Siena: il Corpo Forestale indaga sui cavalli sotto falso nome, e non solo

Continuano le indagini partite nel luglio scorso dopo il caso di falsificazione dei documenti di alcuni cavalli PSI, spacciati come Mezzo Sangue per poterli iscrivere all’Albo del comune senese che dà accesso al Palio

Siena, giugno 2016 – Il Sindaco di Siena, Bruno Valentini, è chiaro e deciso: «I controlli messi in atto dall’autorità giudiziaria sull’ippica senese non riguardano il Palio se non indirettamente e pertanto giudico sbrigativa la semplicistica sovrapposizione fra Palio ed inchiesta. La vicenda, infatti, pare trarre origine proprio dalla efficace azione di tutela che l’amministrazione comunale ha messo in atto questa estate per salvaguardare le procedure di selezione di cavalli idonei per correre in piazza del Campo, ed evitare che comportamenti illeciti potessero inquinare la complessa e scrupolosa attività propedeutica a garantire al massimo possibile la sicurezza della Festa. Il Comune, infatti, ha anche incaricato all’uopo un legale esterno, prima ancora che fossero esattamente definite le ipotesi di reato, in modo da seguire adeguatamente quanto stava accadendo, a difesa degli interessi primari della festa e della città». Conclude il primo cittadino: «È stata una vicenda da non sottovalutare, sulla quale la magistratura sta opportunamente facendo gli accertamenti dovuti».

Ricordiamo che per il Palio di Siena sono ammessi solo cavalli Mezzosangue, esclusi  i Purosangue Inglesi: ma  c’è chi tenta di farli passare per Anglo-Arabi falsificandone documenti e micro-chip, provando a garantirsi così un bombolone (termine senese per “crack”, ottimo cavallo) grazie alla frode.

Le perquisizioni di ieri sono state effettuate dagli agenti della Forestale all’ippodromo senese di Pian delle Fornaci e nelle scuderie e abitazioni di alcuni fantini della zona, tra cui il celebre Trecciolino, al secolo Luigi Bruschelli, uno dei più influenti ed esperti per quanto riguarda il Palio di Siena: gli altri indagati sono Enrico Bruschelli, Sebastiano Murtas ed il veterinario Mauro Benedetti.

L’inchiesta dell’anno scorso riguardava proprio tre cavalli da lui allenati e per cui Trecciolino e il proprietario dei cavalli sono stai indagati, l’operazione di ieri è collegata a quei fatti, visto che oltre alla falsificazione dell’identità dei barberi una volta entrati in scuderia agenti e veterinari avevano trovato evidenze anche di doping, maltrattamenti, importazione non autorizzata di anabolizzanti dall’India e sembra anche sperimentazione farmacologica volta ad ottenere super-prestazioni in pista che avrebbero portato alla morte due cavalli.

Al momento risultano indagate quattro persone: oltre a Bruschelli anche un veterinario di Viterbo e altri due fantini del circuito delle corse di provincia.

Le perquisizioni di ieri sono state effettuate da 25 agenti insieme a due medici veterinari della Direzione generale per la promozione della qualità agroalimentare e dell’ippica, anagrafe equina e benessere animale del cavallo sportivo, del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali:  rinvenuti   medicinali sospetti che saranno ora sottoposti ad analisi. Effettuati anche prelievi ematici su 61 cavalli, sia Anglo-Arabi che Purosangue Inglesi, anche estranei all’Albo dei cavalli del Palio, al fine di accertarne l’identità e per le analisi antidoping.

Non sono stati trovate evidenze di cavalli seppelliti illegalmente, ma la Forestale tiene a ricordare che uno dei tre cavalli sottoposti a sequestro probatorio nel luglio scorso è morto in allenamento qualche giorno fa in un luogo diverso da quello indicato per la custodia giudiziale. Di qui l’accusa di violazione di sigilli e frode processuale.

Sembra che il trono di Trecciolino, il fantino più vincente ancora sulla Piazza (passateci il calembour…), stavolta scricchioli davvero.

D’altra parte, il Palio di Siena ha tutto l’interesse a mantenere la legalità delle procedure e preservare il più possibile la sicurezza e il benessere dei suoi cavalli: condizioni indispensabili per la continuazione di una tradizione secolare, perché è impensabile che al giorno d’oggi non si tutelino i protagonisti stessi dell’evento.

Sicurezza e benessere che vengono messi a repentaglio da chi, per mero interesse commerciale, si avvantaggia dal poter fornire la materia prima (cioè fantini e cavalli) a suo piacimento in corse, corsette e paliotti non solo di Siena ma in tutte le città italiane dove, da qualche anno a questa parte, si è vista una crescita esponenziale di tali manifestazioni che per la grandissima maggioranza montano gli stessi fantini che vediamo a Siena per Provenzano e l’Assunta.

Siena e il suo Palio hanno la forza di contrastare questi tentativi di manipolazione che possono essere messi in opera da persone senza scrupoli: c’è bisogno che anche tutti gli altri palii, corse di piazza e i loro cavalli vengano protetti allo stesso modo.

E l’unico modo per riuscire è quello di non fare da sgabello a comportamenti illeciti, di chicchessia.

1 giugno 2016