Roma, 30 aprile 2020 - Uno degli aspetti che ci ha colpiti del lavoro di addestramento fatto dal Centro di Coordinamento dei servizi a Cavallo e Cinofili della Polizia di Stato di Ladispoli con i cavalli delle Murge è stato quello che riguarda la persona da loro riconosciuta come un elemento indispensabile e fondante del progetto: Francesco Taraschi, istruttore di equitazione Fise e British Horse Society, oltre che tecnico addestratore di cavalli con la qualifica di Pratictioner secondo il metodo Tellington Ttouch.
Perché si ha sempre l'impressione che i meccanismi di questi ambienti istituzionali siano un po' dei moloch, in cui non sia facile accettare nuove abitudini o stravolgere vecchie tradizioni: ma il caso delle pattuglie Murgesi è indicativo di quanto, forse, possiamo sbagliarci in tal senso.Signor Taraschi, quando è cominciata la vostra avventura?
“L'11 giugno 2018, con il via ufficiale al percorso per la realizzazione della Bozza di programma di allenamento ed addestramento di giovani cavalli finalizzato all'attività di Pubblica Sicurezza che si è poi concluso con la stesura del conseguente Protocollo addestrativo per il condizionamento di giovani cavalli da destinarsi ai servizi di controllo del territorio e di ordine pubblico, del quale mi sento padre insieme agli Assistenti Capo Emiliano Scipioni, Domenico Pansini ed a tutto il personale di P.S. e civile che vi ha partecipato”.
Quali sono gli elementi di forza su cui ha puntato?
“Ho cercato di portare all'interno di una struttura così storicamente importante la mia esperienza di uomo di cavalli, ma ancor più l'esperienza maturata nel corso della mia vita di relazione con l'essere umano, evidenziando che alla base di tutti i progetti vi è la forza, il sapere, l'energia, l'umiltà ed anche i limiti personali che ognuno può immettere nello sviluppo del progetto, sia per riversarci linfa nuova sia per attingervi sapere e conoscenza”. Un ragionamento molto etologico...da branco, viene da dire! “In effetti è partendo dal gruppo, dalla squadra che si comincia a lavorare: poi ci sono l'obiettivo da raggiungere, il carisma del singolo, il passaggio dall'autocoscienza nella conoscenza, dell'osservazione come opportunità, la visualizzazione che sfocia in intenzione, la risoluzione che deriva dalla competenza del Gruppo sino al riconoscimento del limite proprio e del gruppo finalizzando le azioni per superarlo. In questo modo siamo arrivati a definire le modalità più opportune secondo cui allenare e addestrare puledri, cavalli giovani e cavalli adulti in una concezione non nuova, che non c'era pretesa di cambiare o riscrivere una storia dell'equitazione o del cavallo: ma semplicemente etica, rispettosa, ed efficace”. Quali sono, per sommi capi, gli strumenti che avete utilizzato? “All'inizio del percorso ho scelto ed applicato un linguaggio comunicativo con i cavalli che per me è una base solida, certa, efficace: il Tellington Ttouch Training. Un metodo di addestramento basato sul rispetto e sull'educazione che privilegia la comunicazione interspecifica e onora il corpo, la mente, lo spirito dei cavalli e delle persone che vivono con loro, utilizzando i suoi 4 capisaldi :- Tellington Ttouch: "il tocco che insegna", mirato a ridurre lo stress ed accrescere l'intesa e la comunicazione del binomio
- Esercizi a terra per un alto apprendimento, che migliorando l'equilibrio fisico, mentale ed emozionale aumentano il benessere del cavallo e le sue performance
- Lavoro in sella, per la gioia e l'efficacia di montare
- Visualizzazione "Change your mind, Change your horse": cambia il tuo modo di pensare, e cambierà il tuo cavallo