Attenzione: parla Ludger Beerbaum

Nel giorno del suo cinquantatreesimo compleanno il campione tedesco svaria su diversi argomenti: il suo ritiro dalla squadra tedesca, il suo futuro, lo sviluppo dello sport equestre in Cina, il concorso di Pechino…

Pechino, 26 agosto 2016 – Non è certo un segreto il fatto che Ludger Beerbaum rappresenti il volto del salto ostacoli in Germania: ma è anche una vera super star in Cina. Sei anni or sono insieme ai suoi partner ha dato vita al “Longines Equestrian Beijing Masters”. La prossima settimana, i migliori cavalieri del circuito internazionale si ritroveranno ancora una volta a competere contro i più forti cavalieri cinesi sul terreno del leggendario Stadio Olimpico di Pechino, il cosiddetto Bird’s Nest. Oggi, venerdì 26 agosto, Ludger Beerbaum celebra il suo cinquantatreesimo compleanno. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui parlando del suo ritiro dalla squadra tedesca, dei suoi piani per il futuro e del ‘concetto’ assolutamente unico che caratterizza il concorso di Pechino.

Qualche giorno fa lei ha annunciato di volersi ritirare dalle competizioni con la squadra tedesca. Che cos’è più forte: il senso di malinconia seguente a questa sua decisione, oppure l’entusiasmo per quello che ora le riserveranno la sua vita e la sua carriera?

«In questo momento nessuno dei due, direi. Inizialmente mi sentivo soddisfatto della decisione presa, e mi sono preparato a vedere quello che sarebbe successo. Sono in pace con me stesso: penso che sia stata la decisione giusta nel momento giusto. Tutto quello che succederà d’ora in poi… beh, succederà. Sono pronto ad accettarlo con piacere».

Però lei continuerà a gareggiare a livello internazionale?

«Sì, esatto».

L’insegnamento e il training di giovani aspiranti talenti d’ora in poi la impegnerà molto nella sua vita di uomo di cavalli e di sport…

«Mi ha sempre impegnato molto. Ho sempre insegnato e ho sempre avuto giovani cavalieri con me in scuderia. Prendiamo il caso di Marco Kutscher, Philipp Weishaupt, Henrik von Eckermann, per esempio: tutti loro sono partiti con me da qui. E adesso continuerò nella mia attività di allenamento e insegnamento. Però concentrandomi di più su altre zone geografiche. Esattamente come sto facendo adesso spostandomi in Asia con la Longines World Equestrian Academy o invitando cavalieri asiatici a venire nella mia scuderia a Riesenbeck».

Ci può dire qualcosa di più circa il lavoro che la vede coinvolto nella promozione dello sport con i giovani cavalieri?

«Il nostro obiettivo con la Academy è di allenare giovani cavalieri in modo che possano trovare più facilmente la loro via verso lo sport internazionale. Questo è il compito che si prefigge la Academy, e io spero che lo si riesca a portare a termine in un arco di tempo compreso fra i cinque e i dieci anni».

Lei ha seguito lo sviluppo dello sport equestre in Cina ormai da diversi anni. Come valuta tale crescita?

«Sono stato coinvolto nello sport equestre cinese fin dal 2006. Le cose stanno crescendo molto velocemente in Cina, ogni anno aumentano i concorsi, i cavalieri, soprattutto i giovani cavalieri che riescono a dedicarsi allo sport equestre. Ma c’è ancora un fortissimo bisogno di diffusione di conoscenza: e mentre la crescita dello sport è indubbiamente veloce, quella della conoscenza e del cosiddetto know-how è sfortunatamente molto più lenta. C’è un gran bisogno di questo, a partire dalla cura e dalle attenzioni nei confronti del cavallo per arrivare alle abilità di base».

Qual è il ruolo che gioca il Longines Equestrian Beijing Masters nella crescita dello sport equestre in Cina?

«E’ un vero highlight nel calendario cinese, e per molti giovani è un grande sogno quello di poter un giorno montare in questo vero tempio dello sport cinese, il Bird’s Nest. E dunque si tratta di una grande motivazione. Ma molti passi intermedi devono essere fatti prima di poter arrivare a quell’obiettivo: ed ecco dunque l’importanza della Academy. Ma la motivazione è senza dubbio alcuno uno dei presupposti fondamentali».

Quali sono gli altri partner coinvolti a Pechino: ci potrebbe descrivere la struttura organizzativa?

«Prima di tutto c’è la Dashing Equestrian, la compagnia che ha sottoscritto il contratto con il Bird’s Nest e la federazione, e che si assume il rischio e le responsabilità economiche dell’evento. Poi la federazione cinese, naturalmente. Così come gli organizzatori dello Csio di Aquisgrana che sono con noi per il quarto anno consecutivo».

La sesta edizione del concorso si terrà dall’1 al 4 settembre. Quali sono gli aspetti più particolari che lo caratterizzano?

«Si tratta dell’unico concorso in Cina in cui i veri top-riders internazionali gareggiano contro cavalieri cinesi nelle stesse categorie. Ovviamente gli europei su cavalli messi a loro disposizione sul posto, a causa delle regole di quarantena. A differenza di quanto accade per esempio nella tappa del Global Champions Tour di Shanghai: noi cavalieri internazionali vi partecipiamo, ma i cinesi possono solo stare seduti in tribuna a guardarci. Nel Bird’s Nest invece tutti loro hanno davvero la possibilità di gareggiare contro di noi in sella ai loro cavalli».

Qual è lo sviluppo che il Longines Equestrian Beijing Masters dovrà seguire? Quali sono gli obiettivi di breve e medio termine?

«L’obiettivo più importante è quello di passare dallo status di Csi a tre stelle a quello di Csi a cinque stelle. In secondo luogo quello per noi europei di gareggiare in sella ai nostri cavalli. La rapidità con la quale questo secondo obiettivo sarà raggiunto non dipende solo da noi: ma anche dalle regola di quarantena, dall’Europa, dalla Cina, dall’introduzione in Cina di protocolli di vaccinazione e altri punto ancora. Non posso dire se sarà necessario un anno, o due, o tre».

Lo scorso anno lei ha vinto nel Bird’s Nest. Come valuta le possibilità di difendere il suo successo quest’anno?

«In definitiva dipende dal cavallo che mi verrà assegnato… L’anno scorso per me venne sorteggiato un ottimo soggetto e quindi ho semplicemente avuto le migliori possibilità per vincere».

Come ha celebrato il suo compleanno?

«In nessun modo particolare. Non è un compleanno speciale, sono solo 53 anni… tutto molto normale».