Vienna: 450 candeline per la Scuola di Equitazione Spagnola

Quattro secoli e mezzo: è questo il tempo trascorso da quando a Vienna venne commissionata la costruzione di una arena in legno per gli esercizi equestri

Vienna, marzo 2015 – E’ uno di quei compleanni che vanno festeggiati come si deve: 450 anni dal giorno in cui, a Vienna, venne ordinata la costruzione di una arena per gli esercizi di equitazione riservata ai nobili cavalieri della corte austriaca. I cavalli che allora andavano per la maggiore erano quelli spagnoli – nobili d’animo, intelligenti e disponibili al lavoro, affidabili  come monte anche per i più giovani e preziosi virgulti blasonati – e da loro la scuola prese il suo nome.

Questa stretta correlazione tra Austria e Spagna, alla base dei fasti della  Spanische Hofreitschule che sarà poi madre dei Lipizzani (gli antichi Cavalli del Carso, con tanti spagnoli nel DNA), verrà ricordata dalle celebrazioni che si terranno a Vienna tra pochi mesi: il 26 giugno i Lipizzani della Scuola Spagnola di Equitazione di Vienna danzeranno nella Heldenplatz assieme ai Pura Raza Espanola della Real Escuela Andaluza del Art Ecuestre di Jerez, il loro alter ego in terra iberica.

Lo spettacolo avrà una anteprima il 25 giugno ed una replica il 27 giugno, sarà un evento da non perdere per chi ama l’arte dell’equitazione nella sua espressione più classica, declinata dagli eredi della grande tradizione accademica europea. 

Un po’ di storia: gli Spagnoli, i LIpizzani e Vienna

Tutto iniziò nel 1580: l’Arciduca Carlo II d’Austria (persona colta e di buon senso oltre che governatore di Stiria, Carinzia e altri possedimenti asburgici giù fino a Trieste) promuoveva da generoso mecenate ogni slancio culturale e civile possibile per arricchire quel che restava in mano Asburgo del Sacro Romano Impero. Libertà di culto per i protestanti, l’università di Graz, protezione ed aiuto a musicisti e scienziati – tutte opere lodevoli, ma a noi resta simpatico perché ha fondato l’allevamento di Lipizza. A corte c’era bisogno di cavalli degni della maestà imperiale: le luci classiche del Rinascimento stavano per esplodere nell’overdose sensuale del Barocco e anche in sella o per gli attacchi si voleva qualcosa di più, di diverso e nuovo. Carlo fondò l’equile di Lipica partendo da solide fondamenta genetiche: 30 fattrici e 6 stalloni Andalusi importati direttamente dalla Spagna e altri provenienti dall’allevamento boemo di Kladrub, i primi di una lunga serie che assieme ad alcune fattrici autoctone di Aquileia (discendenti da cavalli Romani, Napoletani o austriaci) e qualche stallone del Polesine formarono il nucleo originale della razza. Affidò tutto nelle mani del capo-scuderia sloveno Franjo Jurko, nato proprio da quelle parti e profondo conoscitore del suo angolo di Carso . Direzione intelligente dell’allevamento, pascoli calcarei in cui crescere liberi e alimentazione accurata delle fattrici cominciarono a formare generazioni di puledri sani e robusti: i cavalli del Carso (come erano chiamati allora) erano capaci di percorrere i quasi 500 chilometri che separano Lipica da Vienna al trotto in otto giorni, risalendo monti e valli.

Dal 1585 l’allevamento di Lipica cominciò a rifornire regolarmente Vienna e la sua corte dei magnifici cavalli di cui avevano bisogno per il tiro leggero e la Scuola Spagnola di equitazione: dovevano avere bella prestanza, nobili forme, passo sicuro e rilevato, ottima indole e mantello invariabilmente grigio. Gli Asburgo continuarono a proteggere e curare l’equile di Lipica con costanza teutonica, mai venne meno il loro interesse per la razza.

E a centocinquant’anni dall’inizio della favola il cavallo voluto da Carlo II ebbe il suo trionfo: il 14 settembre 1735 cinquantaquattro candidi stalloni si esibirono in un applauditissimo Carosello in occasione dell’inaugurazione del nuovo Maneggio d’Inverno di Vienna, riscuotendo un successo clamoroso. Da quel momento in poi l’immagine della Scuola Spagnola di Vienna divenne inseparabile da quella dei suoi argentei cavalli: è il lavoro di Alta Scuola che fa la selezione caratteriale e mette in risalto i soggetti più dotati e quindi adatti alla riproduzione, è la straordinaria capacità di impegnarsi in esercizi complessi e faticosi a rendere famosi e conosciuti in tutto il mondo i cavalli nati nel Carso che, dal 1780, vennero chiamati ufficialmente Lipizzani.  

11 marzo 2015

L’immagine di Peter Regaud è presa da Austria Forum