essere tutelato a tutto tondo, mantenere i suoi valori intatti e difenderli nel tempo.

Fonti: Unesco, Ansa