Viterbo, la cittadella degli Haflinger espugnata da una cavalla TPR: una relazione interessantissima

A Villa Buon Respiro  Giga e Annalisa Parisi hanno lavorato per una settimana con gli ospiti della struttura: tutti da leggere i risultati di questa bellissima esperienza

Il comunicato arriva direttamente da Annalisa Parisi, di PassioneCaitpr

Viterbo, ottobre 2015 – Giga è una cavalla di razza CAITPR. É nata nel 2007 in provincia dell’Aquila ed è arrivata nell’allevamento di Annalisa Parisi nel luglio del 2009; i cavalli non parlano ma sanno raccontare molto bene i propri trascorsi, basta leggere il loro comportamento.

Giga ha da poco compiuto 8 anni e oltre ad essere una cara amica, è parte inscindibile del GIGARITMIK, esempio unico di “interazione” tra due discipline come l’Equitazione e la Ginnastica Ritmica che della coordinazione e la sincronia fanno un obiettivo costante in continuo perfezionamento ed evoluzione.

Di seguito una breve relazione sulla riuscita dell’evento GigaRitmik che si è tenuto a Villa Buon Respiro nella settimana 5-9 ottobre 2015.

Villa Buon Respiro è una delle strutture ospedaliere in proprietà al San Raffaele SPA, specializzata nella Riabilitazione. All’interno dell’imponente complesso del 1600 nel quale è attivo un servizio legato alla neuro-psichiatria e neuro-psichiatria infantile, sorge il Centro di Riabilitazione Equestre, aperto ad utenze esterne e pazienti in un processo continuo di integrazione/interazione.  

Bambini: le impressioni degli Operatori del Centro di Riabilitazione Equestre

Buona la partecipazione dei bambini nei giochi ed esercizi proposti. I bambini hanno dimostrato un notevole interesse ed entusiasmo: sono rimasti attenti e concentrati per tutta la durata dell’attività (2 ore) interagendo con Giga, Fedra e Merlino con fiducia e senza timore, affidandosi agli operatori nell’affrontare le situazioni nuove ed anche quelle emotivamente più difficili.

I bambini solitamente meno motivati hanno reagito con voglia di fare e lanciandosi spontaneamente nei vari step quasi senza accorgersi della fatica che sostenevano.

Grazie alla concentrazione ottenuta i bambini sono stati capaci di comprendere e memorizzare sequenze complesse e di riproporle con facilità.

Inoltre il lavoro in gruppo, tra grandi e piccoli, operatori e animali, ha favorito il superamento delle proprie difficoltà. Ha giocato un ruolo fondamentale lo spirito di emulazione e di gioco poiché il guardare gli altri riuscire a raggiungere l’obiettivo è stato un grande espediente per trovare dentro sé il coraggio di lanciarsi verso la nuova esperienza.

La socializzazione tra pari è risultata decisamente migliore rispetto alla norma proprio grazie al lavoro di squadra.

Su 50 bambini inseriti nell’attività quotidianamente, solo 3 hanno reagito in modo non idoneo in quanto i loro disturbi comportamentali si sono amplificati rendendo difficile l’interazione positiva con gli altri.

Servizio Disabile Adulto: le impressioni della Dott.ssa Paola Marinaro

Hanno partecipato all’iniziativa 15 pazienti.

In generale abbiamo rilevato un rinnovato entusiasmo legato al proporre una nuova attività in un ambiente già conosciuto. L’aumento della motivazione si è tradotto in una partecipazione più attiva come richiesto dal programma, in un maggior coinvolgimento rispetto ai compiti assegnati e in un aumento dei tempi di attenzione.

I pazienti che hanno potuto ripetere una seconda volta l’esperienza hanno mostrato di ricordare gli esercizi già fatti e gli attrezzi necessari per svolgerli.

Si è potuto notare anche un aumento dell’integrazione tra pazienti di diversa età, di diversi servizi di provenienza, che ha dato luogo a un miglioramento dell’approccio relazionale.

Tutti i ragazzi hanno seguito le indicazioni degli istruttori esterni in maniera adeguata dimostrando rispetto e fiducia del ruolo e riuscendo in questo modo a cimentarsi in esercizi e giochi che comportavano l’affrontare difficoltà obiettive legate ai problemi motori e alle paure dei singoli partecipanti. 

Su 15 pazienti solo 1 non ha partecipato.

Gli Adulti residenziali: le impressioni degli Operatori del centro di Riabilitazione Equestre

Per gli adulti residenziali i risultati sono stati decisamente eccellenti.

Tutti coinvolti, disponibili, responsabili in ogni momento, sempre presenti ed attenti. Alcuni di loro sono stati coinvolti nell’organizzare alcuni giochi insieme agli operatori svolgendo anche compiti di supporto agli altri partecipanti e soprattutto ai bambini.

Nessuno si è mai rifiutato di fare le cose proposte, anzi si sono mostrati propositivi ed attivi.

Alla fine di ogni giornata anche a parole raccontavano di essersi divertiti e di voler ripetere l’esperienza. Hanno socializzato alla perfezione e hanno messo in gioco tutte le proprie capacità di comprensione e riproduzione di esercizi e sequenze di gioco dimostrandosi sempre all’altezza del compito.

Hanno partecipato 19 pazienti per tutti e 5 i giorni della settimana.

CAITPR e Ginnastica Ritmica in un contesto nuovo: il punto di vista di Annalisa Parisi

Giga non è cavallo propriamente addestrato: Le è stato chiesto, fin dal suo arrivo nel mio Team, di “pensare autonomamente” in funzione di questo gioco che ci vede spesso in giro per la penisola in varie esibizioni, rispettando sempre i suoi tempi e i suoi timori.

Qualcuno la chiama arte equestre, qualcun altro forse più sensibile ci vede un rapporto in cui “rispetto, comprensione” sono la base di un meccanismo di integrazione che vede tante parti in campo con un’unica finalità: la leggerezza.

Probabilmente non è nemmeno troppo facile comprendere fino in fondo quello che sto scrivendo proprio perché la maggior parte delle persone prende con sé un cavallo per svariati altri legittimi motivi.

A me interessava, e non sapevo nemmeno bene io come all’inizio, poterci riuscire, creando una squadra nella quale ognuno avesse un ruolo ben preciso, delle responsabilità individuali e collettive onde poter far parte di un tutto che doveva esser non soltanto un’esibizione con un cavallo, ma principalmente un messaggio di dignità.

Oggi questa squadra si compone di tre tecnici federali della FIG (Federazione Italiana Ginnastica), Valentina Cocco, Marta Di Girolamo e Rossella Mariani; Giga ed io che mi occupo principalmente di aspetti organizzativi e della logistica di questo bizzarro “Progetto in fieri”. A completare il quadro, due studenti della Facoltà di Agronomia di Padova: Irene Parovel e Francesco Ton che tra attività di stage e tirocini formativi ci accompagnano nelle trasferte del GIGARITMIK e di Passione CAITPR.

In panchina abbiamo la giovane Fedra (3 anni nel maggio scorso) che sebbene ci segua fin dai primi mesi di vita ancora non ha un ruolo preciso, nonostante abbia già iniziato a dichiarare le proprie preferenze; poi c’è il piccolo Merlino, arrivato nel giugno scorso, che è attualmente la nostra mascotte XXS.

Vedere un cavallo di circa 9 quintali che nell’immaginario collettivo è un cavallo da carne, fare questo genere di attività, di certo tocca tante sfere. Il CAITPR è una razza che nella storia ha svolto un ruolo fondamentale nell’agricoltura, nell’esercito al traino di cannoni ed artiglieria pesante… oggi cavallo selezionato per attività ludico-amatoriali che ce ne fanno apprezzare le qualità in termini di “HUMAN-SENSE“.

E poi abbiamo avuto la fortuna (e l’onore più di tutto) di far parte di questa esperienza a Villa Buon Respiro, con gli ospiti del Centro. Una settimana, 5-6 ore di lavoro al giorno in un percorso formativo che in pochi giorni e in diverse situazioni, legate al cambio di ring, al meteo, alla presenza dei familiari e del personale del Centro, alle richieste crescenti per valutare il livello di comprensione e di memorizzazione dei percorsi proposti, di esercizi impostati con sequenze diverse legate al controllo e alla gestione del Cavallo alla voce, senza bardature e/o strumenti contenitivi.

Interazione, integrazione per esaltare le qualità di ognuno in rigorosa “autonomia” personale attraverso dei giochi e relazionandosi tra mattina e pomeriggio anche con gli altri frequentatori normo-dotati del CRE.

Ora, io non sono un medico e tante sfumature non riesco a coglierle, ma di certo ho visto gli occhi della maggior parte degli “attori in campo”, la disponibilità nell’aiutarci a gestire i cavalli, ad anticiparci ogni giorno con puntualità nelle fasi preparatorie, a montare due volte al giorno i percorsi sempre diversi, a gestire gli attrezzi e a sistemare il tutto una volta terminati i lavori; mi lascia con la profonda soddisfazione che tutti si siano divertiti e con la consapevolezza, girando su e giù per l’Italia con i cavalli per buona parte dell’anno, che rare volte mi capita di trovare tanta disponibilità e volontà partecipativa in altri contesti legati al Cavallo.

In una società strutturata per etichettare ogni minimo gesto ed emozione questo genere di attività ricade nella sfera del sociale: dal mio punto di vista, meramente istintivo, mi vien da dire a fronte di questa esperienza, che in un immenso condominio di esistenze diverse, interazioni integrate di questo tipo ricadono nella nomenclatura originale del significato ormai perduto di “umanità”, con le sue infinite sfaccettature.

Ci hanno invitati a tornare organizzando dei cicli di incontri mirati, per cui deduco che la settimana sia stata un’esperienza positiva per tutti.

13 ottobre 2015