Ghode Jatra: la festa dei cavalli in Nepal


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Kathmandu, 14 aprile 2021 - Ci sono cose che non cambiano mai, qualunque sia la parte del mondo in cui nascono e vivono.
Come la voglia di fare belli nostri cavalli, e il modo di intrecciare loro la coda: in Nepal al Ghode Jatra come nel pony club  frequentato dai nostri nipotini, è facile notare le stesse identiche abitudini. La voglia di mettere loro addosso qualcosa che racconti tutta la bellezza che il nostro cavallo è per noi, e che si accordi con la tenerezza e la meraviglia che ci fa sentire, Perché qualunque sia la sua razza, il suo genere e la sua età per noi il nostro cavallo - o il nostro pony - è bello come una principessa delle favole.
E non ci sarà mai fiore troppo bello per non stare bene tra i suoi capelli...ohps, pardon: crini.
Succede così anche in Nepal, alla festa chiamata Ghode Jatra: ogni anno una magnifica parata a cavallo, con giochi e acrobazie ricorda un avvenimento leggendario. Il tutto si svolge ancora oggi a Tundikhel, dove si narra che un demone cattivissimo - Tundi - terrorizzasse gli abitanti della città. Ma un giorno questi riuscirono finalmente a ucciderlo e celebrarono la vittoria galoppando sulle sue spoglie. Ogni anno si ripetono queste galoppate, dove la velocità dei cavalli e il rimbombo dei loro zoccoli si ritiene continuino a tenere a bada lo spirito malvagio. E proprio i cavalli sono tra i protagonisti principali: i reparti a cavallo dell'esercito nepalese fanno a gara per dimostrare la propria abilità in sella, e ogni cavallo è vestito a festa per l'occasione. Guardate la coda di questo, ad esempio: fiori di carta coloratissimi e un po' naif, la treccia un pochino spettinata che è così difficile farla proprio pulita pulita. Come le prime volte che abbiamo provato a farla al nostro, o magari anche le ultime se non siamo così bravi ed esperti in questo genere di cose. In Nepal come nella nostra scuderia, non cambia niente: che anche da noi il suono degli zoccoli, in qualche maniera, ci sembra che scacci gli spiriti cattivi attorno o dentro di noi. Qui una buona lettura, a proposito di giri del mondo "in sella"...