Mary Breckinridge, la levatrice a cavallo

Invertiamo i fattori: quando è l’equitazione che cambia la storia delle persone. Come è successo ad una ragazza americana di tanti , tanti anni fa…

Milano, 1 luglio 2018 – Una delle cose divertenti della storia è che si può guardare da tanti punti di vista differenti.

Sin qui parlandovi di gente di cavalli abbiamo (spesso) ricordato chi in qualche modo ha cambiato l’equitazione: ma tanto per variare potremmo provare a riconoscere chi, tramite l’equitazione e quei formidabili compagni che erano i loro affidabilissimi cavalli, ha cambiato la storia delle persone.

Come Mary Breckingridge (1881-1965), nata a Memphis da una famiglia molto influente che le permise una formazione esclusiva e la frequentazione delle sfere più alte della società internazionale dell’epoca.

Ma le vicissitudini della vita la portarono a diventare una vera pioniera del servizio sanitario: perse un marito e i suoi due bambini ancora piccoli, il secondo matrimonio si rivelò un disastro per le infedeltà del marito.

Mary trovò un antidoto ai propri dolori aiutando gli altri, specialmente le donne in difficoltà: perfettamente cosciente delle primitive condizioni sanitarie in cui vivevano le famiglie dei coloni americani e credendo fermamente che il futuro di una nazione dipendeva dal benessere dei suoi bambini si specializzò come infermiera e levatrice, fondando nel 1925 il Frontier Nursing Service.

Le giovani che ne entravano a far parte non erano solo estremamente preparate dal punto di vista sanitario, ma anche ottime amazzoni: dovevano portare il loro aiuto alle famiglie più isolate dei Monti Appalachi, e l’unico modo era raggiungerle a cavallo.

Niente strade, solo tracce di sentiero e fiumi da attraversare con ogni tempo e in ogni condizione: per Mary la maternità era «…il campo di battaglia delle giovani, più pericolosa, dolorosa e mutilante di una guerra e inesorabile come ogni legge divina».

Le sue levatrici erano le uniche ad aiutare le madri che non potevano contare sulla presenza di un medico collegandole al mondo civile, e in caso di necessità con i loro cavalli erano in grado di trasportare bimbi e malati fino al villaggio più vicino.

Cavalieri coraggiosi e senza armatura eppure fatte di quanto ci sia di più femminile al mondo, che combattevano per far nascere e non per uccidere: ci fa bene ricordarle.

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