La grandezza di Gianni Govoni

Una gara. Un errore al numero uno. Risultato svanito. Ma ecco nascere la bellezza…

Ascona, 23 luglio 2017 – Ultimo giorno di concorso. Csi a cinque e a due stelle. Gara della domenica mattina. Poi nel pomeriggio i due Gran Premi. Una categoria a tempo, l’ultima del cinque stelle prima del Gran Premio. Gianni Govoni entra in sella a Winn Winn. Ultima gara a disposizione, quindi. Ultima gara di un concorso andato così e così: cioè senza nemmeno una delle abituali vittorie del cavaliere azzurro. Potrebbe dunque essere questa la volta buona per lasciare il segno su questo concorso. Del resto con Winn Winn ne ha vinte a bizzeffe di gare del genere Gianni Govoni… Figuriamoci. Gianni parte. Fin dal modo in cui prende il galoppo si capiscono le sue intenzioni: quel galoppo che solo lui riesce a produrre nei cavalli. Il galoppo che Gianni Govoni crea nei suoi cavalli è diverso da tutti gli altri modi di galoppare. E’ il galoppo di Gianni Govoni. Un marchio di fabbrica inconfondibile. Dunque quel galoppo. Gianni parte. Winn Winn parte. Tagliano il traguardo e vanno sul numero uno, una triplice: buon modo di cominciare una gara di velocità, i cavalli possono galoppare e distendersi prendendo subito il ritmo. Winn Winn attacca la triplice: galoppo, battuta, parabola… errore! Sul numero uno. Winn Winn tocca di posteriore la barriera di uscita: la barriera cade. Addio gara. Pius Schwizer in testa alla classifica provvisoria tira un sospiro di sollievo… Ma è a questo punto che comincia lo spettacolo! Perché, pensiamoci un attimo: quante gare ha fatto nella sua vita Gianni Govoni? Quante ne ha vinte? Quanti cavalli ha montato vincendo e non vincendo? Quante volte la mattina si è alzato calzando gli stivali per andare a fare la ricognizione di un percorso? Quanti percorsi ha visto? Quante volte ha pensato cavolo è andata male oppure favoloso, è andata bene? Quante volte Gianni Govoni nella sua vita è stato un cavaliere di un cavallo? Sempre, ovviamente. Sempre, da sempre. Quindi cosa mai sarà stata per lui questa gara ad Ascona cominciata con un errore al numero uno? Sarebbe stato normale per chiunque al suo posto pensare: (parolaccia) che rabbia, ma che vada in malora, fa caldo, poi c’è il Gran Premio, chissenefrega, faccio ancora un salto e vado fuori, a cosa diavolo serve adesso farmi tutto ‘sto percorso… Giusto? Sarebbe stato normale per chiunque fare questo pensiero, no? Sì, per chiunque. Ma Gianni Govoni non è chiunque. Gianni Govoni è Gianni Govoni, altrimenti sarebbe chiunque, e non Gianni Govoni. Quindi, come si diceva, adesso comincia lo spettacolo. Non c’è più obiettivo di risultato, quello è andato, eppure Gianni monta come se il risultato fosse ancora lì da raggiungere, da prendere, da conquistare. Winn Winn deve mantenere quella identica tensione, deve rimanere collegata a un obiettivo, sentire quella elettricità fremente che scorre dal suo cavaliere a lei e che produce quella equitazione meravigliosa di attacco, di finezza, di agonismo, di classe e di potenza tutto insieme, tutto concentrato nel movimento di un cavallo e di un cavaliere, di un cavaliere che quando si chiama Gianni Govoni crea bellezza ed entusiasmo negli occhi di chi lo sta a guardare. Quello che fa Gianni Govoni in questo percorso è meraviglioso: e non lo è per via di un risultato da conquistare, che quello è evaporato su quella triplice, no, lo è semplicemente perché la bellezza esiste di per sé stessa. Ha una vita propria che prescinde da causa ed effetto. Facile entusiasmarsi per una prestazione che conduce a una vittoria, ancor più facile se si tratta di una grande vittoria. Oggi ad Ascona Gianni Govoni non ha vinto niente, contrariamente alla norma: e proprio per questo quello che ha fatto vedere in campo in sella a Winn Winn in questa gara di zero vittoria è stato favoloso. Uno spettacolo di equitazione allo stato puro, distillato sublime di ciò che un cavallo e un cavaliere possono produrre al loro meglio. Chi se ne importa del risultato: quando si vede Gianni Govoni montare a cavallo in questo modo si raggiunge una specie di felicità che sazia qualunque aspettativa. Il risultato non c’entra per niente. Questa è la grandezza di Gianni Govoni.