Verso Rotterdam: Giulia Martinengo Marquet

Per la campionessa azzurra quello che comincia in Olanda la settimana prossima sarà il terzo Campionato d’Europa della carriera: lei lo affronta nel pieno della sua splendida maturità di atleta e di persona

Bologna, lunedì 12 agosto 2019 – Quello di Rotterdam insieme a Elzas (castrone baio Kwpn nato nel 2009 da Diamant de Semilly x Cornet Obolensky) sarà il suo terzo Campionato d’Europa, dopo quelli di Mannheim 2007 su Athletica e di Madrid 2011 su Chiclana. Il quinto, se calcoliamo anche i due affrontati da young rider nel 1998 e nel 2000. Giulia Martinengo Marquet, nata il 6 marzo del 1979, arriva a Rotterdam del pieno della sua ancora giovanissima maturità tecnica, agonistica e personale: una delle migliori amazzoni del mondo, ammirata e apprezzata ovunque in ragione non solo di risultati sportivi eccellenti, ma anche di un’equitazione stilisticamente magnifica.

«Sto vivendo l’attesa del Campionato d’Europa di Rotterdam con un senso di grande orgoglio nei confronti del mio cavallo: se solo tre mesi fa mi avessero detto che avrei avuto questa opportunità non ci avrei creduto mai… ».

Invece a partire dallo Csio di Roma è stato un crescendo continuo!

«Sì, proprio Roma potrebbe essere considerata come punto di partenza della costante conferma di Elzas e della qualità delle sue prestazioni».

È stato tutto molto veloce.

«Sì, in effetti dovrei forse dire che questo campionato arriva un po’ precocemente visto che sono solo tre mesi che Elzas si è affermato ad alto livello, e sappiamo bene che un campionato richiede cavalli di esperienza capaci di sostenere diversi giorni di impegno massimo. Però è anche vero che il mio cavallo non avrebbe potuto fare un avvicinamento migliore: anche nel suo ultimo concorso a Beervelde la scorsa settimana ha fatto un ottimo piazzamento in Gran Premio… che può voler dire tutto e niente visto che si trattava solo di un tre stelle, ma in ogni caso era un buon Gran Premio e lui lo ha fatto molto bene. Elzas è in ottima forma, e questo mi dà un grande senso di fiducia».

Anche tutta la nostra squadra nazionale sta vivendo un ottimo momento, in senso generale…

«C’è un entusiasmo bellissimo nella squadra, uno spirito e un’atmosfera bellissimi, siamo tutti carichi a mille anche per via della qualifica olimpica: al di là del personale desiderio di ciascuno di noi di fare bene, c’è il sogno di conquistare la qualifica per le Olimpiadi di Tokyo 2020, un obiettivo importantissimo. Ma queste sono pressioni positive, non certo negative: creano entusiasmo, sono quelle situazioni che qualunque sportivo sogna di poter vivere».

Questo sarà il suo terzo Campionato d’Europa, quindi in assoluto il suo terzo campionato internazionale: come ha vissuto i primi due?

«Quello di Mannheim è stato a lungo il mio più bel ricordo, poi forse scalzato dalla vittoria della Coppa delle Nazioni del 2018 a Roma ma solo perché la Coppa a Roma è davvero qualcosa di speciale. In ogni caso quel Campionato d’Europa con Athletica è stato a lungo la cosa di cui sono andata più fiera. Madrid con Chiclana mi è passato in modo… più anonimo, sono sincera. Entrambi li abbiamo affrontati dopo stagioni di Seconda Divisione, quindi con una preparazione non all’altezza di un impegno simile: prepararsi a eventi del genere su concorsi adeguati è fondamentale. La differenza l’ha fatta una cavalla straordinaria come Athletica. Non che Chiclana non lo fosse, ma lei era più difficile e soprattutto a Madrid siamo arrivati dopo soli cinque mesi di gare di un certo livello… poi catapultate in un Campionato d’Europa, totalmente impreparate. Quindi Madrid mi è davvero passato nell’anonimato più totale: niente di drammatico ma niente di buono».

Se per Rotterdam dovesse fare un pronostico sui favoriti diciamo stranieri?

«Mah… è molto difficile fare dei pronostici… C’è un Daniel Deusser che non sbaglia un concorso, un Darragh Kenny che qualunque cavallo monti è sempre ai vertici in gare da 1.60, poi Ben Maher con Explosion… come si fa… Se dovessi dire un mio preferito direi che una medaglia per Steve Guerdat la troverei la più meritata del mondo, ma lo penso sempre di lui… ».

E Giulia Martinengo Marquet?

«Beh… è vero che con Elzas siamo costantemente ad alto livello da un periodo di tempo tutto sommato breve, ma abbiamo fatto un ottimo allenamento in grandi gare e grandi concorsi: e questo per tutti i cavalieri è importantissimo, i risultati dipendono in buona parte dal tipo di allenamento e di pratica che si riescono a fare prima dell’appuntamento che conta. Diciamo che questa volta rispetto alle altre due io mi sento molto più preparata. Poi andrà come deve andare… ».