Dalla Francia la patente per proprietari di cavalli


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Bologna, 8 gennaio 2022 - La Legge n. 2021-1539, pensata per contrastare i maltrattamenti degli animali e supportare invece il legame tra uomini e animali prevede che, tutti i detentori di equidi abbiano l’obbligo di ottenere una 'patente'. Che indichi la conoscenza personale dei bisogni specifici della specie. Stiamo parlando della Francia. E questa disposizione entrerà in vigore a partire dal 30 novembre 2022, quando il decreto sarà attuativo. Non riguarderà i cavalli custoditi per fini sportivi, che si presuppone siano già affidati a cure con la necessaria competenza. Questa legge è stata fortemente sostenuta dalla Federazione Equestre Francese e dal presidente Serge Lecomte ed era già, in qualche misura, operativa nel parco dei tesserati Ffe. Ora, con questa estensione della legge dello stato, diventa obbligatoria per tutti i possessori di equidi, tesserati federali o meno. Fino a prima dell’ufficialità della legge, la Federazione francese aveva in carico, per i tesserati proprietari di cavalli, un modulo formativo composto da una parte teorica online e una pratica presso un centro approvato. Ora si è in attesa di sapere come si provvederà alla formazione che dovrebbe stare a monte del rilascio dell’attestato nazionale.
Le norme francesi oltre la patente
Secondo quanto previsto dalla legge in Francia, chi possiede un equide (cavallo, pony o asino) deve dichiararlo all’'Institut français du cheval et de l'équitation (IFCE). E farlo identificare. I detentori di un equide devono parimenti dichiararlo all’IFCE. Se si detengono minimo 3 equidi, è necessario avere un veterinario responsabile sanitario. L’animale deve essere custodito, nutrito, curato, trasportato in modo da garantirgli salute e sicurezza. Nello stesso pacchetto legislativo della patente, è stato formalizzato anche l’obbligo di dichiarare la nevrectomizzazione (considerata doping dalla Federazione francese) e viene data la possibilità ai gestori di centri ippici francesi di vendere i cavalli per i quali non siano state pagate le pensioni. Quest’ultimo provvedimento è inteso per contrastare il fenomeno dell’abbandono di cavalli nei centri ippici. Dopo un preavviso scritto da parte del gestore del centro e un periodo ‘cuscinetto’ di tre mesi, il centro ippico potrà fare richiesta al tribunale. Che a sua volta potrà decidere se consentire la vendita del cavallo.