Libri di cavalli: l’importanza della buona conversazione

Un manualetto pensato per i viaggiatori dell’ottocento che può rivelarsi utile anche oggi, per ricordarci quanto può fare bene comunicare in modo positivo

Viaggiatori del Grand Tour in una stampa settecentesca

Bologna, 26 marzo 2020 – Mai come di questi pandemici tempi si evidenzia, anche on line, l’importanza di una buona conversazione: che si parli di cavalli o viaggi, di equitazione o della situazione sanitaria nazionale abbiamo ogni giorno sotto gli occhi esempi, positivi e negativi, in abbondanza.

La scelta dell’argomento, il modo di trattarlo, tono e registro usati fanno la differenza tra una comunicazione positiva e motivante ed una depressiva, o addirittura urtante.

L’arte della piacevole e corretta conversazione sociale era particolarmente coltivata nei secoli passati, perché le si riconosceva l’importanza fondamentale che aveva nel migliorare la vita di tutti e la qualità che regalava alla vita comune: un giudizio di cui sarebbe bello riappropriarsi anche oggi, quando social e web amplificano a dismisura l’eco delle nostre parole.

Per questo oggi ci piace rispolverare un manualetto di conversazioni da viaggio redatto in quattro lingue, l’inglese madrelingua più relative traduzioni in francese, tedesco e italiano dove ovviamente sono previste diverse nozioni legate all’utilizzo dei cavalli (e affini) come mezzi di trasporto.

Il vero Grand Tour ottocentesco di istruzione, così caro alla cultura britannica, non poteva prescindere da un minimo di approfondimento delle lingue indigene del resto d’Europa.

Il gentleman quindi contava (oltre che sulla propria educazione) anche su un buon numero di manuali con frasi tradotte nelle principali lingue europee intesi ad aiutarlo nelle situazioni più disparate: dall’ordinare un thé ai giochi di società, sino alla prenotazione di un posto in diligenza o di un cavallo da sella per una passeggiata al parco.

Ovviamente questi ultimi sono proprio gli argomenti che a noi interessano veramente, capitoletti gustosissimi non solo per l’atmosfera che ricreano immediatamente ma anche per la luce che gettano sulle competenze equestri indispensabili ad ogni singolo viaggiatore: serviva saper distinguere i buoni cavalli e l’effettivo stato di legni e finimenti per non gettare soldi al vento e mettere a rischio la vita su strade a volte anche molto pericolose.

Impagabili gli elenchi di termini tecnici relativi agli attacchi che farebbero, da soli, la felicità di ogni appassionato delle redini lunghe.

Handbook of Travel-Talk, ed. John Murray – London 1858