L’importanza di chiamarsi…Pavarotti!

Giapponesi commossi quando hanno scoperto che un cavallo scelto dal team canadese di equitazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020 si chiama Pavarotti

Jessica Phoenix e Pavarotti, frame di video dal profilo Instagram / @officialteamphoenix
Tokyo, 21 luglio 2021 – Per Pavarotti, quello vero, i giapponesi andavano matti, emozionandosi fino alle lacrime.

Sarà l’antico affetto, ma quando hanno scoperto che un cavallo scelto dal team canadese di equitazione per le Olimpiadi di Tokyo 2020 si chiama Pavarotti, come Big Luciano, a Tokyo e dintorni in molti si sono commossi.

E subito è cominciata una sorta di processione alla ricerca di una foto al centro di equitazione, dove peraltro non mancano tanti altri spunti curiosi causa anagrafe equina.

All’eleganza made in Italy, ad esempio, fa riferimento anche il Messico, con il cavallo Armani.

Ma c’è anche chi, come Israele, forse non conoscendone fino in fondo il significato, ha fatto un pò di «confusione», mettendo in squadra il genio italiano, con un Donatello, ma anche la parte peggiore del Bel Paese, con un sorprendente Cosa Nostra.

Grazie alla grande bellezza della nazionale di Mancini, il fascino dell’Italia è tornato anche sul campo di calcio.

Ma ovviamente, è ancora troppo presto per avere alle Olimpiadi di Tokyo un cavallo chiamato Chiesa o un Donnarumma.

Bisogna allora «accontentarsi» di un Cannavaro (Argentina), simbolo della vittoria ai Mondiali del 2006.

Il Cile ha un Ronaldo, ma non è chiaro se si riferisca a quello «originale» o a Cr7.

Tornando a Israele, va segnalato che presenta un Amsterdam 27, come un taxi di una qualsiasi città, a cui la Gran Bretagna risponde con un «tradizionale» London 52.

Dai taxi, che spesso sono stati protagonisti sui grandi schermi, a un titolo «immortale» come Carlitòs Way (Brasile), e agli hollywoodiani Clooney 51 (Svizzera), Pacino (Irlanda) e Tarantino (Germania).

E poi ci sono cavalli, condotti da uomini, che però hanno nomi da condottieri: Carlo Magno (Bielorussia) e Bolivar (Italia).

L’amore vince sempre e allora la Francia ci prova con Cupido, gli Usa rispondono con Don Juan e la Polonia con Libertina.

Gli austriaci, inguaribili romantici, hanno un Te Quiero comprensibile in tutto il globo.

A proposito di amore, in realtà gli organizzatori hanno chiesto a tutti gli atleti ospiti del villaggio olimpico di tenersi lontani da possibili tentazioni.

Gli Usa si sono adeguati, perlomeno all’anagrafe equina, e così, con una scaramanzia tanto latina, hanno portato a Tokyo un ‘Contagious’.

Comunicato Ansa, spassosissimo dobbiamo dire! Qui un nostro articolo sulla canadese Jessica Phoenix, amazzone del cavallo Pavarotti, risalente a Rio 2016