L’Italia ad Aquisgrana: quando la storia ignora il denaro

La squadra azzurra è stata invitata a gareggiare nello Csio più importante del mondo, un concorso escluso dai circuiti Fei di Coppa delle Nazioni per una vile questione di soldi…

Bologna, 4 luglio 2017 – L’Italia è stata invitata a partecipare al prossimo e imminente Csio di Germania ad Aquisgrana (18-23 luglio): una notizia meravigliosa. Che però mette in luce una delle assurdità più sconcertanti del tempo in cui stiamo vivendo. Già: perché l’Italia ha bisogno di un invito per partecipare allo Csio e dunque alla Coppa delle Nazioni di Aquisgrana? La squadra azzurra non è forse nella Prima Divisione europea? E quello di Aquisgrana non è forse lo Csio più importante del mondo? La risposta è sì a tutte queste domande. E allora? Allora pur essendo quello di Aquisgrana lo Csio più importante del mondo non è compreso nel circuito di Coppa delle Nazioni Fei. Proprio così. Una delle assurdità più assurde della storia dello sport. Una… ‘cosa’ che urla vendetta, quanto meno dal punto di vista dello sport. E perché tutto questo? Risposta in estrema sintesi: soldi. Denaro. Perché da qualche anno – come ben si sa – Longines è diventato lo sponsor principale della Fei (per Coppa del Mondo, computer list, timing e scoring per Coppe delle Nazioni… ), ma Aquisgrana è storicamente un evento Rolex. Longines e Rolex, Rolex e Longines: due marchi orologieri ovviamente concorrenti, entrambi svizzeri… Aquisgrana naturalmente fa squadra con Rolex, ci mancherebbe altro: non potrebbe che essere così. Giustamente, ovvio. E’ l’istituzione sovranazionale e trasversale che invece dovrebbe includere e non escludere: come può la Fei – la Fei, non un’azienda privata o un singolo o un’istituzione locale… no, la Fei, l’organismo che gestisce lo sport equestre mondiale e che come riferimento ha il Comitato Olimpico Internazionale – dare vita al circuito che esalta i valori di squadra e condivisione e nazionalità escludendo il concorso che rappresenta il vertice massimo del passato, del presente e del futuro del salto ostacoli mondiale? Aquisgrana quindi è fuori dal circuito di Coppa delle Nazioni. Come Ginevra e ‘S-Hertogenbosch, che – a loro volta eventi storicamente Rolex – sono stati esclusi dal circuito di Coppa del Mondo. E anche lo Csio di Calgary, che è Rolex, è fuori dal… giro. Sono fuori perché Longines non li vuole? Sembrerebbe che sia questa la ragione, ovviamente. E per certi versi è anche comprensibile… Ma sarebbe come se lo Stato italiano venisse sponsorizzato dall’Alfa Romeo e quindi ai cittadini italiani fosse inibito l’acquisto di una Fiat pena la perdita della cittadinanza… O insomma, un paragone del genere. E’ un puro e semplice insulto allo sport: questo è il fatto. E – sponsor o non sponsor – qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di sanarlo.

Veniamo all’Italia, che è meglio. Bella notizia, quindi. L’Italia e Aquisgrana hanno una grande storia vissuta a braccetto. Piero d’Inzeo insieme a Nick Skelton detiene il record di vittorie in Gran Premio: quattro successi ciascuno. Ancora Piero d’Inzeo vi ha vinto due volte la medaglia d’argento nel Campionato d’Europa. Raimondo d’Inzeo ad Aquisgrana ha vinto il Campionato del Mondo nel 1956 e conquistato la medaglia d’argento l’anno prima, il 1955. L’Italia su quello sterminato campo ostacoli ha vinto un gran numero di volte la Coppa delle Nazioni stabilendo anche un formidabile tris consecutivo nel 1964, 1965, 1966. L’ultima vittoria è stata nel 1976 con Graziano Mancinelli su Bel Oiseau, Vittorio Orlandi su Creme de la Cour, Raimondo d’Inzeo su Bellevue e Giorgio Nuti su Spring Time. L’ultima presenza azzurra – escludendo il Campionato d’Europa del 2015 – è del 2009 con Natale Chiaudani su Seldana, Giovanni Lucchetti su Boston, Giuseppe d’Onofrio su Landzeu e Piergiorgio Bucci su Kanebo (9° posto). Sul campo ostacoli di Aquisgrana si è scritta la storia del salto ostacoli mondiale. Aquisgrana è un nome che al solo pronunciarlo mette soggezione e affascina. La sua Coppa delle Nazioni oggi (che insulto… lo ripetiamo) non serve a niente: la Prima e la Seconda Divisione d’Europa si giocano su altri campi ugualmente prestigiosi e affascinanti. Non serve, quindi, sì: ma alla faccia di tutti i soldi possibili e immaginabili rimane la Coppa delle Nazioni più importante del mondo. Esserci? Un onore. Vincerla? Un sogno.