Regole per i cavalli di botticelle e fiaccherai: troppe 8 ore di lavoro, troppi 35°

Forza Italia presenta emendamento al nuovo codice della strada per impedire l’abolizione dei veicoli a trazione animale: ma prevede 8 ore di lavoro al giorno per i cavalli, che sono troppe. Perché in Italia non consultiamo gli esperti in materia, invece di scrivere leggi basate più su onde emotive e relativi contro-movimenti piuttosto che su dati tecnici ed esperienze specifiche?

Firenze, 17 maggio 2019 – Dopo le botticelle di Roma è il turno dei fiaccherai fiorentini: a unirli ovviamente i cavalli, che sono gli stessi sempre e dovunque.

E gli emendamenti proposti al nuovo Codice della Strada: a Roma il M5S annuncia di voler dare la possibilità di revocare le licenze del servizio di piazza in caso di rischi per gli animali o per l’incolumità delle persone, a Firenze Forza Italia si dichiara contro l’abolizione a prescindere dei veicoli a trazione animale «…applicando la legge in maniera severa, visto che ci sono norme che impongono massimo 8 ore di lavoro per gli equini, e d’estate vietano la circolazione delle carrozze a trazione animale quando le temperature superano i 35 gradi».

Peccato che queste considerate, per quanto in vigore, non siano norme che tutelano il benessere dei cavalli: 8 ore di lavoro al giorno vanno bene per un ragioniere, un giornalista o un politico ma non per un cavallo, che è impegnato in uno sforzo fisico equiparabile a quello di un atleta e 35 gradi di temperatura sono sopportabili ad Ostia o Forte dei marmi, non certo sull’asfalto o i sanpietrini di una città.

E’ demoralizzante rendersi conto che il Legislatore, in Italia, ai nostri giorni scriva sull’onda emotiva dell’hashtag più visualizzato degli ultimi due giorni o per contrapporsi palesemente all’ultima esternazione degli avversari politici più diretti, piuttosto che darsi la pena di elaborare regole che veramente risolvano un problema rivolgendosi, per capirlo, a chi di quell’argomento ha conoscenze professionali sicure ed è al di sopra delle parti.

Nel caso in questione veterinari ippiatri ed esperti di attacchi da lavoro, per esempio, ugualmente concordi nel sottolineare l’importanza delle opportune pause almeno ogni due ore (come facevano del resto i cavalli di posta ai tempi che furono, non a caso le scuderie per il cambio erano situate immancabilmente a due ore di percorrenza una dall’altra), di un orario di lavoro inferiore alle 8 ore complessive e di prevedere come temperatura massima di lavoro i 30°, tenendo conto del fatto che quella percepita (e che condiziona lo sforzo fisico) è ben diversa da quella assoluta.

Insomma, fate le cose per bene per favore già che ci siete: in nome dei cavalli, grazie.