Ippica: Centinaio incontra “Lega Ippica”, la proposta di L’Abbate in Commissione

Primo approccio ippico per il neo Ministro del Mipaaf Gian Marco Centinaio che nei giorni scorsi ha incontrato alcuni esponenti del comparto appartenenti a “Lega Ippica Italiana” che hanno illustrato alcune delle gravi problematiche che affliggono il settore.

Roma, 27 luglio 2018Primo approccio ippico per il neo Ministro del Mipaaf Gian Marco Centinaio che nei giorni scorsi ha incontrato alcuni esponenti del comparto appartenenti a “Lega Ippica Italiana” che hanno illustrato alcune delle gravi problematiche che affliggono il settore.

In primo luogo quelle relative ai pesanti ritardi nei pagamenti delle spettanze agli operatori e agli ippodromi e poi quelle relative al al Decreto di Classificazione degli ippodromi che, come si legge nel comunicato emesso dopo l’incontro. “Ha generato un dissesto nel settore sia a livello di programmazione  che di calendario e distribuzione delle risorse”.

Da parte sua il Ministro ha ribadito la linea espressa già in altre sedi dal Vice Premier Salvini, ovvero quella di una volontà di un intervento “teso ad affrontare, contrariamente a quanto avvenuto in passato, la drammatica situazione dell’ippica italiana.”

Inoltre, è stata assegnata alla commissione Agricoltura la proposta di legge “Istituzione della Consulta tecnica per la promozione del settore ippico” di Giuseppe L’Abbate (M5S).
Nello specifico la proposta di legge, presentata a fine marzo, che si trova sul tavolo della XIII Commissione agricoltura, si propone tre obiettivi principali: il benessere dei cavalli, la tutela pubblica del settore e la formazione di una consulta tecnica per il rilancio del comparto ippico.

Stando a quanto si legge nella relazione di accompagnamento, il primo obiettivo della proposta, “è quello di vigilare proprio sul benessere del cavallo, (vero protagonista del settore), ovvero  quello stato psicofisico dell’animale che lo rende idoneo a svolgere l’attività che gli viene richiesta. Il secondo obiettivo, come accennato, è la preservazione della « tutela pubblica », che consiste nella salvaguardia e nel controllo pubblico dell’intero sistema ippico italiano, sia rispetto alla trasparenza ed alla corretta emanazione ed applicazione di norme di carattere generale che alla tutela del cavallo atleta, creando i presupposti per il miglioramento della razza equina ed allontanando il rischio di abbattimento naturale e indotto di migliaia di capi, determinato dalla riduzione di corse e di fonti di sostentamento. Il terzo obiettivo è la costituzione di una nuova e più partecipata governance, che sia in grado di accompagnare l’ippica italiana verso un rilancio ed un ritorno all’autofinanziamento. 
Per ottenere questi risultati, sarà dunque necessario: 
a) richiamare l’applicazione del regolamento recante norme per la disciplina organizzativa, funzionale e fiscale dei giochi e delle scommesse, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n.169 del 1998, ai sensi dell’articolo 3, comma 78, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, che, avrebbe dovuto garantire una percentuale dei movimenti sulle scommesse raccolte dai concessionari da riversare nelle casse dell’UNIRE a sostegno dell’ippica, percentuale che la legge 1° agosto 2003, n. 200, « Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2003, n. 147 », ha provveduto prima a spalmare e poi a condonare, determinando la cancellazione dei residui attivi (minimi garantiti) dai bilanci dell’ente, e per conseguenza un ammanco drammatico al montepremi ippico; 
b) confermare la somma già preventivamente destinata al settore ippico come forma di « risarcimento danni » causati dall’introduzione di nuove tipologie di scommesse, con una tassazione più agevolata ed un « payout » maggiore, che hanno sfruttato la rete delle agenzie ippiche esistenti danneggiando le scommesse ippiche a loro vantaggio. Non si può, infatti, privare proprio ora l’ippica di queste somme che le erano già state destinate negli anni precedenti e che le consentiranno, evitando gli errori commessi nel passato dalle diverse gestioni, di riassumere quel ruolo internazionale che tuttora conserva ed evitando, al contempo, la fuga (e la morte) di cavalli atleti e di professionalità dal Paese. Un inter- vento che potrà sostenere il rilancio del settore, con una imprescindibile e puntuale rendicontazione delle risorse pubbliche, impiegate unitamente all’indicazione della temporaneità dello stesso, individuabile in massimo tre-cinque anni”. 
Relativamente alla costituzione della nuova governance, “appare necessario approntare un governo del settore che sia in grado di affrontare e risolvere questioni inerenti a peculiarità specifiche, istituendo una « Consulta tecnica per il rilancio del settore ippico » che svolga tutta una serie di compiti funzionali e di supporto al presidente, nominato a capo del settore direttamente 
dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ai sensi della presente proposta di legge
“.