Piazza di Siena: Halifax vince, Havinia muore

Una coincidenza che forse coincidenza non è: esattamente nel giorno in cui un cavaliere italiano vince il Gran Premio Roma per la prima volta dopo 24 anni, ci lascia una campionessa che quella vittoria l’ha mancata di pochissimo…

Bologna, 29 maggio 2018 – Il 27 maggio scorso – l’altroieri – è finita una indimenticabile edizione dello Csio di Roma, con la vittoria nel Gran Premio di Lorenzo de Luca su Halifax van het Kluizebos. Ed esattamente l’altroieri ci ha lasciato una cavalla che questo Gran Premio nel 2003 lo ha mancato per un soffio: Havinia, montata allora dal nostro grandioso Gianni Govoni. Havinia in quel periodo era la cavalla di punta del salto ostacoli azzurro: uno spettacolo di tecnica e di risultati, condotta da un Gianni Govoni che con lei è riuscito ad esaltare al massimo la sua arte di cavaliere. Quella domenica 25 maggio 2003 il Gran Premio Roma era una gara a due manches più barrage, i partenti 56 tra i quali nomi del calibro di Michel Robert, Nick Skelton, Franke Sloothaak, Rodrigo Pessoa, Jos Lansink, Rolf-Goran Bengtsson, Ludo Philippaerts… Alcuni cavalieri italiani che poi sarebbero stati presenti anche nel 2018, oltre allo stesso Govoni: Piergiorgio Bucci, Massimo Grossato, Bruno Chimirri, Carlo Rogiani. E Roberto Arioldi, naturalmente. Al termine delle due manches solo cinque binomi si sono trovati a zero: per loro il barrage, quindi. Gianni Govoni con il suo terzo netto riusciva a tenere dietro di sé una coppia formidabile come Nick Skelton e Arko III, ma veniva incredibilmente battuto da Bruno Broucqsault su Dileme de Cephe, binomio che due giorni prima aveva vinto la Coppa delle Nazioni con la Francia, che nel 2002 a Roma aveva vinto la Coppa delle Nazioni e finito 4° in Gran Premio, e che nel 2004 sarebbe andato a vincere la finale della Coppa del Mondo a Milano. Incredibilmente battuto, quindi, non tanto perché Broucqsault/Dileme potesse essere considerato un binomio outsider, ma perché Havinia aveva fatto una gara formidabile, favolosa, esaltante, che ‘doveva’ essere premiata con la vittoria… Invece niente da fare, è continuata la maledizione… Cosa dire dunque del fatto che Havinia è morta esattamente il giorno in cui un cavaliere italiano ha vinto per la prima volta dopo ventiquattro anni il Gran Premio Roma, quel Gran Premio che a lei è sfuggito di un soffio? Questi sono fatti che racchiudono significati enormi, in effetti…

La storia di Havinia è comunque tutta straordinaria: dall’inizio alla fine. Non la raccontiamo qui, adesso, perché l’abbiamo fatto proprio poco tempo fa su queste stesse pagine – elettroniche – di Cavallo Magazine. E’ una storia da gustare fino in fondo, è un romanzo meraviglioso. Se non l’avete già fatto, leggetela: ne vale la pena. La trovate qui: http://www.cavallomagazine.it/gianni-govoni-e-havinia-una-favola-vera-1.3784279