Arioldi: l’occhio del selezionatore

Parla l’uomo al quale la Fise ha affidato il ruolo di team manager della squadra azzurra seniores di salto ostacoli: tutti i cavalieri bravi dovranno sentirsi considerati

Bologna, dicembre 2015 – Presentare Roberto Arioldi? Impossibile, ma soprattutto inutile. Chi non conosce Roberto Arioldi? È da quando si è affacciato al grande agonismo nazionale e poi internazionale – cioè dalla seconda metà degli anni Settanta – che lui fa sempre la stessa cosa, ripetitivamente, con monotonia quasi patologica: lavora e vince, vince e lavora, lavora e vince, vince e lavora… Uno degli uomini più straordinari che il nostro salto ostacoli abbia mai conosciuto, in termini di dedizione, determinazione, applicazione e ovviamente passione. Qualche giorno fa (il 29 novembre, per la precisione) Arioldi ha compiuto 60 anni: ma oggi sembra sempre il solito, quello di dieci, quindici, venti anni fa. Roberto Arioldi, insomma. Lui. Il consiglio federale ha deciso di affidare proprio a Roberto Arioldi il ruolo di team manager per quanto riguarda la prima squadra azzurra di salto ostacoli: della quale il tecnico sarà Henk Nooren e il vice-tecnico Emilio Puricelli. Al di là delle definizioni formali circa compiti e responsabilità, si tratta di un bel terzetto di veri uomini di cavalli: saranno in grado loro tre di risollevare le sorti del salto ostacoli azzurro?

Ha già un’idea di come verrà impostata l’organizzazione del lavoro, almeno a grandi linee?

«Per adesso quello che posso dire è che mi è stato chiesto di dare una mano e io non mi sono tirato indietro. All’inizio ero in dubbio perché io voglio montare ancora a cavallo e andare in concorso, però sono stato rassicurato su questo fronte e quindi alla fine ci siamo accordati. Per quanto riguarda programmi e strategie, qualche giorno dopo Natale faremo una riunione per affrontare gli argomenti più urgenti».

Ma il ruolo che le è stato proposto di team manager…

«Aspetti, alt, io non so che nome ha il mio ruolo: io so solo che il mio compito sarà quello di selezionare, di decidere le convocazioni, di formare le squadre. Quella sarà la mia responsabilità».

Ovviamente in accordo con i tecnici, si suppone.

«Il tecnico è Henk Nooren con Emilio Puricelli al suo fianco. Nooren lo avremo due fine settimana al mese più i giorni di concorso in cui sarà impegnata la squadra nazionale, e cercheremo di farlo lavorare con un buon numero di cavalieri, perché trovo che oggi può capitare a me di non avere il cavallo e invece di averlo a quell’altro, ma non per questo ci si deve fermare: bisogna sempre rimanere dentro lo sport ugualmente, non si sa mai che domani il cavallo giusto capiti e allora si deve essere pronti».

Quindi quello di Roberto Arioldi sarà un ruolo molto più importante di quello di un manager che ‘semplicemente’ controlla l’organizzazione di un team.

«Importante non lo so, di responsabilità sì, questo è certo».

E probabilmente anche quello di Puricelli sarà un ruolo chiave.

«Sicuro, perché garantirà il coinvolgimento e la considerazione nei confronti di tutti i cavalieri. Spesso in passato l’attenzione dei responsabili tecnici si è fermata solo ai sei o sette cavalieri di massimo livello, e questo non è giusto: tutti i cavalieri bravi devono sapere che avranno l’opportunità di essere considerati e di funzionare di conseguenza. Bisogna tenere acceso sempre tutto il sistema fatto da proprietari e cavalieri: allora il meccanismo si rimette in movimento. Se un cavaliere viene sfruttato solo quando ha un cavallo buono e poi viene dimenticato… beh, quel cavaliere poi si dimenticherà anche di fare i concorsi».

Ma lei non si vedrebbe più come uomo di campo che da scrivania?

«Ma è esattamente quello che succederà: io di certo non starò fermo a una scrivania! Io sarò in campo a guardare, vedere, valutare. In realtà per fare bene questo lavoro si dovrebbe smettere di montare, ma grazie al lavoro di Emilio Puricelli e probabilmente anche di qualche altra persona riusciremo comunque a coprire tutta la realtà agonistica nazionale. Una persona dello staff tecnico dovrà essere presente in tutti i concorsi significativi, anche in caso di contemporaneità, una persona che poi faccia riferimento a me. Per poter dare un’opportunità a tutti i cavalieri di essere presi in considerazione».

24 dicembre 2015