Marina di Ravenna è una località che tutti conoscono e moltissimi frequentano, soprattutto in
questo periodo dell’anno. Ma non tutti sanno che tale località costiera è anche custode di una
storia meravigliosa che affonda le sue radici in oltre un secolo fa. Ravenna, già in quei tempi, non
era solo nota per le sue chiese bizantine ma era anche la sede di un importante ippodromo per le
corse dei cavalli al trotto. Infatti ospitava eventi internazionali come il Campionato Europeo negli
anni Venti, e ha dato i natali a due campioni mondiali delle redini lunghe: l’amazzone Loredana
Foschini Moretti e il driver Roberto Andreghetti, oltre a Vincenzo Antonellini, nato a Sant’Alberto
(Ravenna), driver della famosissima Scuderia dei conti Orsi Mangelli, vincitore di importanti corse
al trotto.
Oggi questa storia rivive meravigliosamente in una mostra nelle eleganti vetrine liberty del Private
Banking della Cassa di Ravenna in piazza del Popolo a Ravenna, allestita da Alberto Forti,
appassionato ravennate e ricercatore di cimeli relativi alle corse dei cavalli al trotto, proprietario di
una straordinaria collezione, dalla quale ha selezionato manifesti e locandine di varie epoche per
esporli e raccontare questa epopea alle turiste e ai turisti in visita in questi giorni a Ravenna ed ai
cittadini e cittadine romagnoli che approfittano delle serate estive per fare una passeggiata in
centro a Ravenna.
Manifesti e locandine raccontano anche l’evoluzione della grafica pubblicitaria: dai più antichi, con
solo testo scritto, si passa a quelli anche riccamente illustrati. Va rilevato come le società di corse
che gestivano gli ippodromi si affidassero spesso ai migliori illustratori dell’epoca quali Marcello
Dudovich, uno dei padri del moderno cartellonismo pubblicitario, o Primo Sinopico (pseudonimo di
Raoul de Chaneun). Un bel libro di Ermanno Mori ‘Il Cavallo dei manifesti’ è stato pubblicato sul
tema nel 1999, per le Edizioni Museo Storico del Trotto.
Questi materiali esposti sono una parte della ricca collezione di Alberto Forti che, a Marina di
Ravenna (visitabile previ accordi scrivendo ad [email protected]), raccoglie preziosi cimeli
della storia del trotto italiano e mondiale: si va dalla giubba di William Casoli della gloriosa scuderia
Orsi Mangelli al casco della Scuderia Little Toy appartenuto a Sergio Brighenti, la giubba di
Roberto Andreghetti, il sulky del grande cavallo italiano Sharif di Jesolo, trofei e coppe vinti da
cavalli importanti come Delfo, Wayne Eden, Atod Mo e della campionessa americana Moni Maker.
Possiamo inoltre trovare un oggetto particolare e raro: un flipper, precursore dei videogames e
delle playstation di oggi, dedicato al famosissimo cavallo Timothy T, che corse e vinse anche in
Italia e Svezia e accese la fantasia dell’epoca con il soprannome di ‘vagone nero’ per la forza del
suo motore e la potenza maestosa della sua corsa.
Alberto Forti ha esposto i suoi preziosi ricordi in diverse città, da Bologna a Trieste, da Cesena a
Milano, da Modena a Padova. Le sue mostre sono sempre incentrate su materiali che richiamano
la storia locale del trotto. Ed è anche una storia, questa, che invita a riflettere: gli ippodromi sono
straordinari polmoni verdi, spesso nei centri delle città o in quartieri molto vissuti. Il cavallo è per
definizione tra gli animali più ambiti e più empatici tra quelli che hanno accompagnato la storia
dell’uomo. Il ritorno all’antico splendore degli ippodromi, là dove è stato possibile, regala
opportunità di benessere, socialità e ricchezza straordinari, sull’esempio di quanto avviene
all’estero, ad iniziare dal Royal Ascot.
