L’eccezionale normalità di Roberto Arioldi

Il campione azzurro ritorna in Piazza di Siena da cavaliere dopo aver guidato fino alla fine del 2017 la squadra italiana in qualità di selezionatore tecnico

Bologna, sabato 11 maggio 2019 – Roberto Arioldi in campo a Piazza di Siena (23-26 maggio) per lo Csio di Roma: una cosa normale e straordinaria nello stesso tempo. In egual misura. Normale perché… beh, per vari motivi: primo, perché oggi Roberto Arioldi è un vincitore come lo è sempre stato durante tutti i suoi 63 anni e mezzo di vita (certo, ha cominciato a esserlo appena nato: garantito); secondo, perché Roberto Arioldi dentro Piazza di Siena fa parte del paesaggio tanto quanto i cipressi o la staccionatina della pista; terzo, perché è un campione del nostro sport e il nostro sport a Piazza di Siena raggiunge la celebrazione massima; e infine, quarto: perché in questo momento dispone di due cavalli molto più che interessanti e… utili, in ottica agonistica.

La straordinarietà di contro consiste nel fatto che Roberto Arioldi solo due anni fa (pur non avendo mai smesso di montare in gara) era il selezionatore tecnico della squadra azzurra, proprio quella squadra che nel 2017 ha vinto la Coppa delle Nazioni per la prima volta dal 1985… Lui lo diceva: io voglio continuare a fare il cavaliere. Però il pensiero veniva naturale: sì, ma non sei più un ragazzino… hai rallentato il ritmo agonistico e non è facile riprenderlo a quest’età… adesso dici così ma poi chissà… in ogni caso cavalli in grado di affrontare concorsi importanti non è semplicissimo trovarseli sotto la sella… etc etc. Ma nel caso di Roberto Arioldi la normalità vince sull’eccezionalità… Risultato? Roberto Arioldi in campo a Piazza di Siena nello Csio di Roma. Da cavaliere.

«Eh… sì, da cavaliere. Però non sono molto sorpreso: ho un buon cavallo che sta saltando bene e penso che sia in grado di fare una bella figura diciamo, ecco»

La sua ultima Piazza di Siena da cavaliere si ricorda quando è stata?

«Oh no, proprio no… ».

È stata nel 2014.

«Ah, beh… non troppo tempo fa!».

No di certo! Però rivederla in campo da cavaliere dopo il suo periodo in qualità di commissario tecnico è una cosa che suscita una certa emozione…

«Sì… sì… lo capisco… Diciamo che sono più contento di esserci da cavaliere che da commissario tecnico. È più piacevole».

Ma tornare in Piazza di Siena in qualità di cavaliere era un suo obiettivo oppure non ci pensava più di tanto?

«L’obiettivo era un po’ questo nuovo cavallo, Chiclone… Cioè, nuovo… per me non è nuovo affatto perché ce l’ho ormai da parecchio tempo, però lui ha fatto una progressione costante e sta saltando molto bene. E secondo me non ha finito di crescere: ci sono ancora dei margini di miglioramento. Penso che per il futuro al nostro c.t. Duccio Bartalucci potrà servire».

Che sensazioni prova alla vigilia di questo ritorno? C’è un po’ di emozione oppure no?

«Ma no, entrare in quel campo fa piacere, certo, ma non sono affatto emozionato: diciamo piuttosto che sono molto curioso di vedere come salterà questo mio cavallo, come affronterà quelle difficoltà. Fino ad adesso ha fatto tutto sempre con bella sicurezza, ma concorsi così importanti non li ha ancora affrontati e quindi sono molto curioso di vedere come se la caverà».

Oltre a Chiclone quale sarà il secondo cavallo?

«Dundee (van het Marienshof, n.d.r.), che su quelle altezze è una sicurezza. Però ha altre problematiche: Chiclone è un cavallo più sportivo e semplice, più costante nei risultati, con Dundee si può vincere ma allo stesso tempo avere anche qualche difficoltà. Diciamo che con lui c’è una leggera percentuale di imprevedibilità in più rispetto a quello che accade con Chiclone».

Da selezionatore tecnico è dunque ben più complicato avvicinarsi a Piazza di Siena…

«Ma certo, senza dubbio. Da cavaliere può essere difficile entrarci, ma una volta che sei dentro devi pensare solo a te stesso e al tuo cavallo e al tuo percorso. Da selezionatore qualunque scelta tu faccia c’è sempre chi è scontento… Quest’anno Duccio Bartalucci è riuscito ad avere dalla Fei perfino qualche posto in più per i cavalieri italiani, lui è bravissimo in queste cose, un maestro, però è ovvio che tutti i cavalieri vorrebbero essere a Roma… se a qualcuno si è costretti a dire di no ecco che nasce subito la polemica. Magari non nel gruppo dei primi cavalieri, ma su quelli diciamo di seconda fascia che sono anche i più numerosi e più o meno tutti sullo stesso piano: e allora purtroppo lì il selezionatore può anche effettivamente sbagliare nella scelta. Quello che però spero più di tutto è che Duccio si riprenda bene dopo il suo intervento chirurgico: gli auguriamo davvero tutto il meglio e soprattutto di poterlo avere con noi a Piazza di Siena pienamente ristabilito».