Jeroen Dubbeldam è campione d’Europa

Trionfo: il cavaliere olandese conquista il titolo continentale lasciandosi alle spalle il belga Gregory Wathelet e il francese Simon Delestre. Piergiorgio Bucci è tra i grandi

Aquisgrana, agosto 2015 – Jeroen Dubbeldam trionfa ad Aquisgrana e conquista il titolo di campione d’Europa, divenendo così il primo olandese a vincere la medaglia d’oro continentale dal 1977, quando salì sul gradino più alto del podio Johan Heins. Jeroen Dubbeldam vince due volte: perché farlo da campione del mondo in carica è un’impresa che valorizza ancor di più entrambe le medaglie, quella mondiale di Caen 2014 e quella di Aquisgrana 2015. Per trovare un cavaliere capace di vincere in successione l’oro mondiale e quello europeo bisogna risalire al francese Eric Navet che riuscì nell’impresa nel 1990 e 1991. Dubbeldam al termine del percorso che lo consacra campione d’Europa non ride: mette il suo cavallo al passo, contrae la mascella, alza il cap e si guarda intorno a 360 gradi, passando in rassegna circolare i 44 mila di Aquisgrana che lo applaudono. La tensione è stata fortissima ma lui l’ha sostenuta con la forza di chi ormai sa di essere ciò che è: sono lontane le lacrime versate a fiotti a Sydney 2000, quando Dubbeldam iniziò la raccolta delle sue medaglie conquistando quella olimpica in sella a De Sjiem. Che cavaliere, che cavaliere, che cavaliere: quattro medaglie d’oro nel giro di un anno. Medaglie che sono il perfetto riconoscimento per un uomo semplice e concreto, poca appariscenza e molta, moltissima sostanza. Il suo Zenith è un cavallo che si è confermato ai massimi livelli ma l’anno scorso, prima del trionfo mondiale di Caen, nessuno avrebbe scommesso una lira su di lui: ciò che dimostra una volta di più la competenza, la bravura, la saggezza anche del suo formidabile cavaliere. Zenith è l’unico cavallo che in tutto il Campionato d’Europa non ha fatto cadere una sola barriera in cinque percorsi, raccogliendo soltanto un punto di penalità sul tempo oggi nel secondo percorso, quando l’importante era per l’appunto far cadere nulla a terra. L’andamento di Dubbeldam/Zenith in tutto il Campionato d’Europa è stato quello di uno schiacciasassi: lento e regolare e infallibile, capace di sgretolare avversari che per un motivo o per quell’altro almeno una volta sono caduti nelle insidie dei meravigliosi percorsi proposti in campo da Frank Rothenberger. Tra questi hanno avuto la meglio il belga Gregory Wathelet su Conrad de Hus (argento) e il francese Simon Delestre (bronzo) entrambi doppio netto oggi (Delestre un punto sul tempo nel secondo percorso) ed entrambi al primo podio individuale della carriera, così da mitigare parzialmente le delusioni patite dalle loro squadre due giorni fa.
Parliamo di Piergiorgio Bucci. Per lui alla fine il 13° posto, alle spalle di Ludger Beerbaum 12° e davanti a Maikel van der Vleuten 14°. I campionati internazionali alla loro conclusione producono sempre una classifica che salvo casi davvero eccezionali riflette una realtà accertata. Nel caso di Bucci la realtà accertata è questa: lui c’è, è lì, tra i grandi. E ci sta non da intrufolato: ci sta perché oggi quello è il suo posto. Dovremmo quindi gioire: sì, ma qualcosa rimane sullo stomaco. E sono tre errori – tre barriere cadute – che solo in un caso (il secondo percorso della seconda prova) risponde non tanto a uno sbaglio quanto piuttosto a una lieve imprecisione del cavaliere: quell’errore poteva anche non esserci ma il fatto che ci sia stato risponde a una logica tecnica. Gli altri due (quello nel primo percorso della prima prova e quello di oggi nel primo round) assolutamente no. Con otto punti in meno Piergiorgio sarebbe stato medaglia di bronzo: sì, sì, ok, lo sport non si fa con i se e con i ma, le barriere cadono e non si deve recriminare, ma questo è un pensiero impossibile da evitare. Anche ad altri cavalieri è successa la stessa cosa quindi è anche sciocco dire medaglia di bronzo sì o no: ma non è sciocco affatto confermare senza tema di smentite che il nostro cavaliere produce una cifra tecnica altrettanto valida di quella prodotta da chi è salito sul podio alle spalle di Dubbeldam. Questa è la realtà che deve rendere felice ed orgoglioso non solo Piergiorgio Bucci, ma anche tutto il mondo dello sport equestre azzurro.

23 agosto 2015